Riceviamo e volentieri pubblichiamo.

Sembra proprio un segno del destino la contemporaneità di due articoli su Repubblica, a firma di Garimberti e Tarquini, su temi differenti, eppure entrambi attinenti al processo di unificazione europea.
Il primo commenta la decisione assunta dal premier Letta di partecipare alla cerimonia inaugurale delle olimpiadi. Unico componente del fronte occidentale. Con la conseguenza di legittimare Vladimir Putin nella sua costruzione di un universo omofobo ed avverso alle libertà.
Il secondo riflette sulle determinazioni tedesche di maggiore partecipazione, sulla scena globale, anche con azioni militari.
Tutti e due pongono emblematicamente il vero problema dell’Europa: l’essersi dotata di una moneta unica, senza un esercito ne una unitaria politica estera.
La debolezza politica dell’euro nasce proprio da ciò. L’impossibilita’ di essere difeso, da una feluca o da una spada. Il problema investe direttamente il processo di unificazione comunitaria, con conseguente cessione di sovranità. Per ora, invece, tra libera rappresentazione d’interessi nazionali e visioni egemoniche globali, si perpetua una rinuncia alla sovranità sovranazionale, pari a quella che ci ha condotto a rinunciare di essere titolare della funzione di battere moneta, da parte della BCE.
Virgilio Gay, autore di Time is money