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Nonostante non manchino prove dell’inesistenza - da un punto di vista storico - di tale figura.
S. Caterina d’Alessandria patrona della Scuola Medica Salernitana
La tradizione vuole che sia nata da famiglia aristocratica nel 287 d.C., tra le sue doti vi sono bellezza, sapienza e castità.

di Giuseppe Ferrantino

La patrona della Scuola Medica Salernitana resta Santa Caterina d’Alessandria. Le prime fonti letterarie che potrebbero riferirsi al suo martirio sono solo del IX – X secolo (1), tant’è che Sant’Agostino (354-430), prolifico scrittore di opere teologiche e letterarie, non scriverà nulla di Santa Caterina d’Alessandria e questo potrebbe equivalere alla prova dell’inesistenza, da un punto di vista storico, di tale figura (2). La tradizione vuole che Santa Caterina d’Alessandria sia nata da famiglia aristocratica nel 287 d.C., tra le sue doti vi sono bellezza, sapienza e castità (3). Caterina nel 305 d.C. dopo aver confutato le tesi di cinquanta retori pagani, convocati per l’occasione ed averli convertiti (4), è sottoposta al supplizio delle ruote dentate e dopo essere miracolosamente sopravvissuta ad esso è martirizzata per decapitazione. Attributi iconografici, più frequenti, sono la spada con la quale venne decapitata, la palma, che tiene in mano, che indica il martirio, il libro che ricorda la sua sapienza, la ruota dentata, strumento utilizzato per il suo supplizio (5). La presenza dell’ampolla quale attributo iconografico è più raro (6). Il culto per Santa Caterina d’Alessandria si diffuse presso i monasteri Benedettini nell’XI secolo (7) e Alfano I (1015/20 – 1085), arcivescovo di Salerno, le dedicò tre carmi (8), ma, le gesta della Martire divennero popolari in Occidente solo dal XII secolo per effetto delle Crociate (9). La sapienza e la maestria nella dialettica di Santa Caterina d’Alessandria, tramandata dai testi agiografici, spiegano perché essa sia stata scelta quale patrona dalla Scuola Medica Salernitana e da alcune facoltà giuridiche e teologiche di vari atenei quali Bologna, la Sorbona, Padova, Siena, Pavia e Vienna (10). A Padova, a partire dal 1377 studenti e docenti della Universitas Scholarum Iuristarum svolgevano nel giorno della festa liturgica di Santa Caterina d’Alessandria, il 25 novembre, una processione solenne fino alla chiesa dedicata alla santa (11).

A Salerno ancora oggi vi sono luoghi ed icone che ricordano e raffigurano la santa alessandrina.

Per quanto riguarda i luoghi, l’edificio sede della Scuola, delimitato dall’atrio del Duomo, dalla base del campanile, da via Roberto il Guiscardo e da piazza Alfano I, che si sviluppa su due piani, è stato chiamato per secoli Studio di Santa Caterina superiore e inferiore, “Gymnasio superiori Divae Catarinae” e “Gymnasio inferiori Divae Catarinae” (12).

Nel 1742, a causa delle precarie condizioni in cui versava l’edificio, la Scuola cambiò sede trasferendosi presso due aule del Seminario Arcivescovile. Successivamente lo Studio superiore e la cappella di Santa Caterina ospitarono, rispettivamente, l’oratorio di San Bernardino e l’oratorio di San Giuseppe. L’aula occupata dall’oratorio di San Bernardino era ampia, luminosa, divisa in due da un arco, che serviva da appoggio a due serie di otto travi, che costituivano il sostegno del soffitto. Le mura presentavano antiche pitture e la porta di accesso, che si apriva nell’atrio, sotto il portico, era l’ingresso comune all’aula ed alla cappella di Santa Caterina situata alla sua sinistra ai piedi del campanile. La cappella di Santa Caterina era separata dall’aula dello Studio superiore da un muro poco spesso nel quale si apriva un cancello di legno e si accedeva ad essa salendo tre scalini (13). Questo spiega il motivo della realizzazione nel 1779 di una seconda porta a sinistra di quella antica, che servì per l’accesso diretto all’oratorio di San Giuseppe che aveva trovato posto nella cappella (14). Un documento della Mensa Arcivescovile (15) riporta che questa era un antico giuspatronato (16) della famiglia Solimele (17). Purtroppo, nell’attuale sala San Tommaso, che ricomprende i due ambienti descritti, non è rimasta traccia né della cappella dedicata alla santa né delle antiche pitture che adornavano l’aula.

