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Il primo riconoscimento legale è rinvenibile nelle Constitutiones, corpus di leggi e di ordinamenti emanati da Federico II di Svevia nell’agosto del 1231.
L’alba della Scuola Medica Salernitana
L’organizzazione e lo sviluppo istituzionale ricalcò quello di altri centri universitari. Lo Studium Generale nacque in modo graduale e dopo la sua affermazione, per tradizione e per fama, il potere politico intervenne per tutelarlo e per regolamentarne l’attività.

di Giuseppe Ferrantino

Carlo Magno (n. 742 – m. 814) conquistò l’Italia settentrionale nel 774 ponendo fine al regno dei Longobardi. A seguito di questo evento Salerno si trovò a ricoprire un importante ruolo politico nella riorganizzazione di questo popolo in fuga dalle regioni del Nord ed ebbe un grande sviluppo economico, sociale ed urbano. I profughi si riversarono nelle regioni del Sud che erano sotto il controllo longobardo e trovarono accoglienza nel Ducato di Benevento. Arechi II (n. 734 ca. – m. 787) assegnò loro terre, trasferì la sua corte e la sua residenza a Salerno e colse l’occasione per fregiarsi del titolo di princeps gentis Langobardorum, elevando il suo dominio a Principato. Egli fece costruire, il suo palazzo sui resti delle mura del castrum, verso il lato occidentale del perimetro urbano prospiciente il mare con, a Nord, una Cappella dedicata ai Santi Pietro e Paolo, oggi quest’ultima fa parte del Complesso Monumentale di San Pietro a Corte. Inoltre, incluse la Turris maior, eretta sul monte Bonadies, durante la guerra greco-gotica (a), in un sistema difensivo più complesso costituito da due muri che, si dipartivano dai lati della torre, raggiungevano la spiaggia, allargandosi dal vertice collinare, quindi si ricongiungevano parallelamente al mare, utilizzando, probabilmente parte delle mura del castrum bizantino, dando una configurazione triangolare alla città (b), schema riprodotto nei follari (c) longobardi e per tutto il basso medioevo. (1)

Leone Ostiense (n. 1046 ca. – m. 1115) nella sua Chronica Sacri Monasterii Casinensis, riferendosi alle opere realizzate da Arechi, scrisse “Sbigottito pel terrore dei Franchi aggiunse una città nuova a Benevento e mirabilmente restaurò Salerno, antica fondazione tra Pesto e Nocera”. (2) Le mura erano, nella cultura longobarda, un tipico connotato urbano, pertanto, Arechi nel tracciare la vasta cinta intorno al borgo salernitano creò una fisionomia cittadina e nel farlo sapeva di star compiendo un’impresa qualificante. Non sbagliava Erchemperto, monaco cassinese del IX secolo, quando, trascurando ogni preesistenza, dichiarava Salerno “fondata” da Arechi. (3)

Il Principato di Salerno ebbe origine dalla divisione del Principato di Benevento nell’849 (d) e l’autonomia che ne derivò fece aumentare il prestigio politico ed il potere economico di Salerno, tanto da essere sede di una zecca dall’851 fino al 1197. (4)

La floridezza economica di Salerno tra il X ed XII secolo è tale che sul rovescio di alcuni follari di Gisulfo II (ultimo principe longobardo che governò il principato di Salerno dal 1052 al 1077) viene raffigurata la città fortificata, vista dal mare, con la scritta “Opulenta Salernu” oppure “Opulenta Salerno” (e) (5), inoltre, segnali di crescita economica sono testimoniati dall’utilizzo di moneta aurea, il tarì. (f)

Nell’Italia meridionale longobarda si ebbe la creazione ed il consolidamento di un’identità culturale, che si fondava su centri prestigiosi, tra questi Montecassino. (6) Inoltre, la posizione dell’Italia meridionale alla periferia di due imperi, Carolingio e Bizantino, favorì il formarsi di un ambiente di elaborazione culturale nel cuore del Mediterraneo. Non di secondaria importanza per Salerno è stata la vicinanza con Amalfi, infatti, fino a tutto il IX secolo per le attività marittime di lungo raggio i salernitani si avvalsero della marineria amalfitana che aveva rapporti commerciali con i mercanti arabi della Sicilia, della Spagna, dell’Africa e con Bisanzio.

