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Lo speciale/Il Collegio Medico di Salerno: fondazione, sviluppo e scioglimento.

di Giuseppe Ferrantino

Leopoldo Cassese (n. 1901- m. 1960), archivista e storico, (1) in un suo saggio ha citato alcuni trattati medici, riconducibili all’ambiente culturale salernitano, come il Passionarium (Il Passionario) (2) scritto da Garioponto, vissuto intorno al 1040, con la collaborazione di alcuni Socii e il De arte medendi (Sull’arte della guarigione), di Cofone il giovane, fiorito tra il 1100 ed il 1110, il quale ci informa di aver scritto il suo trattato ascoltando il modo di guarire dalla viva voce di Cofone il vecchio, vissuto intorno al 1060, e basandosi sugli scritti dei suoi Soci. (3) Quindi da questi testi, secondo Cassese, si evince che la Societas medicorum che si delinea in Garioponto e Cofone il vecchio si struttura per moto spontaneo a metà dell’XI secolo. (4) Sicuramente i Socii di cui parla Cofone sono, secondo il linguaggio scolastico medioevale gli allievi e la Societas indica una organizzazione di tipo universitario. Ma oltre la Societas tra maestri e discepoli vi è una Societas doctorum phisicalium, composta di soli maestri, organismo che offre loro la possibilità di collaborare nella elaborazione di testi utilizzati per l’insegnamento. Ma Paul Oskar Kristeller (n. 1905 – m. 1999), filologo e storico, (5) ritiene che questa collaborazione tra Maestri non prova l’esistenza di una organizzazione regolare a forma di corporazione. (6) Va precisato che nel medioevo i termini schola, societas, confratria, collegium, sodalitas erano sinonimi. (7)

Tra il XII ed il XIII secolo vi furono una serie di pronunce conciliari che proibirono l’esercizio della medicina e della chirurgia da parte dei religiosi. Questo consentì l’emergere della medicina laica che nella maggior parte dei casi fu di modesta levatura e spesso dannosa per la popolazione. (8) Tanto che fu necessario da parte di Ruggero II (n. 1095 – m. 1154) (9) l’emanazione nel 1134 di un decreto che stabilì, per chi avesse intenzione di esercitare la medicina, l’obbligo di presentarsi ai funzionari reali e ai giudici e sottoporsi ad un loro esame. Un secolo dopo questo decreto fu incorporato in un corpus di leggi e di ordinamenti, emanate da Federico II di Svevia. (10) (11)

Infatti, a Melfi, oggi in provincia di Potenza, Federico II di Svevia (n. 1194 – m. 1250) nell’agosto del 1231 emanò le sue Constitutiones (12) la cui raccolta è spesso indicata con il nome Liber Augustalis. (13) L’edizione del 1533, stampata a Lione, opera del tipografo Dionisio de Harsy è la prima che reca la numerazione delle costituzioni. (14) Il Liber Augustalis è diviso in 3 libri, e la Costituzione numero 45, avente per titolo Che nessuno osi esercitare la medicina se non sia stato approvato in sessione pubblica dai maestri di Salerno nel Libro III, stabilisce che per esercitare la professione di medico, l’aspirante deve prima essere stato approvato in sessione pubblica dai maestri di Salerno e con una loro lettera attestante la sua adeguata preparazione si deve presentare al re o ad un suo rappresentante per ottenere la licenza, considerando i danni che potrebbero determinarsi a causa dell’imperizia dei medici. Questa legge insieme ad altre tre – Costituzioni n. 46, n. 47 e n. 48 – sempre contenute nel Libro III sono la prima raccolta di leggi sanitarie del mondo Occidentale. (15) Dopo circa sei secoli dalla emanazione, il testo legislativo voluto da Federico II di Svevia – finché lui visse furono aggiunte nuove costituzioni integrative o sostitutive delle precedenti – fu abrogato nel 1809 nel Regno di Napoli e dieci anni dopo nel Regno di Sicilia. (16)

La procedura descritta nel Decreto di Ruggiero II del 1134, per la concessione di licenze per la pratica medica, non consente di affermare che tali licenze siano state rilasciate a Salerno. (17) Inoltre è errato dedurre che la Costituzione n. 45 di Federico II del 1231 diede ai Maestri di Salerno il diritto di concedere licenze mediche. (18) Pertanto è da ritenersi che era riservato al Re il diritto di concedere licenze mediche. Tali licenze erano costituite da lettere indirizzate dal Re a sui funzionari, in una certa città o provincia, che di un medico attestavano lealtà e cultura il quale riceveva il permesso di esercitare la medicina e di solito questo permesso era limitato ai territori di competenza dei funzionari ai quali erano indirizzate le lettere. (19)

La concezione di laurea dottorale, come la intendiamo oggi, non si sviluppò prima del XIII secolo, (20) infatti, le regole definitive per conferire le lauree in legge a Bologna e in teologia a Parigi furono stabilite solo intorno al 1220. Pertanto, è comprensibile se tali regole non appaiono a Salerno prima di questa data e del resto, come afferma Kristeller, “Una scuola di medicina ebbe un interesse meno diretto di una scuola di legge per le formalità istituzionali.” (21)

