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GLOCAL di Ernesto Pappalardo »

Le inevitabili prese di posizione in seguito ai problemi di viabilità e di sovraffollamento
Luci e polemiche sulla città “turistica”
L’affermazione di un nuovo modello economico all’interno del perimetro del capoluogo si scontra con l’urgenza di attivare meccanismi di partenariato pubblico-privato al di la di sterili contrapposizioni localistiche.

Possono piacere o no, ma le “Luci d’artista” inventate dal sindaco Vincenzo De Luca funzionano. Sono un potente attrattore di visitatori all’interno di una parte del territorio ricadente nel perimetro del comune capoluogo e sono capaci di attivare una notevole animazione in un periodo nel quale i salernitani benestanti tendono in ogni caso a ritagliarsi spazi di vacanza lontano dalla città. Questo è un dato di partenza di cui spesso non si tiene conto nei vari ragionamenti che si fanno in questi giorni a Salerno. Ma, al di la delle strumentalizzazioni di vario genere, ancora non prende piede un altro tipo di riflessione che, pure, potrebbe avere il pregio di diventare più costruttiva rispetto a quanto si tende da più parti ad affermare. In realtà, una massa così ingente di persone che si riversa per le strade del centro cittadino in maniera costante e continuativa per giorni e giorni rappresenta un’irripetibile occasione per mettere a fuoco i tratti di una nuova identità (non solo nel periodo natalizio e di fine anno) di Salerno e dell’intera cintura metropolitana. Ma mancano drammaticamente all’appello alcuni “pezzi” della filiera socio-economica che dovrebbero, invece, essere parte integrante e fondamentale del meccanismo attrattivo nel più breve tempo possibile. Può essere un esercizio utile chiarirsi le idee su cosa fanno gli altri alle prese con manifestazioni ben più complesse di “Luci d’artista”. Probabilmente quello che non c’è – o, comunque, si percepisce ben poco – a Salerno è la capillare diffusione di una metodologia basata sul partenariato pubblico-privato. Dove non può (e non deve, per carità) arrivare il pubblico può (e deve, assolutamente deve) arrivare il privato che si trova di fronte migliaia e migliaia di potenziali “clienti” ai quali offrire un “prodotto”. Ma quale tipo di offerta e quale tipo di prodotto? E’ questa la vera questione. Nel momento in cui il Comune ha provveduto – quasi totalmente a spese proprie – ad apparecchiare la tavola, almeno il dolce e la frutta dovrebbero offrirlo i privati o gli Enti e le Associazioni nei quali essi si riconoscono (o dicono di riconoscersi). Naturalmente, potremmo passare ore nel gioco della ricostruzione delle responsabilità rispetto al mancato decollo delle sinergie tra pubblico e privato per la solita questione dei buoni o cattivi rapporti tra i vari attori dello sviluppo locale. A sentire le varie campane le ragioni potrebbero stare dall’una e dall’altra parte. Non mancano in questa città gli specialisti in dietrologia (quasi sempre impegnati a tempo pieno nel ritagliarsi una particina – anche piccola – in commedia o nel lucrare una poltrona di qualsiasi genere). Ma di tutto questo poco importa ai salernitani oberati sostanzialmente da due problemi: la paralisi pressoché totale delle strade del centro con conseguenze veramente intollerabili (ed anche da non sottovalutare in nessun modo dal punto di vista dell’ordine pubblico e della tutela di quanti potrebbero avere bisogno di soccorsi sanitari); la netta disparità di occasioni di business tra gli esercenti delle zone centrali e quelli allocati nelle aree più o meno periferiche della città. Visto che le risorse pubbliche impiegate sono di tutti i cittadini salernitani – a prescindere dal quartiere o dalla strada dove risiedono – sarebbe necessario provare a stimolare la diffusione dei benefici su tutto il territorio urbano (per quanto possibile). Come fare? In altre località – per esempio – mentre l’Amministrazione Comunale provvede a farsi promotrice di collaborazioni tra pubblico e privato proprio per “allargare” il cartellone di eventi collaterali (card dedicate allo shopping con percorsi prestabiliti; itinerari enogastronomici; visite guidate in notturna a musei e gallerie d’arte; programmi concertistici in luoghi particolarmente suggestivi etc etc), i privati – in forma autonoma o attraverso le rappresentanze alle quali fanno riferimento e senza, ovviamente, bussare a quattrini pubblici – si incaricano di proporre al Comune quanto ritengono opportuno per intercettare in qualche modo “l’utenza” che l’Amministrazione ha avuto il merito di fare arrivare a Salerno. Se, poi, si vogliono fare le cose veramente bene, basta dare uno sguardo ai disciplinari su base volontaria che consentono a pubblico e privato di selezionare i soggetti che potrebbero fregiarsi del marchio di qualità “Luci d’Artista” ed entrare a fare parte del programma ufficiale (con tanto di eventi integrativi della manifestazione principale). Ma, al momento, siccome sembra essere in atto un dialogo tra sordi, non resta che rassegnarsi all’immobilità permanente (soprattutto di sabato e domenica) o prendere in seria considerazione l’ipotesi (tra l’altro tonificante) di lasciare l’auto lontano dal centro.
ERNESTO PAPPALARDOdirettore@salernoeconomy.it

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