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Lo speciale 1 »

Con una riflessione di Francesco Grigolo sulla musica “sufficiente”, bastevole non solo a se stessa, ma a generare strutture fondative.
Per uscire dalla crisi? Prima di tutto più spirito etico
Il richiamo di Dacia Maraini (sul Corriere della Sera) pone in evidenza il problema di realizzare progetti a lunga scadenza: i conti vanno sempre fatti con la massima attenzione, ma senza perdere mai di vista generosità, gioia di vivere, attenzione verso gli altri e verso l’idea di futuro che perseguiamo.

di Pasquale Persico

Una economista di valore , molto ascoltata in Europa ed in Italia, consulente del primo Ministro Conte, la professoressa Mazzuccato, ha reso espliciti i principi ispiratori dei nuovi criteri di selezione dei progetti  di ricerca che a loro volta aiuterebbero a fornire il quadro di riferimento per individuare le infrastrutture strategiche europee, cioè gli investimenti a largo spettro moltiplicativo. Si tratta della struttura portante del piano finanziario che l’Europa metterà a disposizione, con diversi strumenti, per rispondere alla grande nuova crisi che a  livello globale, connessa alla pandemia in campo, avvolgerà anche il continente euro-mediterraneo. Una sfida importante per tutti i settori della ricerca italiana, a partire dall’Università, ma anche di quelli connessi alle professioni private: un’opportunità per definire gli investimenti e le infrastrutture di area vasta che possono aiutarci a superare l’attuale gap di produttività del nostro Paese.

La missione europea (Mission Oriented Policy) di ricerca e innovazione, in sostanza, consisterà in un portafoglio di progetti di ricerca e innovazione improntati all’eccellenza, finalizzati a conseguire un impatto importante, coinvolgendo tutte le discipline scientifiche e i settori tecnologici stressando le capabilities disponibili nella progettazione e gestione dei nuovi investimenti privati e pubblici

In particolare, tale portafoglio di progetti dovrà tenere conti di alcuni obiettivi fondanti che proviamo a riassumere.

Conseguire, entro un periodo di tempo prestabilito, un obiettivo misurabile, che non si potrebbe ottenere attraverso la realizzazione di singoli progetti, sulla base del principio secondo cui “ciò che può essere misurato, anche in termini di rischio,  può essere realizzato” (What gets measured gets done);

Conseguire un impatto sulla società e sull’elaborazione delle politiche, grazie ai risultati ottenuti dalla scienza e dalla tecnologia, e dalla gestione dei progetti di investimento.

Essere rilevante per una parte significativa della popolazione europea e per un’ampia gamma di cittadini europei, benessere di popolazione come obiettivo largo di acquisizione di beni universali, ambiente , salute e lavoro, ad esempio.

L’obiettivo delle missioni, quindi, non sarà astratto, ma concreto: mobilitare investimenti in molteplici settori lungo l’intera catena di valore interessata.

Le politiche europee e nazionali (ad esempio, in materia di energia e clima, trasporti, tecnologie produttive avanzate, salute e nutrizione, digitale), e le varie discipline scientifiche coinvolte, comprese le scienze sociali e umanistiche dovranno  caratterizzarsi per   un forte approccio multidisciplinare), punteranno a mettere in campo i diversi operatori e portatori di interessi, creando sinergie con le strategie di ricerca e innovazione a livello nazionale, regionale e locale.

Tutto ciò richiederà un processo di preparazione inclusivo che, da un lato, individui i settori con maggiori potenzialità in termini di scala dell’impatto economico ed ambientale e dall’altro, affronti le sfide sociali emergenti.  Il concetto di politica bastevole si connette alla necessità di non usare finanza pubblica ch favorisca lo spiazzamento delle risorse messe a disposizione

Il riferimento territoriale per i criteri di valutazione e la  scelta degli investimenti , in questa nuova prospettiva, non potranno che essere le ecoregioni come base conoscitiva per parlare di governance efficace delle macroregioni dove sarà possibile definire la scala di valore della nuova politica economica europea.