Nel 1277 Carlo I d’Angiò (n. 1226 – m. 1285), (22) con una lettera indirizzata al suo luogotenente, ordinò che nessuno poteva ricevere la laurea in Arti o Medicina a Salerno senza uno speciale permesso regio. Da questo documento si apprende che a Salerno venivano rilasciati diplomi sia in Arti, ossia in Filosofia, che in Medicina. (23) Alla fine del Duecento, l’esame a Salerno viene seguito da un altro esame presso la Curia Reale e il conferimento della laurea dipende da un ordine regio. Quindi, con Carlo I d’Angiò, dal 1277, il conseguimento della laurea in Medicina richiede le stesse condizioni che erano richieste con Federico II di Svevia, dal 1231, per conseguire la licenza medica. Nel regolamento del 1277 appare per la prima volta, per quanto riguarda Salerno, la cerimonia con la quale il dottorando riceve in pubblico il libro e l’onore del suo grado. (24)

Un altro intervento legislativo che ha segnato lo sviluppo istituzionale del Collegio Medico di Salerno fu il Decreto del 27 agosto 1359 della Regina Giovanna I d’Angiò (n. 1325 – m. 1382) (25) che a seguito di una petizione confermò la consuetudine per cui quei medici che avevano ottenuto un certificato dai maestri di medicina di Salerno potevano praticare la medicina in tutto il regno, senza l’aggiunta di una licenza reale. Questa rivendicazione non aveva alcun fondamento in un documento precedente e la consuetudine o non esisteva affatto o si era sviluppata di recente in contrasto con tutte le leggi precedenti. In tal modo la Scuola acquisisce il diritto di concedere licenze in medicina senza intervento reale. (26) (27) Tale privilegio fu confermato successivamente da Re Ladislao nel 1413 e da Ferdinando I d’Aragona nel 1476. (28)

Andrea Sinno, per quanto ammetta che non è possibile assegnare al Collegio Medico di Salerno una data di fondazione, ritiene che esso sia stato istituito poco dopo la fondazione della Confraternita di San Matteo (29) in quanto sia il grado di Priore, dal latino “più insigne”, (30) sia la cerimonia che si svolgeva quando veniva conferito il titolo dottorale fa pensare alla gerarchia delle antiche Confraternite ed al rito che si svolgeva nell’ammissione di un nuovo confratello. (31) Relativamente alla fondazione della Confraternita di San Matteo: Mazzocchi sostiene che è stata istituita verso la fine del Mille e Garufi scrive che nel 1143 era da tempo fiorente. (32)

Il Collegium doctorum di Salerno viene menzionato per la prima volta, nel 1442, nella risposta data da Alfonso V d’Aragona (n. 1396 ca. – m. 1458), re di Sicilia e re di Napoli, (33) ad una petizione della città di Salerno. (34) Con questo documento fu concesso un riconoscimento legale per la costituzione di un Collegium medico a Salerno, con il diritto di conferire lauree e di rilasciare licenze mediche. Non sappiamo se il Collegium doctorum fu realmente fondato nel 1442 o rimase per qualche tempo solo un progetto, comunque, appare per la prima volta nella minuta del diploma di laurea in chirurgia conferita a Rinaldo Farina datata 7 aprile 1473 che è conservata presso l’Archivio di Stato di Salerno. (35) (36) (37) (38) (39) È in questo documento che appare per la prima volta il capo del Collegium con la qualifica di priore, infatti, esso è firmato Jacchetta de Granita prior doctorum collegii et studii Salernitani e da altri cinque dottori, ma la dizione della qualifica non mostra che il Collegium si è già realmente e giuridicamente separato dallo Studium. Invece, un diploma di laurea in arti e medicina conferito l’11 febbraio 1494 ad Angelo de Amitrano di Napoli (40) è firmato Paulus de Granita medicine doctor Prior in medicine scientia. Adrianus de Aurofino artium et medicine doctor Prior in philosofie scientia e da altri cinque artium et medicine doctores de Collegio Salernitano, pertanto, l’espressione fa pensare che il Collegium nel 1494 sia diventato una istituzione separata ma diretta da due priori uno per la medicina ed uno per la filosofia. Quindi è nella seconda metà del Quattrocento ossia in epoca aragonese che si vengono a definire due distinte istituzioni: lo Studium in cui si tengono le letture, oggi si direbbe le lezioni, e il Collegio Medico che conferisce lauree e licenze. (41) E’ in questo periodo che il diritto di concedere licenze all’esercizio professionale non è più regale ma diviene collegiale. (42) Inoltre, la distinzione formale tra Collegium Doctorum e Universitas Medicorum fa pensare ad una superiorità della prima struttura sulla seconda. (43) Fino al 1525 tutti i diplomi portano il nome di due Priori. Tra i diplomi giunti fino a noi il primo ad essere firmato di nuovo da un solo Priore è del 1529. (44) Pertanto per poco più di trenta anni il Collegio in deroga a quanto stabilito dai Capitoli ha avuto due Priori, il prior in medicinali scientia e il prior in philosophiae scientia. (45) Con Paolo Grisignano, che è stato Priore tra il 1529 ed il 1547, verrà ristabilita la consuetudine di aver un solo Priore a capo del Collegio. (46) Sinno ha ritenuto che tale deroga sia stata dovuta al raggiungimento del grado di Priore da parte di Paolo de Granita, prior in medicinali scientia tra il 1490 ed il 1514 (47) il quale era dottore soltanto in medicina ma non in filosofia. Pertanto, affinché ci fosse anche la rappresentanza dei dottori in filosofia in seno al Collegio fu nominato anche un prior in philosophiae scientia. (48)

