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GLOCAL di Ernesto Pappalardo »

Nato a Verona il 25 agosto del 1941, morto a Milano il 20 giugno del 2020, è stato un centrocampista dotato di estro, fantasia e capacità tecniche non comuni. Ha giocato nell’Inter dal 1957 al 1973.
Mario Corso e Pelè, la foto magica scattata nel 1963
Un grande, un grandissimo inventore di calcio, quel calcio che abbiamo sognato da ragazzini e abbiamo imparato a vedere in quelle tv che apparivano in bianco e nero. Il mito di chi ha saputo inventare le traiettorie a foglia morta e i tiri che arrivavano in rete senza avvisare nessuno.

La foto che accompagna questo pezzo che salernoeconomy.it non può non dedicare a Mario Corso, vero e sempre presente trequartista puro dell’Inter che faceva girare la testa negli anni 60’ – come lo definì qualche anno fa, al momento della notizia della sua scomparsa, il grande Mario Sconcerti sul Corriere della Sera – fu scattata a San Siro con Pelè: il 12 maggio del 1963, negli spogliatoi, poco dopo il fischio finale dell’amichevole Italia-Brasile (3-0) con le reti di Sormani, Sandro Mazzola (su calcio di rigore) e Bulgarelli. Pelè fu in campo per poco più di 25 minuti, subendo l’implacabile marcatura a uomo di Giovanni Trapattoni. Poi, fu sostituito per qualche piccolo problema fisico. Corso disputò la ripresa e non ebbe occasione di ritrovarsi con Pelè nel rettangolo di gioco. Ma negli spogliatoi ci fu lo scatto che entrò nella storia del calcio.

Mario Corso “lo abbiamo raccontato – scrive l’Inter (inter.it) – in tanti modi: con le immagini in bianco e nero delle sue prodezze, con i ricordi dei compagni che ancora oggi si chiedono come facesse a calciare quelle punizioni a foglia morta con quei palloni tanto duri e pesanti. E con le sue parole, mai banali, fino a quell’ultima frase che ci aveva regalato: Ho dedicato 60 anni di vita all’Inter: ho avuto tantissimo, ho dato qualcosa”. E così scendiamo nel dettaglio di questa foto con Pelè che raccoglie un significato esistenziale: “Una foto particolare – spiega l’Inter – preziosissima e storica. Mario, maglioncino e camicia, abbraccia Pelé. Sì, il leggendario brasiliano. Corso era l’unico calciatore che Pelé avrebbe voluto nel suo Brasile: non una leggenda metropolitana, ma una ammirazione chiara e sincera che Pelé non ha mai nascosto”.

Perché? Perché era molto facile riconoscere nel modo di stare in campo – e nel mondo – di Corso il segno superiore della genialità, della ricerca istantanea del gesto che folgora tutti gli altri e li incammina sulla strada aperta del gol, che, pure, lascia apparire all’improvviso, il ricamo armonico della meraviglia.

Mario Corso – nato a Verona il 25 agosto 1941, morto a Milano il 20 giugno del 2020 – è stato un centrocampista dotato di estro, fantasia e capacità tecniche non comuni. Ha giocato nell’Inter dal 1957 al 1973. Ha concluso la sua carriera al Genoa (nel 1975). In nerazzurro ha firmato 507 presenze con 95 reti. Ha vinto quattro campionati di A, due Coppe dei Campioni e due Coppe Intercontinentali. In nazionale è stato in campo 23 volte, con quattro reti.

Con i calzettoni abbassati – in stile Omar Sívori – Corso si caratterizzava per l’estrema precisione dei suoli lanci lunghi o brevi, ma cuciti addosso a chi doveva riceverli. Correva sempre guardando negli occhi il campo di calcio, faceva giochi di prestigio con la palla e gli avversari non riuscivano quasi mai a fermarlo. E, poi, arrivava la sua punizione a “foglia morta”: era il piede sinistro a impostare traiettorie non previste, micidiali e imprevedibili per il portiere che spesso si trovava costretto a rincorrere il pallone che entrava, inesorabilmente, in porta. Tra i soprannomi, incamerò anche quello di Mandrake.

Aveva sulle spalle il numero 11, ma non era e non faceva l’ala sinistra, in mezzo al campo era, sempre, un vero e proprio trequartista, che ondeggiava a destra, con un solo obiettivo: puntare a rete e mettere la palla dentro.

«Quando Suárez era in forma – ha spiegato bene Carlo Tagnin, centrocampista dell’Inter dal 1963 al 1965 – sapevamo di non perdere, ma quando Corso era in forma sapevamo di vincere».

Arrivò all’Inter il 20 giugno 1958 con Mario Da Pozzo e Claudio Guglielmoni. La squadra nerazzurra mise in campo nove milioni (di lire), per lui settantamila lire al mese. La prima partita il 29 giugno 1958, a 16 anni e 10 mesi (Coppa Italia, contro il Monza, 3-1 per l’Inter. Il suo primo gol lo realizzò il 13 luglio sempre del 58’: 3-0 contro il Como (Coppa Italia): fu il più giovane marcatore della storia interista. Il 23 novembre esordì in Serie A:  5-1 contro la Sampdoria. Il primo gol in serie A arrivò a 17 anni, 3 mesi e 5 giorni (30 novembre 1958), 3-0 contro il Bologna.

Fu determinante nella Grande Inter, una formazione di grandi talenti: Sandro Mazzola, Giacinto Facchetti, Giuliano Sarti, Armando Picchi, Aristide Guarneri, Tarcisio Burgnich, Luisito Suárez, Antonio Angelillo, Humberto Maschio, Joaquín Peiró, Jair da Costa, Angelo Domenghini, Roberto Boninsegna.

Tra le tante e bellissime reti, resta quella infilata – 26 settembre 1964 – nel terzo incontro tra i Inter e  Independiente, coppa Intercontinentale. Fu la sua illuminazione (primo tempo supplementare) a incorniciare la vittoria.  Ultima giocata con la maglia nerazzurra il 17 giugno 1973: Inter-Juventus (Coppa Italia, 1-1). Attraverso quindici stagioni, Corso giocò 502 partite e segnò 94 gol.

Svolse, per qualche tempo, il ruolo di allenatore: nella stagione 1987-1988 guidò il Mantova e vinse il campionato di C2, l’anno successivo, sempre con il Mantova raggiunse il sesto posto in C1. Nel campionato 1991-1992 – dopo Fascetti – guidò il Verona con Nils Liedholm. Così concluse la carriera di allenatore e diventò osservatore dell’Inter.

Un grande, un grandissimo inventore di calcio, quel calcio che abbiamo sognato da ragazzini e abbiamo imparato a vedere in quelle tv che apparivano in bianco e nero. Il mito di chi ha saputo inventare le traiettorie a foglia morta e i tiri che arrivavano in rete senza avvisare nessuno.

Grazie Mario, sei e resterai il calciatore italiano che piaceva più di tutti gli altri a Pelè.

Ernesto Pappalardo

direttore@salernoeconomy.it

 

 

 

Mario Corso-Foto con Pelè (inter.it)
Mario Corso con Pelè
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