Nel 1077 il normanno Roberto d’Altavilla, detto il Guiscardo (l’“Astuto”), (n. 1015 ca. – m. 1085), dopo un lungo assedio, conquistò Salerno che divenne la capitale del Ducato di Puglia e di Calabria. Costanza I di Sicilia (n. 1154 – m. 1198) fu l’ultima regina della Casa d’Altavilla (in carica dal 1194 al 1197), poi fu reggente (dal 1197 al 1198) del medesimo regno per conto del figlio Federico II di Svevia (n. 1194 – m. 1250), conosciuto con l’appellativo di Stupor Mundi, in carica dal 1198 al 1250 anno della sua morte. Manfredi (n. 1232 – m. 1266), ultimo sovrano della dinastia sveva del Regno di Sicilia, morì durante la battaglia di Benevento sconfitto dalle truppe di Carlo I d’Angiò (n. 1226 – m. 1285).

La posizione geografica, la situazione politica determinatasi ed i rapporti commerciali intrattenuti con altre aree del Mediterraneo posero Salerno in una condizione favorevole alla circolazione di idee e conoscenze che favorirono la nascita e lo sviluppo della sua Scuola Medica.

La cultura latina fu conservata e tramandata nei monasteri e Massimo Oldoni (storico della cultura medioevale) attribuisce l’identità internazionale della Scuola Medica di Salerno all’importanza avuta dalle fondazioni benedettine e dagli insediamenti monastici greci nel Mezzogiorno medioevale, nella terra Sancti Benedicti e lungo la fascia tirrenica che dal basso Lazio si estende fino al Golfo di Policastro. (7)

In Occidente, nella tarda antichità e nell’Alto Medioevo, si leggono i testi di Sorano di Efeso (medico greco vissuto nella prima metà del II secolo d.C.), rappresentante della scuola metodica, le cui conoscenze derivano da un testo galenico (la traduzione del De sectis) e dalle Etymologiae di Isidoro di Siviglia (Dottore della Chiesa n. 560 ca. – m. 636), inoltre, “circolano altre traduzioni di testi autentici e apocrifi da Galeno [medico e filosofo n. 130 ca. – m. 200 ca.] e dal Corpus Hippocraticum [raccolta di opere mediche anticamente attribuite ad Ippocrate], tra i quali gli Aforismi e i Prognostica, e qualche manoscritto degli alessandrini, in particolare di Oribasio [medico greco n. 325 – m. 403] e di Paolo di Egina [medico greco vissuto nel VII secolo d.C.]”.

L’introduzione della medicina araba nella seconda metà dell’XI secolo la si deve soprattutto a Costantino Africano (monaco a Montecassino) i cui libri non sono semplici traduzioni ma adattamenti dei testi medici arabi. (8)

Pietro Diacono (monaco e bibliotecario a Montecassino dal 1110 al 1153 circa) ha compilato un catalogo delle opere di Costantino dandone il seguente ordine: Pantegni (Theorica);Pantegni (Practica); Liber graduum; Dieta ciborum; Liber febrium; Liber urinae; De interioribus membris; De coitu; Viaticum; Expositio Aforismi; Tegni; Megategni; Microtegni; Antidotarium; Disputatio Platonis et Hippocratis in sententiis; De simplice medicina; De gynecia; De pulsibus; Pronostica; De experimentis; Glossae herbarum et specierum; Chirurgia; Liber de medicamine oculorum. (9)

Oltre Costantino Africano anche gli ebrei sefarditi (cioè ebrei che dimoravano in Spagna) tradussero molte opere a carattere medico dall’arabo in latino mettendo a disposizione degli studiosi, teorie e nozioni che confluirono nei testi, di autori successivi, che verranno utilizzati a scopo didattico fino a tutto il Cinquecento. Salerno si aprì anche all’influenza bizantina, attraverso i contatti commerciali di Amalfi con Bisanzio e con i già ricordati insediamenti monastici greci che erano numerosi nel Principato. Inoltre, durante la dominazione normanna, Salerno instaurò nuove relazioni con la Francia e la Provenza, in tal modo diventò un laboratorio di mediazione culturale in cui “si formò, si sviluppò e si diffuse un pensiero scientifico” non limitato solo alle discipline mediche. (10)

Tuttavia, “non abbiamo prima del XII secolo, un solo manoscritto che provenga sicuramente da Salerno”. (11)

L’organizzazione e lo sviluppo istituzionale della Scuola Medica salernitana ricalcò quello di altri centri universitari, infatti, lo Studium Generale (nome che designava l’università medievale) di Salerno nacque in modo graduale e dopo la sua affermazione, per tradizione e per fama, il potere politico intervenne per tutelarlo e per regolamentarne l’attività. (12)