All’ambiente inferiore, l’attuale sala San Lazzaro, si accede da piazza Alfano I, da una porta posta ai piedi della scalinata di accesso all’atrio del Duomo, la sua volta a croce è sostenuta da tre colonne con fusto liscio e capitelli in stile corinzio. Ad essa faceva seguito un piccolo ambiente con tetto a volta adibito a cappella, anch’essa dedicata a Santa Caterina d’Alessandria, ma detta inferiore per distinguerla da quella posta al piano superiore (18). Neanche di questa cappella è rimasta traccia.

I due piani erano collegati da una scalinata interna situata verso il lato occidentale dell’edificio che è stata rimossa quando ai due ambienti fu cambiata la destinazione d’uso (19).

Relativamente alle icone, in vari luoghi del centro storico di Salerno, è possibile ammirare della santa cinque affreschi, due dipinti e un bassorilievo; venerare una reliquia ed apprezzare un’immagine su un diploma di laurea.

Nel complesso monumentale di San Pietro a Corte, nell’ambiente ipogeo, sono presenti gli affreschi più antichi: il primo è presente su un pilastro di età arechiana (alla destra della Madonna con Bambino), la santa reca nella mano destra il libro sacro e nella sinistra l’ampolla vitrea (20) databile alla fine del XII secolo, il secondo è posto sulla parete Sud del frigidarium (tra San Pietro ed un Santo Vescovo non identificato) databile al primo quarto del XIII secolo. Inoltre, nell’aula superiore di rappresentanza del Complesso monumentale troviamo un dipinto di Paolo De Matteis, della seconda metà del Seicento, che raffigura la santa con la palma e la ruota.

Nel maestoso ed antico castello che si eleva sul monte Bonadies è stato da pochi anni ritrovato un affresco, che ritrae la santa con la corona, la ruota e la spada nella mano sinistra, in un ambiente che fa parte di uno spazio definito “ipogeo”, situato ad una quota inferiore rispetto al terrazzo antistante la Turris Maior (21).

Presso il Museo Diocesano “San Matteo”, nella sala del Cinquecento, è esposta una tela che raffigura il matrimonio mistico di Santa Caterina d’Alessandria, secondo il Carucci, proveniente dallo Studium della Scuola Medica (22).

Poco lontano dal Museo vi è il Duomo dove è possibile ammirare l’immagine della santa in due affreschi, uno è posto nella lunetta sulla porta d’ingresso della navata di destra, nel quale Santa Caterina d’Alessandria e Sant’Agata sono accanto alla Vergine con il Bambino, esso è della scuola di Angelo Solimena del 1716 (23), l’altro affresco, in cui è ritratta la santa, è il cosiddetto “Paradiso Salernitano”, così chiamato per i santi presenti tutti collegati alla storia della città, realizzato da Filippo Pennino che decora la volta della Cappella del Tesoro, alla quale si accede dalla sagrestia, ultimato nel 1730 (24). Nell’armadio-vetrina, posto a sinistra della porta d’ingresso alla Cappella del Tesoro, vi è un reliquiario – inizio XV secolo – costituito da una coppa di cristallo di rocca con, ai lati, anse a forma di draghi (25) che custodisce una reliquia di Santa Caterina d’Alessandria donata dalla regina Margherita a Guglielmo Solimele e da questi destinata alla cappella superiore di Santa Caterina d’Alessandria (26). Inoltre, nel transetto, sulla parete vicino alla porta della sagrestia, vi è un paliotto (27) d’altare in marmo del XIII secolo sul quale in bassorilievo sono raffigurati San Bonosio, San Giovanni Battista, la Vergine con il Bambino, San Matteo e Santa Caterina d’Alessandria (28). Il blocco marmoreo, prima dei lavori di restauro che hanno interessato il Duomo, eseguiti nel 1936, era situato nella cappella gentilizia della famiglia Mazza che ne aveva il patronato (29).

Infine, presso l’Archivio di Stato di Salerno è conservato il diploma di laurea di Francesco Antonio Candido (1665), uno dei più belli tra quelli rilasciati dal Collegio Medico Salernitano, che presenta un’aquila bicipite, le cui teste sono sormontate da una corona imperiale ed ai quattro angoli vi sono quattro medaglioni, quello in basso a destra, per chi guarda, raffigura Santa Caterina d’Alessandria (30).

Il legame tra la città di Salerno, la sua Scuola Medica e Santa Caterina d’Alessandria (sua protettrice) è documentato dai luoghi identificati con il suo nome per secoli, ma soprattutto dalle opere d’arte che la raffigurano, che coprono un arco temporale compreso dalla fine del XII alla prima metà del XVIII secolo. Tale periodo corrisponde, quasi sovrapponendosi, a quella che è stata la parabola di formazione, sviluppo e decadenza della Scuola Medica Salernitana che ci ha lasciato in eredità il ricordo di Santa Caterina d’Alessandria, simbolo di sapienza e di maestria nella dialettica, che ben rappresenta la città di Salerno e la sua Scuola Medica artefici di quel “Rinascimento scientifico” che ha influenzato la cultura dell’Europa medievale.

