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Il dato allarmante: la bassa affluenza alle urne, il rifugio nella pratica dell’astensione.
Ritroviamo la vera strada per il futuro
Forte “scollamento” tra cittadinanza e istituzioni, che va avanti nell’indifferenza generale. Ma chi si farà veramente carico di proporre un cambio di legge elettorale?

di Giuseppe Gallozzi*

Il dato più allarmante delle elezioni che abbiamo da pochi giorni vissuto non è tanto il risultato, seppur complesso e da analizzare approfonditamente, quanto, a mio avviso, la bassa affluenza registrata ovunque nel Paese, con un picco al ribasso proprio in Campania. La più bassa nella storia della Repubblica. Ovviamente questo dato non si è registrato così all’improvviso: è stato il frutto di  un lungo percorso, compiuto negli ultimi anni, di allontanamento reciproco dei cittadini dalla politica e della politica dai cittadini.

Con questo “scollamento” tra Paese e Istituzione, che va avanti nonostante l’indifferenza generale, chi si farà carico di proporre un cambio di legge elettorale? Chi potrà presentare le vere istanze – divenute patrimonio comune: lavoro, politiche giovanili, sviluppo culturale, tutela ambientale – in modo serio ed organizzato?

Finché la metà – o peggio: la maggioranza – della popolazione continuerà a pensare di poter vivere, lavorare, aggregarsi in contesti apolitici, questa tendenza non potrà essere invertita. Tutti hanno bisogno della “Politica”, il luogo delle decisioni che influenzano il Paese e la vita di ciascuno di noi. Nessuno può tirarsene fuori, anche se è in una condizione di forte degrado. Soprattutto quando è pienamente avvolta in questa situazione. E’ di fondamentale importanza che si torni a parlare di “Politica”, con la “P” maiuscola. Che lo si faccia nelle famiglie, nei luoghi di formazione, nei contesti aggregativi.

Un Paese migliore è possibile, ma il percorso è quanto mai arduo. C’è bisogno di parlare di Politica, di spiegare le posizioni, di stimolare dibattiti. In questo modo avremo la possibilità di una scelta consapevole, qualunque essa sia. E’necessario, però, che le persone di buona volontà – quelle che hanno a cuore il bene del Paese – si aggreghino per creare centri di pensiero, di riflessione, di sviluppo di idee: veri e propri luoghi in cui si possa fare esercizio di democrazia. Bisogna riscoprire, cioè, la bellezza di avanzare proposte in maniera democratica e  di farlo con la competenza che tanti sui territori senza dubbio possiedono.

Il mio richiamo non vuole tradursi in una corsa alla candidatura in massa, non è, ovviamente, questa la soluzione. C’è un forte bisogno di riscoprire l’appartenenza al mondo civile e politico e ridare valore alla militanza all’interno delle forze politiche. Supportare, quindi, le persone competenti e meritevoli presenti sul territorio, che ci sono e sono tante. Persone che sono riconoscibili perché si spendono continuamente per il bene comune.

L’obiettivo è non far sentire sole queste persone, riconoscerne meriti e offrire il proprio impegno, per concretizzare una presenza sempre più capillare sul territorio che si traduce in un corretta partecipazione alla vita delle Istituzioni.
Dobbiamo scendere dagli altari delle nostre vite comode, dove ci sembra, magari, di avere trovato un equilibrio ed un certo livello di benessere, bisogna incontrare le persone che compongono il nostro Paese, autentico e bello.

Riscoprire il dialogo e portare avanti i bisogni della gente, di noi tutti. Questo è quello che è necessario iniziare di nuovo a fare per ritrovare la centralità di noi cittadini,  perché il popolo italiano è e resta un grande popolo.

E così che si ritrova una virtù fondamentale: l‘autentica fiducia nella politica e nel futuro.

* Imprenditore

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