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"Corruzione, ingiustizia sociale, poteri forti, banche. Sono i 4 nemici dei cittadini".
Nemici da combattere, valori da difendere
"Basta. Diamoci una sveglia. Dal 2017 rivogliamo indietro sovranità, identità, persone alte, politiche alte, pensieri lunghi. E crescita per tutti, non per pochi".

di Aldo Primicerio
Corruzione, ingiustizia sociale, poteri forti, banche. Sono i 4 nemici dei cittadini da combattere in questo 2017 che si è appena avviato. Sono le quattro fratture della nostra società. La prima è quella che fa invocare il valore di onestà rispetto alle astuzie di tanti furbetti, abituati a scaricare le proprie colpe su quelle della comunità. E’ il leit motiv, da noi spesso intonato per reclamare un cambio netto di questa classe dirigente vecchia, inetta ed immorale, con una nuova che faccia dell’etica e della sobrietà i motivi ispiratori della politica e degli affari. Lo confermano i sondaggi di questa settimana che, tra i poli di conflitto nella nostra realtà quotidiana, mettono al primo posto il polo tra onesti e furbi, seguito da quelli fra ricchi e poveri. Ecco come hanno ridotto il Paese una classe politica inadeguata ed un’Europa ingiusta e lontana dai valori che l’hanno fondata. La seconda frattura solleva il grande problema di questi ultimi decenni, la scomparsa del proletariato e della borghesia. Il Paese oggi è fatto di privilegiati e di ripiegati, tra chi vede un futuro per sé ed i propri figli e chi invece non ha ascensori sociali da prendere E da qui nascono i nostri timori su quale città, regione, Paese lasciamo ai nostri figli, nipoti e future generazioni. I timori più grande sono nell’ordine l’ingiustizia sociale, il precariato, la povertà, la pressione straniera dei migranti. Eravamo forti, soli, belli, ricchi di export e di speranze. Negli ultimi 15 anni siamo diventati deboli, affollati, poveri, e privi di sovranità e di identità nazionale . La terza e quarta frattura recano i segni del declassamento del ceto medio che fu, delle vessazioni tributarie dello Stato e dei Comuni che non ci restituiscono quasi niente, e dell’insicurezza della nostra stessa esistenza, e poi delle pressioni migratorie, dell’instabilità lavorativa. Cosa ci pesa? I privilegi e l’arroganza della casta politica, il peso dei miliardi che di tasca nostra diamo al Monte Paschi di Siena ed all’Europa che ce ne restituisce la metà: ci innescano risentimento, mixofobia, fastidio. Non sembriamo più noi, quegli italiani e quei meridionali allegri, generosi e scanzonati. Questo stivale infilato nel Mediterraneo è diventato il Cassandra Crossing di infelici e diseredati, ma anche di spostati e deviati mentali. Che hanno ridestato sentimenti irrazionali e quasi primordiali in noi che pure siamo stati migranti ed abbiamo colonizzato il mondo. Ecco, questo è il Paese, la regione, la città che ci ritroviamo in questo incipit del 2017. Con un fardello pesante sulle spalle. Che però non ci fa perdere speranza e fiducia. Non siamo i nichilisti dell’ultima ora. Anzi, abbiamo grande voglia di fare. Ma a delle condizioni. La prima è il ricambio di una classe dirigente nuova. Quella che c’è, lo ripetiamo sempre, è vecchia ed ormai compromessa, conservatrice delle posizioni acquisite, corrotta, egoista, senza valori. Vogliamo invece gente ad alto tasso di onestà, rispetto, impegno, e visione del futuro. Non c’interessano gli intellettuali, i maniaci dei congiuntivi, e neanche i populisti, i razzisti ed i “democristi”, ma vogliamo invece i progressisti ed i riformatori. Riflettiamoci: destra e sinistra oggi in Italia sono soltanto due parole con le iniziali diventate minuscole e con niente dentro. Ed questi ultimi 15 anni ci hanno fermati, come ipnotizzati dai prescelti, dai fedelissimi, dagli annunciatori, dai filisti e nepotisti, dai rottamatori, dagli imbonitori dei Porta a Porta, del Si può fare e dell’Italia che riparte. Basta. Diamoci una sveglia. Dal 2017 rivogliamo indietro sovranità, identità, persone alte, politiche alte, pensieri lunghi. E crescita per tutti, non per pochi.


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