Il primo riconoscimento legale della Scuola di Salerno è rinvenibile nelle Constitutiones, un corpus di leggi e di ordinamenti emanati da Federico II di Svevia nell’agosto del 1231. Infatti, l’art. 45 del Libro III stabilisce che nessuno può assumere il titolo di medico ed esercitare la professione medica se non è stato prima approvato in sessione pubblica dai maestri di Salerno, mentre, l’art. 47 prescrive che a nessuno è permesso insegnare medicina o chirurgia se non a Salerno, né assumere il titolo di maestro senza essere stato prima esaminato alla presenza di funzionari regi e dai maestri della stessa materia. In tal modo Salerno è riconosciuta come l’unica Scuola Medica del Regno. Un’altra legge di Federico II, datata intorno al 1241, inclusa nelle Constitutiones (art. 46), prescrive che per ottenere la licenza medica sono necessari tre anni di studio di Logica, cinque anni di studio di Medicina, che deve includere la Chirurgia, ed un anno di insegnamento pratico, sotto la guida di un medico esperto.

Corrado IV, re di Sicilia come Corrado I (n. 1228 – m. 1254), nel 1252 tentò di trasferire a Salerno l’Università di Napoli, ma non ci sono documenti che attestino se fosse riuscito o meno nel suo intento, tuttavia, è certo che il re Manfredi nel 1258 ripristinò la situazione precedente.

Nel 1269 Carlo I d’Angiò concesse l’esenzione dalle tasse a tutti gli studenti residenti a Salerno ed è in questa occasione, fatta eccezione del breve episodio accaduto sotto Corrado IV, che la Scuola Medica di Salerno risulta essere per la prima volta uno Studium. Nel 1280 l’esenzione dalle tasse verrà estesa anche ai professori.

Con un decreto del 1277 lo stesso sovrano, ribadendo le disposizioni di Federico II, ordina che da allora in poi nessuno può ricevere la laurea in Arti (ossia Filosofia) e Medicina a Salerno senza uno speciale permesso regio.

Si dovrà attendere il 1280 affinché la Scuola Medica di Salerno abbia il primo Statuto (ordinamento) ed esso è il primo documento in cui viene esplicitamente riconosciuta come Studium Generale.

I documenti ufficiali concernenti gli sviluppi della Scuola nel XIV secolo sono pochi. Il primo documento relativo ad uno stipendio pubblico pagato ad un professore è una lettera del 1307 con cui Carlo II d’Angiò (n. 1254 – m. 1309) informa i suoi funzionari di Salerno che ha pagato uno stipendio annuale a Giovanni de Rogerio, professore di Medicina, e che il pagamento deve continuare per tutta la durata della sua vita. Ma questo non è un caso isolato, infatti, Roberto d’Angiò (n. 1278 – m. 1343) nel 1338, con un’ordinanza, autorizza la città di Salerno a pagare uno stipendio annuale a due professori di medicina e questa viene ritenta un’ordinanza permanente.

Un altro documento importante per la Scuola è il decreto di Giovanna I d’Angiò (n. 1325 – m. 1382) del 1359, emanato a seguito di una petizione, che conferma la consuetudine per cui quei medici che hanno ottenuto un certificato dai professori di medicina di Salerno possono praticare medicina in tutto il regno senza l’aggiunta di una licenza reale e, quindi, abroga la norma emanata da Federico II. Pertanto, la Scuola Medica di Salerno, rivendicando una consuetudine che non aveva alcun fondamento in un documento precedente, acquisisce il diritto di concedere licenze in medicina senza intervento reale.

Inoltre, le licenze conferite a Salerno venivano considerate valide in tutto il regno, mentre le licenze regie erano valide in una sola città o provincia.

Il secolo successivo vide organizzarsi a Salerno il Collegium Doctorum, struttura con a capo un Priore e con la prerogativa di conferire lauree in Filosofia e Medicina. (13)

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Note.

a.La guerra greco-gotica (535-553) fu un lungo conflitto che contrappose l’Impero bizantino agli Ostrogoti nella contesa di parte dei territori che fino al secolo precedente erano parte dell’Impero romano d’Occidente.

b.Nel disegno a colori, dell’ultimo decennio del XV secolo, presente nella Cronaca del Ferraiolo (ms. cartaceo 801, fgl.125v.) conservata alla Pierpont Morgan Library di New York, per la prima volta la città è ripresa da mezzogiorno, dal lato, cioè dove si dispiega la murazione fortificata che dal torrente Fusandola giunge alla estrema parte est dell’abitato per risalire verso il cosiddetto Ortomagno.

c.Follaro: moneta di rame.