L’organizzazione definitiva del Collegio appare nei Capitula et Constitutiones Collegij et Studij Salernitani in Artibus et Medicina (Capitoli e Costituzioni del Collegio e dello Studio Salernitani in Arti e Medicina) che rappresentava lo statuto del Collegio e dello Studio. In esso il primo articolo fissa a dieci il numero dei componenti e quando uno di essi muore il successivo nell’ordine prende il suo posto, il secondo articolo prescrive che il più vecchio nell’ordine deve essere Priore a vita. Per far parte del Collegio erano richiesti venti anni di residenza a Salerno. (49) Nel tempo Capitoli e Costituzioni del Collegio e dello Studio furono integrati da numerosi altri decreti finalizzati all’organizzazione delle due istituzioni. (50) La copia più antica giunta fino a noi è della fine del XV secolo. (51)

Il Collegio era composto dal Priore, che era la massima autorità del Collegio ed era il più anziano, a lui seguiva il Promotore o Sottopriore, destinato a succedere al Priore e ne assumeva le funzioni in sua assenza. Poi vi era il Capobanca, era il più anziano tra gli altri componenti detti Collegiali. Il Collegio era composto da dieci membri chiamati Collegiali Ordinari, poi vi erano i Collegiali Soprannumerari detti anche Straordinari, erano quattro, che per ordine di anzianità succedevano ai Collegiali Ordinari, quando fossero venuti a mancare. Tutti gli altri medici della città erano Alunni. (52) Quindi era l’anzianità l’unico criterio utilizzato per le attribuzioni delle cariche e per l’ascesa ai diversi gradi del Collegio. (53) Il Priore nelle Università italiane era eletto dagli studenti, mentre a Salerno alla sua morte, per diritto gli succedeva il più anziano dei collegiali, quindi, il Priore conservava il suo incarico fino alla morte, (54) o come si usava dire fino a quando non fosse stato chiamato dal Signore a miglior vita. (55)

L’insediamento di un nuovo Collegiale al posto che si era reso vacante avveniva alla presenza del notaio con una funzione semplice ma solenne. Il Collegio si riuniva, a seguito di invito del Priore, nella Cappella di Santa Caterina o nel Palazzo di Città, preso atto della vacanza che si era determinata assegnava il posto che si era reso vacante, al Collegiale che seguiva per ordine di anzianità e questi ne prendeva possesso con tutti i diritti e gli emolumenti che gli competevano dando e ricevendo dai Collegiali il bacio della pace, dopo aver giurato di rispettare i Capitoli del Collegio. Allo stesso modo avveniva l’insediamento del Priore. Il Collegio invitava il Promotore al quale spettava il diritto alla successione al Priorato per la sua qualità di più anziano, a prendere il posto che si era reso vacante per la morte del Priore. Questi ne prendeva il reale possesso andando a sedere su una sedia separata dalla banca dei Collegiali, situata nel mezzo più grande delle altre, (56) posta sopra una predella, ossia una piattaforma di legno, con avanti un tavolo con sopra lo scettro reale, per la giurisdizione esercitata, e le insegne che durante la cerimonia di conferimento della laurea avrebbe dato al dottorando, ossia la corona d’alloro ed edera e l’anello dottorale. (57) (58)

Nei Capitoli e Costituzioni del Collegio Medico di Salerno vengono descritte le insegne di cui si fregiava il Priore ossia il berretto priorale, i guanti e il laccio dorati. (59) Il berretto è il simbolo del potere giurisdizionale, la doratura dei guanti e del laccio rinvia al trinomio regalità-potenza-ricchezza. (60)

Il Collegium fu strettamente legato allo Studium in quanto molti dottori del Collegium erano anche Lettori, ossia professori, dello Studium. (61) Probabilmente è questo il motivo per cui in passato il Collegio Medico veniva identificato con lo Studium per quanto i due istituti avevano funzioni completamente diverse. (62)

I Lettori dello Studium erano retribuiti dalla città, il loro incarico durava per un periodo di quattro o cinque anni, una volta scaduto essi presentavano una richiesta di rinnovo. L’eventuale conferma veniva deliberata dal Reggimento grande dei ventiquattro a seguito della valutazione dell’insegnamento del richiedente. – Il Reggimento grande insieme al Reggimento piccolo di sette membri costituiva il Governo cittadino. – Il loro stipendio variò nelle diverse epoche, ma fu sempre modesto, raggiungendo al massimo 100 ducati annui. Ai Collegiali Ordinari, in seguito a voto del Collegio, erano conferiti incarichi speciali, che duravano solo un anno e per i quali avevano ulteriori emolumenti. Vi era chi aveva funzioni di cassiere, chi era deputato a conservare il sigillo del Collegio, chi faceva da archivista, chi da esaminatore dei dottorandi, chi componeva le liti e chi tutelava gli interessi dei casali della città. (63)

Ai Collegiali era concesso di tenere letture private nelle loro case ed erano esentati dal pagamento delle gabelle. (64)

