contatore visite free skip to Main Content
info@salernoeconomy.it

I numeri dell'economia »

Nel 2015 a livello nazionale hanno raggiunto quota 194.377, con un saldo con il segno più di 4.612 sul 2014.
Salerno “capitale” dei matrimoni
I dati Istat. La nostra provincia vanta l’indice di nuzialità più alto in Italia: 4,6 ogni mille abitanti. Ma le coppie con due persone occupate sono solo il 53% nelle regioni del Mezzogiorno.

diAlfonso Schiavino
La Campania e il Sud hanno ottime carte da giocare – sentimentali in ogni senso – per sviluppare un segmento turistico crescente: i matrimoni, anche internazionali. Le wedding destination sono una voce ormai interessante nei bilanci dei tour operator mondiali. Inutile a dirsi: l’Italia è una mela del desiderio. Utile a dirsi: secondo una ricerca del Centro studi turistici di Firenze, nel 2015 le regioni più ambite risultavano la Toscana (32,1% del mercato e fatturato stimato di 122,7 milioni), la Lombardia (15,8% per 59,3 milioni) e la Campania (14,4% e 52,7 milioni). Molto distanti Veneto (7,9%) e Lazio (7,3%). Sono mete emergenti l’Umbria, la Puglia (per le masserie) e la Sicilia (luxury hotels e relais). Con il clima e le strutture, il Sud potrebbe valorizzare un altro fattore: quello che in Inghilterra chiamano a modo nostro, “amore”.
Vuoi tu…? Yes, ja, da, oui, sim.
Il Centro studi turistici stima che nel 2015 l’Italia ha ‘importato’ 7.043 matrimoni, con una spesa media di 54mila euro, per un fatturato di 380,3 milioni. Principali Paesi di origine: Regno Unito (26,4%), Usa (20,7%), Australia (8,4%), Irlanda (5,4%), Germania (4,9%), Canada (4,6%), Russia (3,3%), Francia (3,0%) e Brasile (2,4%). Sedi cardinali: hotel di lusso (30,8%), ville (26,5%), ristoranti (12,5%), agriturismo (7,9%) e castelli (6,5%). Ogni evento ha richiamato in media 46 invitati.
Italy, «ambience of ‘amore’ in the air».
Thomas Cook è un grande tour operator britannico, ruolo consolidato come sponsor delle olimpiadi londinesi. Nelle pagine web sulle wedding destination, l’agenzia consiglia calorosamente l’Italia: «È la patria del romanticismo… Sarete circondati da scenari mozzafiato, ricca cultura, un bel po’ del miglior cibo al mondo e una costante atmosfera di ‘amore’ nell’aria». Tc offre una scelta fra «sei grandi sedi»: 5 a Sorrento e il Municipio di Positano. Questa predilezione è importante, anche perché la Gb porta molte cerimonie nel nostro Paese. Bisogna dire che Cook sa accoppiare con una certa coerenza i concetti e i luoghi. Vediamo perché.
Istat: le nozze tornano a crescere in Italia.
Nel 2015 i matrimoni in Italia sono stati 194.377, con un saldo positivo di 4.612 sul 2014: quanto basta per festeggiare, visto che dal 2008 diminuivano con una media annua vicina ai diecimila. L’aumento riguarda quasi tutte le regioni, con incrementi maggiori in Piemonte (8,1%) e Sicilia (6,4%), Emilia Romagna e Lombardia (intorno al 4%). Per apprezzare meglio questi dati, però, bisogna considerare i punti di partenza.
L’amore trionfa nel Mezzogiorno.
L’indice di nuzialità calcola il numero di matrimoni ogni mille abitanti. Secondo voi, quali aree ispirano maggior voglia di sposarsi? Le più popolate? Dove girano tanti soldi? Non proprio.
Nel Centro-Nord, le punte massime si registrano in Trentino Alto Adige (3,5 matrimoni per 1.000 abitanti), Liguria (3,2), Toscana (3,1), Piemonte e Veneto (3). A quota 2,9 seguono Friuli, Umbria, Lazio, Sardegna e Abruzzo. Emilia e Marche sono al 2,8 mentre Lombardia e Molise chiudono a 2,7.
Nel Sud i numeri s’impennano: Sicilia e Calabria hanno visto celebrare 4,1 matrimoni ogni 1.000 abitanti, la Campania 4, la Basilicata 3,6 e la Puglia 3,5 (calante nel 2015, eppure al livello della regione settentrionale più propensa).
Salerno capitale nazionale dei matrimoni.
In questo quadro, fra le province, Salerno vanta l’indice di nuzialità maggiore in Italia: 4,6. Seguono Crotone (4,5) e quasi tutto il Sud ben oltre il 3,3. Confermano la regola Palermo (4,3), Napoli (3,9) e Bari (3,6). Nel Centro-Nord gli indici oscillano intorno al 3. Per esempio: Milano (3), Venezia (3,3), Torino (2,7), Bologna (2,8), Firenze (3,1), Roma (2,8), Cagliari (3). Fanno eccezione Verbania e Bolzano (4), Siena (3,9), Verona (3,7) e pochi altri casi.
Inginocchiatoio o fascia tricolore?
Per inciso, diventa appassionante il confronto fra rito civile e religioso. La chiesa prevale ancora (54,7%), ma l’Italia è spaccata in due e i tempi continuano a cambiare. Queste sono nostre elaborazioni sui dati dell’Istat.
Il municipio domina nel Nord: Trentino Alto Adige (62,9%), Liguria (62,2%), Friuli (62,1%), Emilia (61,3%), Piemonte (57,6%), Lombardia (57,4%) e Veneto (53,8%).
In Toscana prevale ancora il sindaco (60,8%), nel Lazio il rapporto si riequilibra (rito civile 51,3%), nel resto del Centro torna a vincere la scelta religiosa.
Il sacerdote è quasi obbligatorio nel Mezzogiorno: Basilicata (83,5%), Calabria (81%), Puglia (73,3%), Campania (72,3%) e Sicilia (70,2%).
Non è solo questione di tradizioni: il rito civile aumenta anche per la presenza di sposi stranieri.
Al Sud, 1 coppia su 2 è monoreddito.
L’Istat fornisce informazioni anche sulla condizione lavorativa. Con nostre elaborazioni, scopriamo che il 63% delle coppie ha 2 entrate, con notevoli differenze per aree: Nord-Est 75%, Nord-Ovest 73%, Centro 68%. I matrimoni fra 2 persone occupate sono il 53% nel Sud e il 43% nelle Isole. Se non è amore questo.

59939432020171774-1
Aumentano i matrimoni al Sud. 1 coppia su 2 è monoreddito.
Back To Top
Cerca