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Il riassetto urbanistico della città di Salerno resta di primaria importanza per il futuro del capoluogo.
Puc, la vera sfida strategica
“Gli interventi di edilizia sociale e di manutenzione e rigenerazione del patrimonio edilizio esistente sono due directory di riferimento assolutamente sostanziali”.

Questo intervento è stato pubblicato sul quotidiano Il Mattino (edizione Salerno) lunedì 8 maggio 2017. Di seguito se ne ripropone una sintesi.

di Paolo Cardito*

Il problema del riassetto urbanistico della città di Salerno è di primaria importanza da vari angoli di osservazione. In primo luogo va sottolineato che il Puc (Piano Urbanistico Comunale) costituisce una delle principali occasioni di rilancio dell’economia: avere la disponibilità di tale strumento di programmazione è senza dubbio un passaggio fondante di una strategia realmente attuabile nel breve e medio periodo. Il punto nodale resta, in ogni caso – dal punto di vista delle imprese del comparto delle costruzioni – la capacità di attivare nuovi investimenti (anche micro-investimenti) in modo da immettere liquidità diffusa nel tessuto produttivo.
La sensazione è che l’azione oggi messa in campo dall’Amministrazione Comunale si dipanino a macchia di leopardo. Realizzare pochi e minimali interventi serve a ben poco. Il Piano dovrebbe, invece, porsi – a giudizio dell’Aniem – l’obiettivo prioritario di immaginare una strategia più ampia, aperta a più tipologie di interventi in modo da favorire prima di tutto il recupero di uno sviluppo armonico della città. Senza sovradimensionare l’offerta di vani residenziali o sottodimensionare la necessità di procedere all’attuazione di giuste relazioni tra le varie tipologie di immobili utili anche in termini di sviluppo imprenditoriale (commercio, artigianato, servizi, turismo etc etc).
Gli interventi di edilizia sociale e di manutenzione e rigenerazione del patrimonio edilizio esistente – ad esempio – sono due directory di riferimento per noi assolutamente sostanziali. E’ molto importante porre le basi di una nuova stagione del Social Housing. Ed altrettanto strategiche sono le politiche di rigenerazione urbana. e recupero delle aree vuote Questo approccio favorisce e stimola un minore consumo di porzioni di territorio e tende a rendere di nuovo funzionali edifici di vecchia costruzione mediante criteri “smart”, con particolare riferimento al cablaggio digitale e all’efficientamento energetico. La manutenzione programmata – se ben organizzata – fornisce un chiara metodologia di intervento che può coinvolgere attività artigianali ed un indotto estremamente rilevante.
Dal punto di vista delle iniziative in grado di supportare le dinamiche della ripresa economica e, quindi, anche della filiera delle costruzioni, noi proponiamo di valutare l’opportunità di realizzare un polo produttivo sperimentale riservato alle aziende impegnate nel segmento dell’artigianato tradizionale con dipendenti tra 1 e 5 unità e del manifatturiero con addetti tra 1 e 15. L’idea è quella di creare un‘area incentivata e bandita con criteri di premialità fiscale (locale) per gli imprenditori che investono/assumono per un determinato arco di tempo. A tutto questo va aggiunta l’ipotesi di procedure agevolative per il risparmio energetico attraverso la realizzazione di impianti fotovoltaici al servizio di un’unica centrale green riservata alle aziende insediate all’interno del polo produttivo sperimentale.
In definitiva, siamo dell’idea che la grande occasione economica del Puc possa essere valida soltanto se si rivelerà attrattiva di nuovi flussi di residenti e di imprese in entrata motivati a vivere in una città urbanizzata in maniera equilibrata ed intelligente.

* Presidente Aniem Salerno

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Paolo Cardito
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