1) R. Tollo, Santa Caterina d’Alessandria Icona della Teosofia, Contributo della tradizione agostiniana di Marziano Rondina O.S.A., prefazione di Rocco Ronzani O.S.A., Monografie storiche agostiniane n.s. n. 10, Biblioteca Egidiana-Tolentino, 2015, p. 8.

2) Op. cit., p. 14 e p. 56.

3) Op. cit., p. 14.

4) Op. cit., p. 15.

5) Cf. https: www.famigliacristiana.it/articolo/santa-caterina-d-alessandria.aspx, URL consultato il 19/07/2022

6) R. Fiorillo, Le immagini di Santa Caterina d’Alessandria nell’ambiente ipogeo alla chiesa di San Pietro a Corte a Salerno e il loro legame con la Scuola Medica in: Caterina d’Alessandria tra culto orientale e insediamenti italici, Atti del V Convegno di Studi (Ravello, 24-25 luglio 2008), a cura di C. Caserta, Napoli 2012, p. 304.

7) R. Tollo, op. cit., p. 22.

8) R. Fiorillo, op. cit., p. 306.

9) R. Tollo, op. cit., p. 29.

10) Op. cit., p. 26.

11)https://www.unipd.it/sites/unipd.it/files/Cartella%20Stampa%20COMPLESSO%20SANTA%20CATERINA, pdf URL consultato il 19/07/2022.

12) A. Sinno, Sintesi storica della Scuola Salernitana, Ente Provinciale per il Turismo Salerno, 1942, p. 56.

13) A. Sinno, Determinazione della sede della Scuola Medica di Salerno, Archivio Storico della Provincia di Salerno, Anno I, Fasc. I, 1921, p. 34.

14) Op. cit., p. 52.

15) Mensa Arcivescovile: era il patrimonio (mobiliare e immobiliare) che l’Arcivescovo aveva a disposizione, dal quale traeva le rendite per il mantenimento della propria persona e di coloro che erano al suo servizio.

Fonte: https://siusa.archivi.beniculturali.it/cgibin/siusa/pagina.pl?TipoPag=profist&Chiave=279, URL consultato il 16/07/2022.

16) Giuspatronato: istituto giuridico del diritto canonico, che consiste in una serie di privilegi e oneri attribuiti, per disposizione dell’autorità ecclesiastica, ai fondatori di chiese o benefici e ai loro eredi.

Fonte:https://www.grandidizionari.it/Dizionario_Italiano/parola/G/giuspatronato.aspx?query=giuspatronato, URL consultato il 16/07/2022.

17) A. Sinno, Sintesi storica …, op. cit., p. 57.

18) A. Sinno, Determinazione della sede …, op. cit., p. 34.

19) A. Sinno, Sintesi storica …, op. cit., pp. 56-57.

20) R. Fiorillo, op. cit., p. 303.

21) R. Bignardi, Il restauro del Castello: riflessi e valenze paesaggistiche, in M. Romito (a cura di) Salerno un castello per la sua città, Provincia di Salerno 2009, pp. 77-78.

22) A. Carucci, Il Duomo di Salerno ed il suo Museo, IV Edizione, Salerno 1978, p. 84.

23) A. Carucci, op. cit., p. 43.

24) https: www.progettostoriadellarte.it/2020/12/05/il-paradiso-salernitano-del-duomo-di-salerno/ URL consultato il 14/07/2022.

25)https://www.salernonews24.com/cultura-urbana/la-cappella-del-tesoro-e-le-sue-sacre-ricchezze/ URL consultato il 14/07/2022.

26) A. Sinno, Sintesi storica …, op. cit., nota (1), p. LXXXI.

27) Paliotto: rivestimento che copre la parte anteriore dell’altare.

Fonte: https://www.treccani.it/vocabolario/paliotto/ URL consultato il 19/07/2022.

28) A. Carucci, op. cit., p. 67.

29) A. Sinno, Vicende della Scuola e dell’Almo Collegio Salernitano. Maestri finora ignorati, Collana di Monografie di “Igiene e Sanità pubblica” n. 3 Salerno 1950, p. 95.

30) A. Sinno, Diplomi di Laurea dell’Almo Collegio Salernitano, Estratto dal Fasc. 2° dell’Archivio Storico della Provincia di Salerno, 1921, p. 16.

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S. Caterina di Alessandria - Filippo Pennino -1730 - Duomo di Salerno (particolare)
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