Altra fonte di guadagno per i Collegiali era rappresentata dalla tassa dovuta dal dottorando per essere ammesso a dare gli esami di laurea. Essa variò secondo le diverse epoche. Nel 1556 la tassa era di 24 ducati, nel 1667 aumentò a 46 ducati, per scendere a 40 ducati nel 1754. La somma versata dal candidato era ripartita tra i Collegiali. Il Priore aveva diritto al doppio della quota che spettava agli altri Collegiali, il Collegiale presentatore oltre la quota che gli spettava percepiva un ducato in più. Mentre ai Soprannumerari veniva versata loro la quota solo quando sostituivano il Collegiale assente. (65) Nel caso che il candidato non fosse stato approvato una metà dell’importo della tassa di esame versata dal candidato veniva trattenuta dal Collegio e divisa tra i Collegiali e l’altra metà veniva restituita. (66)

Inoltre, il Collegio Medico di Salerno, in virtù della Costituzione n. 47 di Federico II di Svevia avente per titolo Sulla definizione del ruolo di coloro che garantiscono su elettuari e sciroppi aveva il compito di vigilanza sulle spezierie, oggi si direbbe farmacie, sulle drogherie della città e dei casali e sui depositi delle droghe, durante il periodo di svolgimento della fiera di San Matteo. (67) (68)

Nel Cinquecento si instaurò tra i Collegiali uno spirito di intolleranza verso quei componenti che oltre all’esercizio della medicina si dedicavano anche alla professione legale. Infatti è del 4 luglio 1559 la deliberazione del Collegio che stabiliva l’espulsione dal Collegio di chi avesse esercitato un’altra professione oltre quella di medico e tale disposizione fu rigorosamente osservata. (69)

Tra le prerogative del Priore vi erano quella di conferire i gradi accademici, ossia il Privilegio – oggi si direbbe Laurea – o la Licenza e quella di giudicare i Collegiali, (70) i Lettori della Scuola, in quanto leggevano e commentavano i testi scientifici, – oggi si direbbe Professori ordinari – (71) e gli Alunni. Infatti, al Priore erano rimesse le cause in prima istanza della Regia Camera della Sommaria, del Sacro Regio Consiglio (72) e di tutti gli altri Tribunali. (73) (74)

Per ottenere il Privilegio il candidato era sottoposto a due esami uno privato ed uno pubblico – in origine l’esame di laurea doveva essere unico e solo successivamente si stabilì un doppio esame -. L’esame privato era un modo per valutare la preparazione del candidato, dapprima si svolgeva in presenza di tutti i componenti il Collegio, senza la presenza di estranei, successivamente tale incarico fu affidato al Priore e ad un Esaminatore, delegato dal Collegio, i quali esaminavano il candidato e se fosse stato riconosciuto idoneo poteva sottoporsi all’esame pubblico per conseguire il Privilegio dottorale. (75) Il punto 6. dei Capitoli e Costituzioni del Collegio Medico di Salerno stabilisce che il dottorando deve sottoporsi a un esame rigoroso. (76)

La licenza all’esercizio della medicina veniva rilasciata o quando il candidato, completati gli studi, era nell’impossibilità materiale di recarsi a Salerno per sostenere l’esame di laurea o quando all’esame di laurea non aveva dato una prova sufficiente. (77) Ma la Licenza consentiva di esercitare la medicina solo entro i confini del proprio territorio, mentre il Privilegio dava il diritto ad esercitare la professione dovunque e consentiva di accedere alla cattedra. (78) Titolo accademico diverso era la Licenza in arte Pharmaciae detta anche in arte Aromataria, (79) che doveva essere conseguita da chi voleva svolgere l’attività di speziale, oggi si direbbe farmacista.

L’autenticità dei privilegi dottorali era attestata dal notaio – l’autentica notarile era scritta ai piedi del privilegio – ed avendo il notaio del Collegio Medico di Salerno la doppia qualifica di notaio regio e apostolico, che dava a chi ne era investito il diritto di stipulare e autenticare atti, che avevano il loro riconoscimento giuridico, sia dal potere regio che da quello ecclesiastico, i privilegi dottorali rilasciati dal Collegio di Salerno consentivano l’esercizio della professione ovunque e non solo nel Regno di Napoli. Inoltre, i diplomi recavano il sigillo del Collegio che veniva apposto dal notaio del Collegio stesso. Era un sigillo pendente, ossia era attaccato alla pergamena mediante un nastro di seta, in ceralacca e protetto da una teca di stagno. Il sigillo era di forma circolare, nel mezzo vi era lo stemma della città rappresentato da uno scudo sannitico, sormontato da una corona, recante nella porzione superiore San Matteo che con la mano destra tiene una penna d’oca ed ha la mano sinistra poggiata sull’orlo superiore delle pagine aperte del Libro del Vangelo, nella porzione inferiore reca sei fasce, nei lati i Santi Cosma e Damiano ed intorno la scritta Hyppocratica Civitas. L’uso di questo sigillo probabilmente risale alla seconda metà del Cinquecento, (80) infatti i primi documenti, giunti fino a noi, che presentano lo stemma della città risalgono al 1574. In esso è già presente la figura dell’apostolo Matteo. (81)

Salvatore De Renzi ritiene che un primo accenno alla laurea dottorale rilasciata dai Maestri di Salerno sia rinvenibile nei versi di Egidio di Corbeil (n. ca. 1140 – m. ca. 1224). (82) Infatti quest’ultimo dichiara di poter mostrare il Titulum, munito di sigillo, conseguito sotto gli auspici del grande maestro Salerno. (83) Ben diverso doveva essere il sigillo di cui fa menzione Egidio di Corbeil nei suoi versi, rispetto a quelli giunti fino a noi. (84)

