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GLOCAL di Ernesto Pappalardo »

Netta la distanza tra lo schieramento governativo e l’atteggiamento inconcludente delle formazioni politiche.
La vera bussola del cambiamento? Ha l’aspetto del Recovery
Il percorso che il presidente Draghi porta avanti resta centrale per agganciare la dinamica della piena ripresa. Ma ottobre è dietro l’angolo e i partiti non vedono l’ora di ritornare pienamente in campo.

Colpisce, in queste settimane, assistere allo “spettacolo” che tanta parte della politica – intesa nella quotidiana rappresentazione che i leader di singoli partiti e formazioni portano avanti – propone in una fase particolarmente delicata, a cominciare dalla partenza effettiva del così tanto atteso Recovery. Ma, appare evidente, che è solo il prologo di un ventaglio più ampio di sceneggiature che, in realtà, sono destinate a prendere sempre più forma nell’imminenza delle elezioni amministrative in programma subito dopo l’estate. Mentre stiamo per entrare nel vivo di un contenzioso molto aspro e complesso tra i due schieramenti in campo – con il centrodestra in attesa di sapere se quanto anticipato dai sondaggi di queste settimane si concretizzerà, delineando un nuovo quadro politico – non possiamo che “leggere” con attenzione i tentativi di quello che ci ostiniamo a chiamare centrosinistra (Pd e Cinque Stelle in primo piano) di recuperare e ricostruire il rapporto con l’elettorato di riferimento. Tentativi che sono assolutamente indispensabili per provare a ristabilire una relazione costruttiva e, soprattutto, finalizzata a riaccendere ogni luce possibile sul futuro che si delinea nei prossimi, fondamentali, passaggi che attendono tutte le varie aree del Paese.

E’ evidente che il governo Draghi ha compiuto e sta compiendo il percorso che era indispensabile portare avanti, raggiungendo obiettivi di fondamentale importanza. Come pure va aggiunto che lo stesso Draghi ha delineato con precisione e esattezza l’ambito dentro il quale a livello internazionale si colloca l’Italia, evitando “confusioni” non in linea con il percorso storico ed istituzionale portato avanti sempre con estrema chiarezza fino a qualche tempo fa.

Se questo è il quadro che si apre di fronte a noi, appare, però, veramente difficile immaginare che le forze politiche in campo – che si confrontano quotidianamente e che si preparano alla battaglia elettorale dei prossimi mesi – possano dare quelle risposte indispensabili in termini di chiarezza e di indicazione dei percorsi che dovremo intraprendere per forza di cose. In altre parole, mentre in questo momento procediamo su una strada strutturata in maniera ben delineata, preoccupa – e non poco – immaginare qualsiasi piccolo o meno piccolo deragliamento.

Come, in realtà, era abbastanza prevedibile – alla luce di tutta la confusione improduttiva degli ultimi tre anni –  siamo in questo momento più che mai agganciati, nonostante il momento pre-elettorale che ci apprestiamo a vivere, al governo Draghi e alla sua piena operatività.

Non ci sono altre constatazioni da fare: nonostante il fibrillare della politica e dei partiti, il percorso che il Governo porta avanti è il riferimento centrale non solo sul versante nazionale – sempre alle prese con il dilemma della piena funzionalità di enti e amministrazioni – ma, in maniera maggiore,  anche su quello internazionale.

Viene da dire: speriamo si continui così ancora per molto, perché è davvero difficile immaginare, in questo momento, la piena operatività dei partiti rispetto alle problematiche che abbiamo di fronte.

Ma ottobre è dietro l’angolo, e la politica partitica non vede l’ora di ritornare pienamente in campo. Non si può che sperare che il grande mutamento che sembra avvolgere l’Europa intera, prenda forma e sostanza anche qui da noi. Difficile? Quasi impossibile, viene da dire.

Ernesto Pappalardo

direttore@salernoeconomy.it

 

 

 

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