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L’emergenza sanitaria “ha provocato una svolta salutista nei consumatori a livello globale”.
Record di export alimentare, vola il Sud (+7,4%)
Coldiretti: “Il settore in controtendenza al calo generale aumenta in tutte le realtà territoriali dal Nord Ovest (+0,6%) al Nord Est (+1%), dal Centro (+1,7%) al Mezzogiorno”.

“Crescono solo le esportazioni di prodotti agroalimentari Made in Italy che con un aumento del +1,9% fanno segnare nel 2020 il massimo storico di sempre con un valore di 46,1 miliardi spinto dal successo della dieta mediterranea sulle tavole mondiali nonostante i pesanti limiti della pandemia Covid”. E’ questo il quadro che emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat riferiti alle esportazioni delle regioni “che vedono l’alimentare del Sud volare all’estero con un balzo del 7,4%”. Molise (+32,3%), Basilicata (24,7%) e Campania (13,1%) fanno “registrare le performance migliori”. Il settore alimentare – evidenzia la Coldiretti – “in controtendenza al calo generale aumenta in tutte le realtà territoriali dal Nord Ovest (+0,6%) al Nord Est (+1%), dal Centro (+1,7%) al Mezzogiorno (+7,4%)”. Si tratta di una perfomance messa in campo “nonostante – spiega la Coldiretti – le difficoltà degli scambi commerciali e il lockdown in tutti i continenti della ristorazione, che ha pesantemente colpito la cucina italiana ma anche favorito il ritorno alla preparazione casalinga dei pasti con il boom delle ricette Made in Italy”. L’emergenza sanitaria “ha provocato una svolta salutista nei consumatori a livello globale che hanno privilegiato la scelta nel carrello di prodotti alleati del benessere”.

Conserve di pomodoro, dieta mediterranea.

“Ad essere avvantaggiate sono state nell’ordine le esportazioni nazionali di conserve di pomodoro (+17%), pasta (+16%), olio di oliva (+5%) e frutta e verdura (+5%) che hanno raggiunto in valore il massimo di sempre. In calo del 3% sono, invece, le spedizioni di vino italiano nel mondo duramente colpite dalla chiusura dei ristoranti che rappresentano il principale mercato di sbocco per le bottiglie di alta qualità, secondo l’analisi della Coldiretti sui dati Istat relativi ai primi dieci mesi dell’anno”.

Questo quadro delle esportazioni va considerato “un risultato importante che giunge – ricorda la Coldiretti – a 10 anni dall’iscrizione della dieta mediterranea nella lista del patrimonio culturale immateriale dell’umanità da parte dell’Unesco avvenuta il 17 novembre 2010. Il suo apprezzamento mondiale si deve agli studi dello scienziato americano Ancel Keys che per primo ne ha evidenziato gli effetti benefici dopo aver vissuto per oltre 40 anni ad Acciaroli in provincia di Salerno”.

Le destinazioni dell’export.

“Le esportazioni dei prodotti agroalimentari Made in Italy nel 2020 sono state dirette per oltre la metà (55%) all’interno dell’Unione Europea con la Germania che si classifica come il principale cliente con 7,73 miliardi in crescita del 6%, mentre al secondo posto c’è la Francia con 5,08 miliardi che rimane stabile e a seguire, con 3,6, miliardi la Gran Bretagna (+2,8%) uscita con la Brexit”.

L’analisi della Coldiretti.

“L’Italia – ha evidenziato il Presidente della Coldiretti Ettore Prandini – può ripartire dai punti di forza con l’agroalimentare che ha dimostrato resilienza di fronte alla crisi e può svolgere un ruolo di traino per l’intera economia. Per sostenere il trend di crescita dell’enogastronomia Made in Italy serve agire sui ritardi strutturali dell’Italia e sbloccare tutte le infrastrutture che migliorerebbero i collegamenti tra Sud e Nord del Paese, ma anche con il resto del mondo per via marittima e ferroviaria in alta velocità, con una rete di snodi composta da aeroporti, treni e cargo. Una mancanza che ogni anno rappresenta per il nostro Paese un danno in termini di minor opportunità di export al quale si aggiunge il maggior costo della bolletta logistica legata ai trasporti e alla movimentazione delle merci. Il Recovery Plan rappresenta, dunque, un’occasione unica da non perdere per superare i ritardi accumulati e aumentare la competitività delle imprese sui mercati interno ed estero”.

(Fonte: coldiretti.it/ 11.03.2021)

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