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Dati Cciaa Milano/L’analisi sulla provenienza territoriale delle cariche aziendali
Manager ed imprenditori Made in Salerno “invadono” l’Italia
La ricerca dell'ente camerale conferma la diffusa presenza sul territorio nazionaleLo scenario evidenzia la dinamicità nel segmento della gestione delle imprese anche sul territorio provinciale

La provincia salernitana risulta al 7° posto in Italia per numero complessivo di cariche di impresa provenienti da cittadini nati in una provincia (140.613, il 2% del totale nazionale). Questo uno degli aspetti emersi sull’imprenditorialità salernitana da un’elaborazione della Camera di Commercio di Milano sui dati del registro delle imprese al secondo trimestre 2013 (escludendo dall’analisi le cariche tenute da cittadini non italiani). Ma lo “spessore” numerico relativo alla dinamicità degli imprenditori salernitani (costituito dal numero di titolari, amministratori e soci attivi nelle imprese) trova conferma in altri risultati emersi dall’analisi. La provincia di Salerno è anche dodicesima in Italia per numero di cariche presenti all’interno del suo territorio (124.751, l’1,7% del totale nazionale) e 9° relativamente al numero di cariche di impresa esportate fuori dai confini provinciali (34.304, l’1,8% del complessivo).Insomma, un esercito imprenditoriale importante che, comunque, preferisce svolgere la propria attività all’interno del territorio natìo, così come dimostrato dai dati relativi al livello di autoctonicità, ossia il rapporto tra il totale delle cariche provenienti dalla provincia in cui sono attive e le cariche totali presenti in provincia. In questa analisi Salerno, pur non figurando nei primissimi posti nazionali, esprime un rapporto pari all’85,2%, un valore abbastanza alto se confrontato a quello relativo alla media nazionale che è del 74,1%. Conseguentemente, risulta non elevatissima la percentuale relativa al rapporto tra il numero di cariche esportate dalla provincia e il totale delle cariche nate nella provincia: nonostante il numero di cariche esportate (9° posto nazionale), la percentuale è pari al 24,4%, un dato inferiore alla media nazionale pari al 27,7%. Così pure per quanto riguarda il numero complessivo di cariche di impresa provenienti da cittadini non nati nella provincia salernitana pari a 18.442, circa l’1% del totale nazionale.
Napoli, Milano e Roma “serbatoi” imprenditoriali.
Restando in Campania, secondo l’elaborazione della Camera di commercio di Milano, sono i napoletani a guidare la classifica per il numero complessivo di cariche in imprese presenti in Italia: tra titolari, soci, ecc., quasi 400 mila risultano gli originari di Napoli (396 mila), precedendo i romani (365 mila) e i milanesi (345 mila). I nati a Milano, però si confermano primi in Italia per numero di cariche in impresa esportate nelle altre province: ben 114 mila, precedendo Napoli (ferma a 108 mila) e Roma (75 mila). E sono quasi 500 mila le persone a Milano e provincia impegnate in un’attività imprenditoriale, tra titolari, amministratori, soci (considerando le sole persone attive), primo posto in Italia col 6,6%, seguono Roma (427 mila) e Napoli (316). Ma tra questi, meno 1 di 2 è un milanese (il 48,6% del totale, in leggera crescita rispetto al 47,8% di due anni fa), il valore di autoctonicità più basso in Italia.
Al Sud le province più “autoctone”.
Le province più “autoctone” sono tutte concentrate al Sud: a Bari il 91,4% degli imprenditori è originario della città (+0,4% in due anni), segue Napoli (90,9%), Reggio Calabria (90,6%) e Lecce (90,6%). Mentre, oltre a Milano, le province in Italia che attirano più imprenditori sono Monza e Brianza (solo il 49,4% degli imprenditori a Monza e Brianza sono brianzoli), Prato (51,2%) e Novara (54,5%).
A Crotone 1 imprenditore su 2 “espatria”.
In media in Italia oltre 1 persona coinvolta in una carica di impresa su 4 (il 27,7%, dato stabile rispetto al 28,8% del 2011) è originario di una altra provincia rispetto a dove è nato. Una percentuale che raggiunge il suo massimo a Crotone, dove 1 imprenditore su 2 originario di Crotone “espatria”. Seguono Vibo Valentia (47,2%), Vercelli (44,2%) ed Enna (43,1%). Scarsa invece la mobilità a Bolzano, Trento, Brescia e Aosta.
(Fonte Com. St. Cciaa di Milanodel09.01.14)

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