Questa nuova politica dovrà specchiarsi nelle nuove politiche nazionali e regionali che dovranno concorrere alla diminuzione contemporanea dello spread ecologico  e di quello del settore privato e del settore pubblico. Le regioni italiane, in preparazione del nuovo programma 2021-2027 dovranno pertanto ben prepararsi, insieme al governo ed al parlamento, per sintonizzarsi su tale nuova prospettiva.

Il modello di governance, verticale ed orizzontale, a nostra disposizione è sufficientemente resiliente per ritrovarsi efficiente ed efficace nel nuovo campo di politica economica europea?

Possiamo fare una prima selezione dei problemi.

Il mondo accademico e quello della ricerca è poco abituato a rompere le mura che difendono le discipline e le gerarchie consolidate, la separazione tra appetiti professionali e etica della ricerca interdisciplinare è ancora troppo grande, specie nel settore delle infrastrutture complesse a cui i nuovi criteri europei fanno riferimento.

Il meccanismo che da diversi anni ha selezionato la dirigenza pubblica ha reso questo “asset” fortemente orientato alla resistenza passiva ed intermediaria di diversi interessi nascosti, una governance agile ed eticamente responsabile è un auspicio ma non una realtà vicina, disponibile.

Il concetto di spread ecologico e quello connesso di potenziale del Capitale Naturale è molto difficile da far percepire a molte discipline legate alla pianificazione territoriale ancora molto legate  al  pensiero euclideo di restituzione delle conoscenze (vedi il disastro sulla resistenza statica delle costruzioni ed i criteri di costruzione e manutenzione ).

Il settore delle infrastrutture italiano è J-shake, cioè è carente in termini di efficace distribuzione equilibrata delle imprese, tra  grandi, medie  e piccole. Vi sono pochi players di valore internazionale, pochissime medie imprese di valore internazionale e moltissime piccole imprese legate esclusivamente al mercato locale (strade abitazioni e manutenzione), ed il mondo delle professioni interno a questo settore ha gli stessi squilibri in termini di competenze.

La caduta del Ponte Morandi ha reso evidente questi problemi, la soluzione trovata ha evidenziato che possono essere superati alcuni di questi ostacoli, ma non ha risposto alla domanda principale del mio intervento: ma il ponte Morandi , sul presupposto che l’area metropolitana di Genova è una infrastruttura complessa della ecoregione di riferimento, è una infrastruttura strategica che risponde ai criteri della Mission-Oriented policy europea?

Questa domanda a cascata ritornerà più volte nei prossimi mesi e nei prossimi anni, e governo nazionale e governatori dovranno rispondere in maniera credibile, altrimenti la pioggia di euro a fondo perduto che pure arriveranno non saranno indirizzati verso infrastrutture strategiche e non potranno mitigare l’effetto spiazzamento che la massa di indebitamento connesso all’intervento europea provocherà.

Verrà così eliminato il margine di ogni avanzo primario disponibile, (entrate fiscali– spesa corrente pubblica) per una politica economica orientata dai nuovi criteri.  Questo aspetto già si verifica da moltissimi anni, sia prima che  dopo l’euro,  e lascia prevedere che la musica non cambierà .

Dacia Maraini con la sua capacità di saper raccontare, sul Corriere della Sera di martedì della scorsa settimana, ha saputo bene sintetizzare il nodo di cui ho parlato: Senza spirito etico non si esce dalla crisi. Per lei la finanza staccata da motivazioni e progetti per un futuro etico del Paese porta alla paralisi ed alla depressione. Certamente, sottolinea ancora la nostra saggia scrittrice, la finanza ha la sua importanza, ma non sarà lei a sollevarci da questo marasma. Ci vuole più ambizione ed amore per il futuro, connesso alla capacità di fare progetti a lunga scadenza. I conti vanno fatti ( lei conclude cercando di aprire le nostre menti), ma con i conti senza lo spirito etico (ovvero generosità, gioia di vivere, attenzione verso gli altri ed il futuro), il Paese non uscirà mai dalla crisi in cui è precipitato, (e aggiungerei: non solo per il coronavirus).