Andrea Sinno nel saggio “Diplomi di Laurea dell’Almo Collegio Salernitano” (1921) elenca settantuno lauree rilasciate dal Collegio Medico di Salerno tra il 1504 ed il 1810 e tra esse le più numerose sono quelle di dottore in Arti e Medicina, e più tardi nel Seicento, di dottore in Filosofia e Medicina – queste sono denominazioni differenti che indicano la stessa laurea – meno frequenti sono le lauree di dottore solo in Medicina o solo in Filosofia, vi sono solo tre lauree in chirurgia e alcune licenze in arte Aromatariae dette pure in Arte Pharmaciae (85) (86) che abilitavano all’esercizio della professione che oggi diremmo di farmacista. (87) (88)

I diplomi di laurea erano rilasciati a nome del Priore, egli aveva le stesse funzioni che aveva il Cancelliere nell’Università di Napoli attribuitegli per disposizione reale. (89)

Salvatore De Renzi nella sua Storia documentata della Scuola Medica Salernitana, testo pubblicato nel 1857, nel documento 367 ha elencato ventotto nomi di dottori che riteneva avessero ricoperto il ruolo di Priore. (90) Andrea Sinno sessantacinque anni dopo, nel 1922, ha pubblicato un saggio in cui ha elencato, con qualche lacuna, i nomi di quaranta Priori dell’almo Collegio Salernitano che si sono succeduti dal 1473 al 1812 ed ha individuato i periodi in cui essi hanno ricoperto il più alto grado nel Collegio dei medici. Il primo Priore identificato è il dott. Jacchetta De Granita, il cui nome compare in una minuta del privilegio in chirurgia rilasciato nell’aprile del 1473 a Rainaldo Farina di Salerno mentre, l’ultimo è il dott. Michele Vernieri che ha ricoperto tale carica dal 1805 al 25 gennaio 1812. Quindi Sinno ha aggiunto all’elenco di De Renzi i nomi dei Priori che quest’ultimo non era riuscito ad identificare e ha eliminato i nomi di quei medici che non sono stati mai Priori. (91)

Il Collegio Medico era una struttura di potere locale in una città che era passata dall’essere centro di un grande stato feudale, con i Sanseverino (1463 – 1553), ad una piccola realtà urbana durante il viceregno spagnolo (1503 – 1707) e quello austriaco (1707 – 1734). (92) Nel tempo ricoprirono la carica di Priore personaggi appartenenti a classi sociali diverse della società salernitana. Aurelio Musi (2005) distingue una prima fase che va dagli ultimi decenni del Quattrocento ai primi anni del Settecento durante la quale la carica priorale è ricoperta soprattutto da patrizi ascritti ai tre seggi della città, ossia Porta Nova, Porta Rotese e Campo ed una seconda fase che si protrae fino allo scioglimento del Collegio nel 1812 in cui sono pochissimi i patrizi che divengono Priori e sono anche di recente ascrizione ai seggi, segno della formazione di nuovi equilibri sociali e di una riorganizzazione del potere locale a Salerno tra Seicento e Settecento. (93) Il Collegio Medico salernitano è un’istituzione con una spiccata peculiarità che si forma e si sviluppa in una piccola città dell’ancien Règime meridionale. (94) Secondo Musi la ragione dell’esistenza del Collegio Medico è legata ai ritardi dello Stato moderno nel Mezzogiorno, soprattutto nella sfera dei rapporti centro-periferia e nell’organizzazione della sanità. (95) Tra Seicento e Settecento, da parte del Collegio, le lauree vengono conferite assai spesso a parenti del Priore o del Promotore, l’origine dei dottorandi è quasi sempre salernitana, ed il loro corso di studi anche se non qualificato viene legittimato dal Collegio. (96)

Nel Settecento dava ancora prestigio conseguire la laurea a Salerno, infatti, Domenico Cotugno (n. 1736 – m. 1822), (97) nonostante avesse frequentato assiduamente le lezioni tenute, presso la Regia Università degli Studi di Napoli, dal Lama e dal Filangieri per la Fisica, dal Pedillo per la Botanica, dal Firelli per l’Anatomia, dal Sanseverino per la Fisiologia, dal Froncillo per la Chirurgia, dal Serao per la Medicina Pratica, dal Roberti per la Medicina Teorica, (98) a vent’anni nel 1756 (99) scelse di laurearsi presso il Collegio Medico di Salerno e ciò fu possibile in quanto esso aveva la prerogativa di «dottorare senza osservanza di matricola» ossia senza che il laureando avesse frequentato lo Studium di Salerno. (100)