d.Sebbene la datazione del pactum divisionis sia ancora dibattuta e le ipotesi finora effettuate la collochino in vario modo tra l’847 e l’851, la data più plausibile oscilla tra l’848 e l’849, con una propensione maggiore verso l’anno 849. (Fonte: Zornetta, Giulia (2018) Langobardia minor (secoli VIII-IX). Competizione, conflittualità e potere politico. [Tesi di dottorato] Università degli Studi di Padova. p. 317).

e.Grierson, relativamente a queste due legende scrive “Strana grammatica, dato che Salerno è Salernum in latino. L’ortografia sulla serie principale delle monete Gisulfus è SALERNV, ma sull’altra serie e su monete posteriori sulle quali il nome appare al completo, si legge SALERNO. A quanto pare il nome è inteso come in dialetto, ed ha cambiato genere.”

f.Tarì: moneta d’oro. Si conoscono tarì di: Gisulfo I (946-977), Guaimario III (999-1027), anonimi (fine X – prima metà dell’XI secolo), Roberto il Guiscardo (1077-1085), Ruggero II (1127-1154), Guglielmo II (1166-1189), Tancredi (1190-1194). (Fonte: V. de Simone, Le monete della zecca di Salerno. https://digilander.libero.it/salernostoria/monete.htm

Bibliografia e sitografia.

1.P. Peduto, Arechi II a Salerno, in Rassegna Storica Salernitana XV 1, 1998 fasc. 29 NS, pp. 7-28.

2.P. Delogu, Mito di una città meridionale, Liguori Editore 1977 p. 15.

3.Ibidem, pp. 52-53.

4.R. Iula, Opulenta salernum: alcuni aspetti di numismatica salernitana / 1, in Il giornale della Numismatica 25 novembre 2016

http://www.ilgiornaledellanumismatica.it/opulenta-salernum-alcuni-aspetti-di-numismatica-salernitana-1/

5.P. Grierson, La monetazione salernitana di Gisulfo II (1052 – 1077) e di Roberto il Guiscardo (1077 – 1085), Bollettino del Circolo Numismatico Napoletano, Anno XLII, Gennaio-Dicembre 1957, p. 11.

6.G. Zornetta, Langobardia minor (secoli VIII-IX). Competizione, conflittualità e potere politico. [Tesi di dottorato]. Università degli Studi di Padova, 2018, pp. 384-385.

7.M. Oldoni, Un Medioevo senza santi: la Scuola Medica di Salerno dalle origini al XIII secolo, in M. Pasca (a cura di) La Scuola Medica Salernitana, storia, immagini, manoscritti dall’XI al XIII secolo, Electa Napoli, 2005, p. 16.

8.M. Conforti, Costantino l’Africano e la medicina araba in Occidente tratto da U. Eco (a cura di) Storia della civiltà europea 2014, edizione in 75 ebook

https://www.treccani.it/enciclopedia/costantino-l-africano-e-la-medicina-araba-in-occidente_%28Storia-della-civilt%C3%A0-europea-a-cura-di-Umberto-Eco%29/ URL consultato il 26/12/2022.

9.V. von Falkenhausen, Costantino Africano, in Dizionario Biografico degli Italiani – Volume 30 (1984)

https://www.treccani.it/enciclopedia/costantino-africano_%28Dizionario-Biografico%29/

URL consultato il 26/12/2022.

10.G. Galasso, Una Scuola e un mito: la Scuola Medica di Salerno, in Rassegna Storica Salernitana, XII 2 dicembre 1995 NS, p. 10.

11.M. Oldoni, Op. cit., p. 13.

12.https://www.treccani.it/enciclopedia/universita_%28Enciclopedia-Italiana%29/

13.Cfr.: P.O. Kristeller, La Scuola di Salerno. Il suo sviluppo e il suo contributo alla storia della scienza, Appendice al fascicolo I-IV della Rassegna Storica Salernitana, A. XVI, 1955, pp. 39-54; G. Vitolo, Origine e sviluppi istituzionali della Scuola, in I. Gallo (a cura di) Salerno e la sua Scuola Medica, Arti Grafiche Boccia Edizioni, 1994, pp. 47-50; G. Lauriello, La legislazione sanitaria di Federico II in L’eredità della Scuola Medica salernitana, Giuseppe De Nicola editore, 2022, pp. 51-62.

Foto G. Ferrantino-S. Tommaso D’Aquino-IMG_0517
Lapide dedicata a San Tommaso d’Aquino, posta al di sopra della porta d’ingresso a quello che è stato lo Studio di Santa Caterina superiore, nell’atrio del Duomo di Salerno (Foto G. Ferrantino)
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