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Bastevole. In ogni caso la musica è Sufficiente (bastante): bastevole, appunto, non solo a se stessa, ma a generare strutture fondative e fondamentali, linguaggi di decodificazione del presente tanto quanto paradigmi di conoscenza del reale.

di Francesco Grigolo

“La musica non dimentica mai se stessa, essa non deve mai cessare di essere musica”. (W. A. Mozart). La musica è l’arte dell’aggiungere e del sottrarre gli elementi che la compongono: ritmo, suono, cadenza, armonia, tempo, melodia, silenzio, canto e controcanto, accompagnamento, pause, consonanze e dissonanze, contrappunto, rumore, imitazioni e sviluppi, pedali e fioriture. Tutti questi elementi sono costituiti in canoni applicativi, a loro volta generatori di equilibri mutevoli. L’agire di questi equilibri compone la comunicazione emotiva, che si pone alla base dell’atto musicale. Tutte queste azioni si organizzano principalmente nello spazio, dimensionato dal tempo e nel tempo: il generare suoni che verranno poi percepiti uditivamente è l’esperienza emotiva voluta e provocata dal musicista. L’effetto sonoro è generato dall’affetto del musicista, e si tramuta nell’orecchio dell’ascoltatore nel sentimento; l’affetto di chi produce può differenziare sostanzialmente dal sentimento generato in chi ascolta. La mediazione seguente dovrebbe esprimere una parte dell’interiorità dell’individuo che produce la musica e un’altra parte di chi si presta ad ascoltare. E’ un processo scientifico in quanto è basato sullo studio della nascita, dell’evoluzione e dell’analisi della struttura intima della musica.

Produrre volontariamente significati e sensazioni organizzando suoni e silenzio, correlare aritmeticamente le frequenze per dipanare un messaggio che generi una esperienza soggettiva, sono accorgimenti musicali capaci di suscitare sensazioni: il linguaggio musicale diventa una categoria della percezione, capace di veicolare e comunicare emozioni specifiche. Quindi, la musica è ciò che ognuno chiama musica: così la musica soddisfa desideri e aspirazioni, bastevolmente.

Cage spiega questa concezione della musica,sottraendoperché ognuno aggiunga, secondo la sua bastevole misura. La musica da risposte all’uomo che altri studi sull’uomo e il suo medio ambiente non riescono a dare. Il recupero di questo concetto, dal termine “musa” permette di distinguere la musica dal suono in senso fisico: ciò che è musica per qualcuno può non esserlo per altri. È chi lo percepisce che ne ricava una sorta di soddisfazione, colmando un desiderio che coincide con uno stato fisico o mentale, reale o fantastico, a cui comunque aspira. Orfeo con il suo canto fu in grado di ammansire le belve ma anche di propiziarsi gli dei; Anfione costruisce le mura di Tebe con la sua cetra.

L’azione (la volontarietà dell’ascolto) e la memoria soggettiva e collettiva, contribuiscono a creare una definizione cognitiva che descrive la rappresentazione interiore della percezione musicale: quando questa definizione è influenzata dalla analisi e dalla memorizzazione dei vari aspetti dell’esperienza dell’ascoltare, può includere anche arti differenti, come la danza. In ogni caso la musica è Sufficiente, bastante: Bastevole non solo a se stessa, ma a generare strutture fondative e fondamentali, linguaggi di decodificazione del presente tanto quanto paradigmi di conoscenza del reale.

 Attenti alla eccessiva inoperosità

“Un tempo esistevano uomini talmente dediti al canto da trascurare tutti i bisogni primari. Da questa stirpe di uomini ebbero origine le cicale, che vivevano e morivano cantando”. Platone (Fedro)

 

 

 

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Pasquale Persico
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