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La concorrenza tra le deboli leadership delle formazioni schierate contro la destra ha solo nascosto parte della loro incapacità, che la realtà storica ha rilevato.
Ripartiamo dalla “manutenzione” democratica e dall’inclusione sociale
“Uscire dalla crisi economica, riparare alle disuguaglianze, sanare la degenerazione dei partiti, fermare la corruzione, fare crescere l’occupazione sono temi che non appaiono più alla portata dei partiti di sinistra”.

di Pasquale Persico

La partenza del governo ha tre facce note, che vengono da una storia che sembrava, ormai, passata. Ma può essere vista anche come la vicenda di una mancata capacità dei partiti aspiranti progressisti, di saper fare manutenzione e sviluppo delle istituzioni democratiche. La Costituzione italiana e quella europea hanno ancora bisogno di essere recepite in maniera piena, e con una consapevolezza “militante”, per contrastare lo scetticismo dei più sulle credenze fondamentali, per viverle come impegno per progetti di futuri aperti. All’orizzonte pandemie ed economie di guerra mettono in risalto le nuove fragilità e le tante paure che avvolgono le popolazioni. Si moltiplicano, per le economie progressiste in difficoltà, i segni che la mondializzazione delle attività avverse finirà per favorire l’accumulazione finanziaria, eliminando ogni capacità di orientare il mercato verso l’equità desiderata. Torna la domanda sul che fare.

Enzo Di Nuoscio – “I geni invisibili della democrazia. La cultura umanistica come presidio di libertà” Mondadori Università – propone una profonda riflessione sul ruolo della cultura umanistica e della filosofia, in particolare, come antidoto necessario. Fare emergere uno spirito critico dal sistema educativo è fondamentale. Fin dalle scuole elementari l’apprendere ad apprendere deve diventare un obiettivo strategico per prendersi cura di sé e degli altri. La società liquida che ci circonda deve essere contrastata, e l’adesso non deve abitare egemone nella nostra formazione del pensiero. Naturalmente il bastevole e la visione lunga hanno bisogno sia della formazione umanistica che di quella scientifica. La fisiologia delle società democratiche esce dalla storia delle Nazioni per affacciarsi con più strumenti nella storia dei continenti, con aspettative capaci di confrontarsi con un mondo diventato plurale. Il governo di centro destra o di destracentro che sta per formarsi potrebbe approfittare del “ paradosso delle aspettative sull’adesso”, e dare una  risposta semplice a bisogni strutturali che vanno oltre la politica economica di breve periodo, invece di fare passare l’idea che l’elenco dei difetti delle democrazie è lungo, e, convincere, invece,  i più che ad alcuni temi della democrazia è bene rinunciarci.

Uscire dalla crisi economica, riparare alle disuguaglianze, sanare la degenerazione dei partiti, fermare la corruzione, fare crescere l’occupazione e la sicurezza sociale, impegnarsi per la transizione ecologica, fare sparire la disoccupazione, sono temi non più alla portata dei partiti di sinistra perché essi sono stati incapaci di capire l’adesso delle diverse classi sociali, e dare a loro una prospettiva credibile. La concorrenza tra le loro deboli leadership ha solo nascosto parte della  loro incapacità, che la realtà storica ha rilevato.

Come fare, allora, per fare rinascere una adeguata “alleanza strategica” tra sostenitori della democrazia  e protagonisti del rilancio dell’economia di mercato dentro un nuovo quadro  istituzionale,  a correzione dei difetti, veri o presunti,  a cui si è accennato?

La scorciatoia di favorire processi che generano nuovi capi carismatici  è da scartare, come pure le tesi su possibili complotti  internazionali.

La strada maestra è quella appresa nel 1982 presso la London School of Economics. Essa prevede la convergenza di molte capacità da fare emergere,  per tracciare le diverse strade che conducono alla “Educazione politica (del saper pensare e del saper fare)”, orientata dalle credenze delle democrazie inclusive.

La riglobalizzazione deve ripartire, perché necessaria; le pratiche democratiche portano moralità riconoscibili quando la cultura critica ha reso il campo fertile nell’economia dei continenti e nelle menti dei popoli in cammino verso la storia che verrà.

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Pasquale Persico
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