Ed è del 1737 l’opera di Giuseppe Giovanni Mogavero, Priore del Collegio Medico dal 16 maggio 1756 al 25 settembre 1758, (101) intitolata Ragguaglio intorno alla origine, prerogative, e privilegj della celebre Scuola Salernitana, e suo Almo Collegio di Medici, et intorno a quanto è occorso per la osservanza di tutt’i suoi privilegj. Al Capo III intitolato De’ Privilegj alla Scuola, o Collegio di Salerno conceduti, cita i privilegi concessi dal sovrano Svevo Federico II, dai sovrani Angioni quali Roberto, Giovanna I, Ladislao e Giovanna II ed il sovrano Aragonese Ferdinando I. Mentre al Capo IV intitolato Sopra la Osservanza delle menzionate Costituzioni e Regali Concessioni, riporta le cause sostenute dal Collegio e le sentenze favorevoli ottenute relativamente alle controversie con il Gran Cancelliere per il privilegio di “dottorare senza osservanza di matricola”, e con il Regio Protomedicato quando quest’ultimo mise in discussione i diritti del Collegio Medico salernitano relativamente al rilascio di licenze per svolgere l’attività di aromatario ed al controllo di spezierie, drogherie e depositi di droghe. (102) (103) Quindi nella prima metà del Settecento era ancora sentita la necessità, o quantomeno l’opportunità, di ricordare con uno scritto a stampa privilegi e concessioni di cui godeva il Collegio Medico di Salerno nell’ambito del Regno di Napoli e non solo.

L’art. 22 del Titolo V del Decreto organico per l’istruzione pubblica del 29 novembre 1811 attribuì esclusivamente all’Università di Napoli la facoltà di conferire lauree, (104) determinando lo scioglimento del Collegio Medico e conseguentemente la chiusura dello Studium che non aveva più motivo di rimanere aperto.

Tra i documenti superstiti del Collegio Medico, conservati presso l’Archivio di Stato di Salerno, vi sono nove Registri che contengono le minute di laurea, comprese tra il 1473 ed il 1811, con ampie lacune dal 1596 al 1716 e dal 1757 al 1783. Sono i Registra literarum et privilegiorum in artibus et medicina ac in practica chyrurgiae. (105) Alla carta (106) 230 dell’ultimo registro, nella parte finale del recto (107) ed iniziale del verso, (108) vi è scritto: “Oggi 25 gennaio 1812 in virtù dell’ordine di S.E. il Ministro dell’Interno in data del 21 corrente si è chiuso il presente registro dietro la dichiarazione di essersi disciolto il Collegio di Medicina Salernitano. L’Intendente S. Mandrini”. (109)

Questo fu l’ultimo atto dell’esistenza di un Istituto che ha rappresentato per il Regno di Napoli e per l’Italia, che ancora non esisteva politicamente, un faro di cultura ed un esempio di organizzazione che aveva la funzione di certificare il sapere di professionisti che avevano il più nobile dei compiti ossia guarire o alleviare le sofferenze.

Bibliografia e sitografia.

1)https://archiviodistatosalerno.cultura.gov.it/istituto-1/i-direttori/leopoldo-cassese

2)Passionàrio, dal latino medievale passionarius o passionarium, derivato di passio -onis nel significato di patimento, sofferenza, malattia. Fonte: https://www.treccani.it/vocabolario/passionario2/ e L. Castiglioni, S. Mariotti, Vocabolario della Lingua Latina, Torino, 1973, p. 1039

3)L. Cassese, La “Societas medicorum” di Salerno e i trattati di medicina dei secoli XI-XIII, Beraglia-Reggiani – Salerno s.a. (ma dopo il 1948), p. 7.

4)L. Cassese, La “Societas medicorum” … op. cit., p. 9.

5)https://www.treccani.it/enciclopedia/paul-oskar-kristeller_(Enciclopedia-Italiana)/

6)P.O. Kristeller, La Scuola di Salerno il suo sviluppo e il suo contributo alla storia della scienza, Rassegna Storica Salernitana, Appendice al fascicolo I-IV. 1955, p. 39.

7)L. Cassese, La “Societas medicorum” … op. cit., nota (5) a p. 8.

8)G. Lauriello, Dalla medicina claustrale all’ordinamento federiciano, in L’eredità della Scuola Medica Salernitana, Giuseppe de Nicola Editore, 2022, pp. 48 – 50.

9)Ruggero II unificò sotto il suo dominio tutta l’Italia meridionale e la Sicilia https://www.treccani.it/enciclopedia/ruggero-ii-re-di-sicilia/

10)G. Lauriello, Dalla medicina claustrale … op. cit., pp. 50 – 51.

11)P.O. Kristeller, La Scuola di Salerno … op. cit., p. 35.

12)Costituzione, è un atto avente forza di legge.

13)https://scuolamedicasalernitana.cultura.gov.it/pdf/costituzioni%20di%20melfi3b75.pdf?id=126

14)A. Salvatore, Federico II di Svevia e le Costituzioni melfitane. Le edizioni del Liberi Augustalis, novembre 2020 – la Biblioteca di via Senato Milano, p. 56 https://filemanagerapi.avvocatomyweb.it//api/file/studiolegalecolumnae.eu?path=Pubblicazioni/FEDERICO_II_DI_SVEVIA_E_LE_COSTITUZIONI_MELFITANE.pdf

15)https://scuolamedicasalernitana.cultura.gov.it/pdf/costituzioni%20di%20melfi3b75.pdf?id=126

16)https://www.treccani.it/enciclopedia/liber-constitutionum_(Federiciana)/

17)P.O. Kristeller, La Scuola di Salerno … op. cit., p. 39.

18)Ibidem, p. 43.

19)Ibidem, p. 44.

20)Ibidem, nota (4) a p. 34.

21)Ibidem, p. 39.

22)https://www.treccani.it/enciclopedia/carlo-i-d-angio-re-di-sicilia_(Dizionario-Biografico)/

23)P.O. Kristeller, La Scuola di Salerno … op. cit., p. 48.

