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Rapporto annuale Istat: Sud sempre indietro, meno lavoro e scarsa qualità dei servizi

Rimangono sempre forti le distanze tra Nord e Sud del Paese. Le conferme vengono dal rapporto annuale Istat. In particolare il rapporto rileva una forte componente di famiglie povere che nel Mezzogiorno (su dati 2010) è pari a 23 famiglie su 100 rispetto alle 4,9 su 100 del Nord del Paese, con il 68,2% delle persone povere residente nel meridione. Continua ad essere pesante l’incidenza del “sommerso”, stimato in Italia tra i 255 ed i 275 miliardi, pari a circa il 17% del Pil. Tale stima, riferita al 2008, è comunque inferiore rispetto al Duemila, quando il valore del sommerso era superiore al 18% del Pil. Sul fronte occupazionale l’aumento di 1,66 milioni di unità tra il 1995 ed il 2011, rileva l’Istat, ha interessato elusivamente il Centro-Nord del Paese, con il Sud che, invece, nello stesso periodo è passato da 6,4 a 6,2 milioni di lavoratori. Inoltre, permangono nelle regioni meridionali maggiori difficoltà nell’accesso al mercato del lavoro per gli individui con età inferiore ai 35 anni, diversamente da quanto accade nel Nord e nel Centro. In calo anche la spesa sociale che, nelle regioni meridionali, nel 2009 è diminuita dell’1,5 per cento, diversamente dalle altre ripartizioni dove si è registrato un incremento del 6,0 per cento nel Nord-est, del 4,2 per cento nel Nord-ovest e del 5,0 per cento al Centro. Ne consegue la scarsa qualità dei servizi sanitari che mostra un marcato divario tra Centro-Nord e Sud del Paese, dove Campania e Sicilia spiccano in negativo.


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