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GLOCAL di Ernesto Pappalardo »

A proposito dell’elezione del presidente della Repubblica, alcuni spunti di filosofia greca.
“Paideia”, soggetti autonomi e in armonia con il mondo
Come identificare le personalità che sembrano tenere conto di alcuni principi fondamentali: “il fine stesso dell’educazione, l’ideale di perfezione morale, culturale e di civiltà cui l’uomo deve tendere”.

In queste giornate caratterizzate dalla prova istituzionale dell’elezione del presidente della Repubblica, è parso non facile tenere conto dei concetti più volte evocati – ma non analiticamente proposti – in riferimento ai principi ideali delle personalità in corsa per il ruolo per il quale apparivano inseguiti, o, più semplicemente (strumentalmente?) citati dalla politica. Mentre, in realtà, prendevano forma varie prove di forza tra agglomerati di partiti – in termini soprattutto numerici – è stato un susseguirsi di immagini che,  a ben vedere, ha delineato come sia davvero molto difficile mettere a fuoco, nel contesto che stiamo vivendo, un nucleo, per così dire, di ideali di riferimento.

Sebbene il tema di fondo di queste “sessioni” televisive – che abbiamo seguito, sapendo bene di non approdare a nulla – non sia stato minimamente affidabile per incamminarsi in una riflessione più ampia, è stato, per così dire, naturale che ai nostri occhi prendesse forma, invece, la necessità di rispolverare il termine greco “paideia”. Vale la pena citare la Treccani per avere piena consapevolezza di che cosa stiamo cercando di parlare. Il significato originario di “paideia” faceva riferimento all’“educazione”, per, poi, trasformarsi in “formazione umana”, fino a “indicare il contenuto di detta formazione”: cioè “la cultura nel senso più elevato e personale”. In buona sostanza la “paideia” diventa non più la “pedagogia”, ma “il fine stesso dell’educazione, l’ideale di perfezione morale, culturale e di civiltà cui l’uomo deve tendere”. E, poi, va tenuto conto che “secondo il modello ispiratore greco, che da Platone e Isocrate al tardo ellenismo ha assunto varie sfumature, il raggiungimento della paideia è frutto di un processo continuo, mai compiuto, che impegna tutto l’uomo, ma attraverso cui questi realizza pienamente sé stesso come soggetto autonomo, consapevole di sé e in armonia col mondo”, (https://www.treccani.it/enciclopedia/paideia/).

Cosa c’entra la “paideia” con l’elezione del presidente della Repubblica, o, meglio ancora, anche con l’elezione di un parlamentare o con l’individuazione di un ministro o di un presidente del Consiglio? In realtà, se ci pensiamo solo per un attimo non ascoltando le parole senza cultura della maggior parte della politica che ci è toccata in dono, avremmo voluto sentire, con grande attenzione, il racconto analitico delle biografie – non quelle preparate da un buon ufficio stampa – delle non poche personalità tirate in ballo per la corsa al Quirinale. Non perché potesse accadere qualcosa di diverso dalla battaglia partitica delineatasi con chiarezza, ma per avere consapevolezza delle persone che si accingevano a percorrere il sentiero che porta al palazzo più difficile e prestigioso della storia repubblicana.

Ernesto Pappalardo

direttore@salernoeconomy.it

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Pensieri filosofici
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