24)Ibidem, p. 50.

25)https://www.treccani.it/enciclopedia/giovanna-i-d-angio-regina-di-sicilia_(Dizionario-Biografico)/

26)P.O. Kristeller, La Scuola di Salerno … op. cit., pp. 53-54.

27)S. De Renzi, Collectio Salernitana, Tomo I, Napoli 1852, pp. 362-363.

28)A. Sinno, Vicende della Scuola e dell’Almo Collegio Salernitano, Maestri finora ignorati, Collana di Monografie di “Igiene e Sanità Pubblica” n. 3 – Salerno, 1950, p. 77.

29)A. Sinno, Vicende della Scuola … op. cit., p. 49.

30)L. Castiglioni, S. Mariotti, Vocabolario della lingua latina, 1973, p. 1152.

31)A. Sinno, Sintesi storica della Scuola Salernitana, Ente Provinciale per il Turismo, Salerno, s.a. ma 1942, pp. 21-22.

32)A. Sinno, Vicende della Scuola … op. cit., p. 49.

33)https://www.treccani.it/enciclopedia/alfonso-v-d-aragona-re-di-sicilia-re-di-napoli_(Dizionario-Biografico)/

34)S. De Renzi, Collectio Salernitana, Tomo II, Napoli 1853, pp. 787-791; P.O. Kristeller, La Scuola di Salerno … op. cit., pp. 57-58.

35)P.O. Kristeller, La Scuola di Salerno … op. cit., pp. 59-60.

36)A. Sinno, Vita scolastica dell’Almo Collegio Salernitano, Archivio Storico della Provincia di Salerno, Anno II, Fasc. I e II Salerno 1922, p. 40.

37)A. Sinno, Cronologia dei Priori dell’Almo Collegio Salernitano [1473-1812], Archivio Storico della Provincia di Salerno, Anno II, Fasc. IV, Salerno 1922, p. 277.

38)L. Cassese, Mostra bibliografica della Scuola Medica Salernitana, Salerno 1936, p. 27.

39)Ministero per i Beni e le Attività Culturali – Archivio di Stato di Salerno, Diplomi di Laurea del Collegio Medico Salernitano Catalogo della Mostra Documentaria e Fotografica, Salerno, Archivio di Stato di Salerno 17 aprile – 1 giugno 2002, p. 12.

40)A. Sinno, Vita scolastica … op. cit., pp. 40-41.

41)P.O. Kristeller, La Scuola di Salerno … op. cit., pp. 60-61.

42)A. Musi, Il Collegio Medico Salernitano in M. Pasca (a cura di) La Scuola Medica Salernitana. Storia, immagini, in età moderna, manoscritti dall’XI al XIII secolo, Electa Napoli, 2005, p. 29.

43)Ibidem, p. 30.

44)P.O. Kristeller, La Scuola di Salerno … op. cit., pp. 60-61.

45)A. Sinno, Cronologia dei Priori … op. cit., p. 276.

46)Ibidem, p. 283.

47)Ibidem, p. 279.

48)Ibidem, p. 277.

49)P.O. Kristeller, La Scuola di Salerno … op. cit., p. 60.

50)Ibidem, p. 62.

51)Ibidem, nota (4) p. 60.

52)A. Sinno, Sintesi storica … op. cit., pp. 21 e LXXVII.

53)A. Musi, Il Collegio Medico Salernitano … op. cit., p. 31.

54)A. Sinno, Vita scolastica … op. cit., p. 39.

55)A. Sinno, Vicende della Scuola e dell’Almo Collegio Salernitano, Maestri finora ignorati, Salerno, 1950, p. 51.

56)A. Sinno, Vicende della Scuola … op. cit., p. 52.

57)A. Sinno, Sintesi storica … op. cit., pp. 18 e LXXV.

58)A. Sinno, Vita scolastica … op. cit., pp. 43-44.

59)A. Sinno, Sintesi storica … op. cit., p. LXXVII.

60)A. Musi, Il Collegio Medico Salernitano … op. cit., p. 30.

61)P.O. Kristeller, La Scuola di Salerno … op. cit., p. 63.

62)A. Sinno, Vicende della Scuola … op. cit., p. 49.

63)A. Sinno, Sintesi storica … op. cit., pp. LXXX.

64)Ibidem, pp. LXXX – LXXXI.

65)A. Sinno, Sintesi storica … op. cit., p. 80.

66)A. Sinno, Vicende della Scuola … op. cit., p. 58.

67)A. Sinno, Sintesi storica … op. cit., p. 81.

68)La fiera di San Matteo fu istituita nel 1258 e soppressa nel 1812. Fonte: M. Amendola, Salerno: la Fiera di San Matteo, https://www.dentrosalerno.it/2023/05/04/salerno-la-fiera-di-san-matteo/

69)A. Sinno, Vicende della Scuola … op. cit., pp. 68-69.

70)A. Sinno, Sintesi storica … op. cit., p. 18.

71)Ibidem, pp. LXXVII – LXXVIII.

72)La Regia Camera della Sommaria era competente per le cause finanziarie e fiscali. Il Sacro Regio Consiglio era, durante il periodo vicereale spagnolo, la corte suprema di giustizia civile e penale. Fonte: https://www.nobili-napoletani.it/Sette_Uffici.htm

73)A. Sinno, Sintesi storica … op. cit., p. LXXV.

