contatore visite free skip to Main Content
info@salernoeconomy.it

Lo speciale »

E’ stato proprio lui, nel 1983, a indirizzare il giovane economista Mario Draghi al Tesoro.
Le biciclette-tandem e le politiche del sottosegretario Tabacci
Una nuova ecologia della mente - capace di abolire le barriere culturali del secolo passato, dove non si è mai andati realmente verso la transizione ecologica - può, finalmente, trovare campo.

di Pasquale Persico

Era stato lui, nel 1983, a portare il giovane economista Mario Draghi al Tesoro; questa volta la sua nomina a sottosegretario alla presidenza lo rendeva emozionato: doveva coordinare la politica economica del Governo. Impresa non facile nonostante la sua profonda conoscenza delle regole della mediazione, di Sant’Agostino principalmente,  ma anche di  quelle che aveva sperimentato durante la sua carriera politica;  del resto,  la sua nuova casa politica  si chiamava, non a caso, Centro Democratico. Si era battuto con lealtà e lucidità per fare nascere il governo Conte Ter, ma,  poi, nella nuova situazione, ha intravisto, nella  esperienza Draghi, un’occasione per l’Europa e per l’Italia. Nella sua prima intervista televisiva – l’on. Bruno Tabacci – non poté non raccontare di come avesse sempre seguito con passione le prodezze del suo, affettivamente, Super Mario. Questa volta – e con riferimento alla sua missione – la parola coordinamento poteva essere associata con la parola concordia. Si ricordò, con riferimento a questa parola, di una lezione magistrale del filosofo Remo Bodei a commento del quadro del Buon Governo del Lorenzetti a Siena. La parola coordinamento aveva, però,  rispetto a concordia, degli attributi diversi, aspecifici, associabili ad una polivalenza politica. Pensando allo scopo principale del governo – superare la pandemia e salvare l’Europa e l’Italia – si ricordò che in ambito medico un vaccino specifico (ovvero diretto a istruire la profilassi di una sola malattia) si contrappone al vaccino polivalente (che invece mira a procurare copertura per più malattie). Astraendo il concetto di polivalenza dal contesto medico, si può riconoscere  nel coordinamento la grande virtù associata al bene prodotto (o, più in generale, all’azione di un attore politico ), aspecifico, a spettro multiplo, adattabile alle difficoltà sopraggiunte. La polivalenza, essendo propriamente un’attitudine direttamente derivante dalla riserva del  potenziale di resilienza in campo, lo avrebbe messo nella condizione di generare il nuovo valore istituzionale del Governo; egli non sopravvalutava il suo talento di attore della mediazione, che  poteva, e con umiltà, essere generativo  di un molteplice coordinamento della politica e delle istituzioni.

L’idea era apparsa, nella sua mente, il giorno dopo la nascita del governo, prima ancora della sua nomina a sottosegretario. Il ministro Giorgetti (Sviluppo) ed il ministro Orlando (Lavoro) si erano presentati al confronto con le parti sociali insieme; era apparsa l’immagine di Bartali e Coppi che si scambiano la borraccia d’acqua per arrivare in cima alla montagna, insieme. Quel bene specifico, l’acqua, è stato, poi, interpretato nel tempo come bene aspecifico di un’intrapresa. Il gesto dei due ministri rispecchiava i suoi pensieri costitutivi del Centro Democratico,  un potenziale d’azione tutto da esplorare? Con la sua nomina a sottosegretario – al coordinamento della politica economica – il potenziale di azione poteva diventare decisivo; appariva  la strada dove incanalare le azioni del movimento politico in crescita; con la disinvoltura dell’uomo saggio,  abituato alla mediazione strategica, oltre Sant’Agostino fino al Cardinale Martini, entrò in azione.

Non restava che ordinare biciclette, tandem a tre e quattro posti , al costo di 450 euro, meno dei monopattini della transizione ecologica. Simbolicamente esse  erano adatte a dare valore all’azione del pedalare insieme. La sperimentazione? Un apprendimento diretto del coordinamento dei ministeri, non solo scritto nel decreto ministeriale delle competenze,  ma capace di evitare il nascente atteggiamento dei ministri di parlare ogni giorno delle cose da fare,  a vantaggio della propria corrente politica. Voleva reiterare, ad ogni occasione,  la disinvoltura con la quale Giorgetti ed Orlando avevano accolto le parti sociali, e, poi, tutti insieme poter dire  di aver imboccato la giusta direzione. Una disinvoltura mostrata sia in entrata che in uscita dai diversi argomenti affrontati, quasi a volere ribadire che dei punti di contatto – neutri, collaboranti ed adeguati, nei diversi contesti delle problematiche da affrontare – potevano essere ritrovati. Un potenziale di resilienza della politica della mediazione necessario al governo del Paese di cui aveva parlato Draghi.

Il tandem a tre e a più persone doveva diventare la metodologia di convocazione dei ministri al tavolo dei problemi fino a bagnare le polveri esplosive della comunicazione associata all’appartenenza politica di partenza. Un cammino lungo da intraprendere a favore di un governo che poteva anche coltivare  l’ambizione di rigenerare il ruolo dei partiti che oramai gli apparivano lontanissimi dalla loro funzione istituzionale.

Resilienza ed intreccio di interessi dovevano esplicitare la polivalenza di un bene collaborativo aspecifico e questa polivalenza era destinata ad apparire nel tempo come la strategia del sottosegretario al coordinamento.

Per fortuna le prime forniture di biciclette tandem arrivarono il giorno dopo la sua nomina e quando Draghi convocò i ministri  Giorgetti, Colao e Cingolai per il confronto con la Commissaria Ue alla Concorrenza, Tabacci li vide utilizzare  il tandem a quattro posti e subito pensò che i ministri non solo avevano buone intenzioni, ma si volevano anche lasciare guidare da chi era più autorevole e più in grado di risolvere problemi diversi, ma con la stessa problematica di fondo: il ruolo dello Stato rispetto all’economia nell’Europa che verrà. Una nuova ecologia della mente – capace di abolire le barriere culturali del secolo passato, dove la parola  Nazione e  la parola  Stato non sempre sono andate in tandem e mai a favore della transizione ecologica – poteva trovare campo.

L’incontro è stato beneaugurante e non è mancata la sensibilità di informare gli altri due ministri che non avevano trovato posto sul tandem in partenza: Orlando e Giovannini.

P. Persico-casa-morra-cs-Pasquale-Persico
Pasquale Persico
Back To Top
Cerca