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Il coordinamento delle tante risorse energetiche potrebbe dare luogo a modelli ibridi di sviluppo innovativo.
Prodi e le bandiere europee tra Basilicata e Campania
La svolta a destra dell’area lucana appare logica dopo lo stallo delle decisioni a livello regionale per oltre due decenni. Il petrolio estratto, oggi, paradossalmente non svolge nemmeno più il “ruolo” di “redistribuzione” di benefici elettorali.

di Pasquale Persico

Il primo governo Prodi, oltre che per l’entrata nell’euro, deve essere ricordato per il tentativo molto stringente di ridurre il debito pubblico. La cessione di sovranità era apparente perché nella visione larga consentiva un guadagno di sovranità cooperativa a più largo spettro con l’Europa della nuova costituzione che sarebbe, poi, stata bocciata dal referendum francese. L’Italia, scopriva in quegli anni  il contributo potenziale della Val D’Agri in termini di risorse petrolifere. Anche in quel caso il parallelismo tra visione europea e mezzoggiornismo andarono in contrasto. L’accordo firmato tra compagnie petrolifere, Governo e Regione Basilicata si basava più sul modello norvegese, prevedendo, cioè, la possibilità di fare giocare alle royalty un ruolo di supporto diretto alla governance dei processi di sviluppo, a partire dalla nascita del Parco della Val d’Agri: in pratica, investimenti in infrastrutture per la crescita.

La caduta del primo Governo Prodi aprì la strada all’insediamento del Governo D’Alema e ad altri che furono travolti dalla visione di breve periodo ed assegnarono ad aree di opinione marginali (ma senza dubbio pienamente legittimate a manifestarsi) la bacchetta delle decisioni. L’aumento del debito pubblico ha impedito, nel tempo – anche per l’accresciuto dirigismo nazionale dei partiti – la nascita di spazi di autogoverno locale di tipo strategico.

La svolta a destra della Regione Basilicata appare logica dopo lo stallo delle decisioni a livello regionale per oltre due decenni; il petrolio estratto, oggi, paradossalmente non svolge nemmeno più il “ruolo” di “redistribuzione” di benefici elettorali. Rimane il  problema di area vasta, mentre il coordinamento tra le tante risorse energetiche della regione lucana darebbe luogo a modelli ibridi di sviluppo innovativo. Vento, sole, acqua, geotermia e gas potrebbero alimentare un fondo per lo sviluppo di partecipazione (sul modello norvegese) in grado di fare crescere la forza delle infrastrutture di sevizio a vantaggio della produttività totale dei fattori insediativi che, riconosciuti dalle imprese partecipate, fornirebbero altro impulso necessario alla produttività dei loro singoli fattori.

La provincia di Salerno non è lontana dalla Val d’Agri ed un accordo di reciprocità con la Regione Basilicata potrebbe allargare lo spettro strategico a partire dal tema delle acque e della geotermia, ma chi farà nascere il fondo sovrano dedicato? Le autonomie richieste dalla Regioni del Sud?

Prodi rilancia il tema della visione europea delle macroregioni con governance multilivello più efficace e spera di diffondere le bandiere europee per perseguire un obiettivo ancora probabile,  ma in Basilicata ed in Campania la nuova bandiera europea ancora non è apparsa, ed il petrolio fa perdere voti ad una Basilicata sempre meno verde e sempre meno biodiversa.

Foto Pasquale Persico
Pasquale Persico
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