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I numeri dell'economia »

La mappa di Eurostat con i tassi riferiti al 2015 conferma i gravi divari territoriali anche tra le regioni italiane.
Lavoro giovanile? In Baviera
Nel distretto di Monaco la disoccupazione nella fascia d’età 15/24 anni si ferma al 3,4 per cento. Percentuale lontana anni luce da quella che si registra in Campania dove quasi 53 ragazzi su cento non hanno un contratto regolare.

di Alfonso Schiavino

Per il lavoro giovanile, sapete qual è la regione migliore dell’Unione Europea? Per trovarla sulla mappa bisogna superare i confini dell’Italia (Alto Adige) e dell’Austria (Tirolo). Eccoci in Alta Baviera (Oberbayern), distretto di Monaco: disoccupazione giovanile 3,4%. Siamo in piena zona “bianca”, il colore che nelle rappresentazioni grafiche individua le aree dove un determinato fenomeno è basso o inesistente. Il contrasto cromatico conferma che noi del Sud – dalla Spagna alla Grecia – abbiamo un problema. E qualche possibilità, tuttavia.
Geografia del lavoro.
Eurostat, l’istituto europeo di statistica, produce molti dati interessanti sullo stato dell’Ue. La mappa interattiva – http://ec.europa.eu/eurostat/statistical-atlas/gis/viewer/?year=&chapter=05&mids=2,44&o=1,1¢er=46.06198,35.9426,3& – in particolare, illustra il tasso di disoccupazione fra le persone dai 15 ai 24 anni. L’arco temporale è importante, sia perché ci fa capire come cambia il senso della parola “giovane” in Europa, sia perché ingloba la fase che molti ragazzi trascorrono all’università. Aggiungiamo che questa cartina tratteggia lo stesso paesaggio economico-sociale che potevano contemplare i nostri nonni o genitori da giovani. La Terra promessa è sempre oltre i confni.
Le croci del Sud.
In Campania, quasi 53 ragazzi su 100 non hanno un lavoro regolare. Nel Sud stanno vagamente meglio Basilicata e Puglia, non le altre regioni: Sicilia (55,9), Sardegna (56,4) e Calabria (65,1). All’altro capo dell’Italia, in Alto Adige, il tasso è 11,6%: un risultato neanche eccezionale, considerati i vantaggi economici e fiscali della semiregione tedesca. La “forbice” italiana, comunque, è questa: 65,1% contro 11,6%.
Eurostat spiega senza giri di parole le radici della disuguaglianza: «Le disparità regionali sono largamente dovute ai divari fra regioni settentrionali e meridionali». Insomma, la questione è politica.
Ecco invece un brano tratto da un documento di Bankitalia sulla Campania. Si parla di Garanzia Giovani: «Il numero di giovani presi in carico – ossia coloro che si sono presentati al colloquio presso i Centri per l’Impiego, avevano i requisiti richiesti, erano stati assegnati a una specifica fascia di aiuto (cosiddetto “profiling”) e hanno firmato il Patto di servizio – era pari a 67.000. Il 65% di essi erano giovani con un grado di difficoltà a entrare sul mercato del lavoro definito “alto”… Ciò è dovuto anche al contenuto tasso di scolarizzazione terziaria, che in Campania è tra i più bassi in Italia». A parte il linguaggio da servizi sociali (presa in carico, fascia di aiuto, grado di difficoltà), è chiaro il senso? La colpa sarebbe dei ragazzi che non studiano. Beh, per inciso Eurostat ci dice qual è la differenza fra Calabria e Alto Adige per educazione terziaria. Praticamente non esiste: 24,2% contro 25,3%.
La situazione nell’altra Italia.
Le regioni più “ospitali” per i giovani sono quelle del Nord-Est: Emilia Romagna (disoccupazione 29,4%), Friuli (28,7%), Veneto (24,6%), Trentino (23,6%) e Alto Adige. Curiosamente è la stessa area a cui il governo ha indirizzato più risorse per le opere pubbliche, come “SalernoEconomy” notava la settimana scorsa.
La disoccupazione è maggiore altrove: Marche (32%), Lombardia (32,3%), Toscana (32,7%), Liguria (34,5%), Piemonte (38,1%), Umbria (38,7%).
Le tentazioni dell’Europa.
Appena varchiamo il confine, l’orizzonte si rischiara in tutti i sensi. Vediamo il panorama delle aree europee.
Svizzera. La disoccupazione giovanile va dal 5,6% di Zurigo all’11,5% del Ticino. Valori centrali presentano Lucerna (5,8%), Berna (7,8%) e Basilea (8,6%).
Austria. Vienna è al 18%, ma, come altre capitali, è un caso a parte. Invece è straordinario il 6% del Tirolo (la zona culturale cui appartiene l’Alto Adige). Le altre regioni stanno sotto il 10%.
Germania. Molte aree presentano situazioni invidiabili: Friburgo (4,7%), Karlsruhe (5,8%), Colonia (6,9%), Stoccarda (7%), Amburgo (7,4%). Un po’ sorprende Berlino (15,2%), spesso dipinta come la capitale europea di tante cose, fra cui le tecnologie digitali.
Inghilterra. Per Londra (9 milioni di abitanti) l’Eurostat considera vari distretti, nei quali la disoccupazione giovanile oscilla fra il 14% e il 21%. I tassi sono analoghi sia a Birmingham (19,4%) sia nella fascia centrale delle grandi città: Liverpool (15,5%), Sheffield (15,5%), Manchester (15,7%), Leeds (18,8%). Il resto dell’Inghilterra è sotto il 15%.
Irlanda. Il tasso si aggira sul 20-24%. Eppure la Repubblica è un paradiso fiscale.
Olanda. La Zelanda non si batte (8,1%), Amsterdam è vicina (9,5%). Le altre regioni sono sul 10-12.
Danimarca. Copenhagen 11,3%. Il Paese non supera il 12,8%.
Norvegia.Normalmente sotto il 9%, valore massimo 11,5%. Oslo 8,9%.
Finlandia. Helsinki 19,1%, poi i tassi salgono oltre il 20%.
Svezia. Stoccolma 19,3%. Una media perfetta per le aree del Paese, oscillanti fra 17,4 e 23,3%.
Alcune situazioni favorevoli si trovano nell’Est, dove, però, gli stipendi sono poveri.

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Occupazione giovanile a due velocità nei confini nazionali
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