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I numeri dell'economia »

I dati contenuti nel rapporto sul Bisogno Equo e Sostenibile elaborato dall’Istat.
Rischio povertà, più forte in Campania e Sicilia
“Nel 2020 il 28,8% delle famiglie ha dichiarato un peggioramento della situazione economica familiare rispetto all’anno precedente, dal 25,8% del 2019. Tale deterioramento ha interessato il 30,5% delle famiglie nel Centro, il 28,8% nel Nord e il 27,7% nel Mezzogiorno”.

di Diletta Turco

Campania e Sicilia. Sono queste le due regioni d’Italia a maggiore rischio povertà. A dirlo è il rapporto aggiornato sul Bisogno Equo e Sostenibile firmato dall’Istat. Un rapporto, quello del Bes, che analizza, capitolo per capitolo, la qualità della vita degli italiani, soprattutto dopo l’effetto dirompente della pandemia. La cosa da sottolineare subito è che la classifica delle due regioni a maggiore rischio povertà è addirittura antecedente il 2020, ed è riferita ai livelli di reddito e di consumi del 2019. In questa particolare classifica, la Campania occupa il secondo posto assoluto: su 100 persone, infatti, 41,3 sono a rischio povertà. Questo vuol dire che le condizioni economiche delle famiglie campane sono precarie nel 40% dei casi. Una percentuale altissima, pari a quella registrata, come detto, anche in Sicilia.

Le variabili.

Ovviamente, la voce che compone principalmente questa estrema difficoltà delle famiglie, è legata al potere d’acquisto ridotto. Ma non per il quotidiano o per le spese programmate (principalmente se rateizzate o finanziate). No. Ad essere peggiorato a tal punto da far rischiare la povertà è la gestione dell’imprevisto.

In particolare, «è tornata ai livelli del 2010 – si legge nel documento – la quota di individui in famiglie che dichiarano di non poter sostenere spese impreviste (dal 42,1%, picco massimo, del 2012 al 33,8% nel 2019), mentre è rimasta ancora sopra il 40% la quota di persone che dichiarano di non potersi permettere una settimana di ferie all’anno lontano da casa». La spesa alimentare sì, le spese mediche anche, eventuali abbonamenti a servizi pure, ma per i sogni o i progetti di relax o le sorprese, non è ancora arrivato il momento. O, semmai fosse arrivato, è purtroppo anche passato.

Le differenze.

La pandemia, nel paradosso, ha mischiato le carte. «Nel 2020 – continua il rapporto Bes dell’Istat – il 28,8% delle famiglie ha dichiarato un peggioramento della situazione economica familiare rispetto all’anno precedente, dal 25,8% del 2019. Tale deterioramento ha interessato il 30,5% delle famiglie nel Centro, il 28,8% nel Nord e il 27,7% nel Mezzogiorno».

Ma c’è un dettaglio da considerare: le percentuali “territoriali” non sono neppure paragonabili in termini assoluti, perché quasi certamente il peggioramento delle condizioni di vita dal Rubicone in su consentono ad ogni modo una vita con meno rinunce rispetto al peggioramento delle zone del Mezzogiorno. Le due velocità dell’Italia, infatti, si trovano anche in questi dati.

 

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