74)A. Sinno, Vita scolastica … op. cit., pp. 42-43.

75)A. Sinno, Vicende della Scuola … op. cit., p. 59.

76)S. De Renzi, Storia documentata della Scuola Medica di Salerno, Ripostes 2004, Documento 343, p. CXXXII.

77)A. Sinno, Diplomi di Laurea dell’Almo Collegio Salernitano, Estratto dal Fasc. 2 dell’Archivio Storico della Provincia di Salerno, Salerno 1921, p. 22 e nota 1) alla stessa pagina.

78)A. Sinno, Sintesi storica … op. cit., p. 82.

79)A. Sinno, Diplomi di Laurea … op. cit., pp. 28 e 22.

80)A. Sinno, Vicende della Scuola … op. cit., pp. 66-68.

81)Comune di Salerno, Mostra documentaria sulle tracce dello stemma di Salerno, 2005, p. 6; https://web.archive.org/web/20120111190942/http://www.comune.salerno.it/client/scheda.aspx?scheda=4373&stile=7&parent=3912&ti=5

82)https://mostre.diocesitn.it/s/peste-e-astrologia/item/233

83)A. Sinno, Vicende della Scuola … op. cit., p. 53.

84)Ibidem, p. 68.

85)P.O. Kristeller, La Scuola di Salerno … op. cit., p. 61.

86)A. Sinno, Diplomi di Laurea … op. cit., pp. 32-45.

87)A. Sinno, Vicende della Scuola … op. cit., p. 54.

88)L’“aromatario” tra la fine del Trecento e gli inizi del Quattrocento fu sempre più spesso indicato col nome di “speziale” termine che nella prima metà dell’Ottocento fu gradualmente sostituito da quello di “farmacista”. Fonte: Camera di Commercio di Cremona, Aromatari, Speziali e … Fondegheri, p. 5 https://www.cr.camcom.it/files/pubblicazioni/Aromatari.pdf

89)A. Sinno, Vicende della Scuola … op. cit., p. 53.

90)S. De Renzi, Storia documentata … op. cit., pp. CLI-CLII.

91)A. Sinno, Cronologia dei Priori … op. cit., pp. 274 e ss.

92)A. Musi, Il Collegio Medico Salernitano … op. cit., p. 29.

93)Ibidem, pp. 30-31.

94)Ibidem, p. 31.

95)Ibidem, p. 34.

96)Ibidem, p. 35.

97)https://www.treccani.it/enciclopedia/domenico-cotugno_%28Dizionario-Biografico%29/

98)M. Mitolo, Domenico Cotugno L’opera anatomo – fisiologica: la sua umanità, estratto da “Puglia Chirurgica” A. IV, f. 4 – 5 – 6, 1961 pp. 298-299; A.A. Scotti, Elogio storico del cavalier D. Domenico Cotugno, Napoli 1823, p. 16.

99)A. Jatta, Domenico Cotugno (1736-1822), in Rassegna Pugliese, vol. IV, n. 13, 1887, p. 196 disponibile in

https://emeroteca.provincia.brindisi.it/Rassegna%20pugliese%20di%20scienze%20lettere%20ed%20arti/1887/15%20Luglio%20N.%2013.pdf

100)A. Musi, Il Collegio Medico Salernitano … op. cit., p. 34.

101)A. Sinno, Cronologia dei Priori … op. cit., pp. 301-302.

102)G. Mogaveri, Ragguaglio intorno alla origine, prerogative, e privilegj della celebre Scuola Salernitana, e suo Almo Collegio di Medici, et intorno a quanto è occorso per la osservanza di tutt’i suoi privilegj, Napoli 1737, pp. 17-51.

103)G. Ferrantino, Il Collegio Medico tra privilegi e liti

104)Collezione delle leggi dé Decreti e di altri atti riguardante la Pubblica Istruzione promulgati nel già Reame di Napoli dell’anno 1806 in poi. Volume I 1806-1820, 2014 Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), Istituto di Studi sulle Società del Mediterraneo (ISSM), p. 236. https://www.ismed.cnr.it/wp-content/uploads/2023/10/volume-primo.pdf

105)L. Cassese, L’Archivio del Collegio Medico di Salerno in “Notizie degli Archivi di Stato”, VIII (1948), 1, pp. 49 e 51.

106)Carta: uno degli elementi che costituisce un fascicolo in un codice o libro a stampa. Fonte: https://movio.beniculturali.it/bupd/bibliotecaarchitettorinascimento/it/176/piccolo-lessico-del-libro-antico

107)rècto s. m. [dalla locuz. lat. folio recto “sulla parte anteriore del foglio”], invar. – In bibliologia, la parte anteriore di un foglio o di una carta. https://www.treccani.it/vocabolario/recto/

108)verso s. m. [dalla locuz. lat. folio verso “sulla parte posteriore del foglio”], invar. – 1. (bibl.) [lato posteriore di un papiro, di una pergamena o di una carta]. https://www.treccani.it/vocabolario/verso3_(Sinonimi-e-Contrari)/?search=verso%C2%B3%2F

109)L. Settembrini, Le carte della Scuola di Salerno, in Nuova Antologia, XXVI (1874), p. 943.

 

Cappella di Santa Caterina
Ex Cappella di Santa Caterina (porzione dell’attuale Sala San Tommaso)-Atrio della Cattedrale di Salerno. Foto di G. Ferrantino
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