GLOCAL di Ernesto Pappalardo »
Colpisce, in queste settimane, assistere allo “spettacolo” che tanta parte della politica – intesa nella quotidiana rappresentazione che i leader di singoli partiti e formazioni portano avanti – propone in una fase particolarmente delicata, a cominciare dalla partenza effettiva del così tanto atteso Recovery. Ma, appare evidente, che è solo il prologo di un ventaglio più ampio di sceneggiature che, in realtà, sono destinate a prendere sempre più forma nell’imminenza delle elezioni amministrative in programma subito dopo l’estate. Mentre stiamo per entrare nel vivo di un contenzioso molto aspro e complesso tra i due schieramenti in campo – con il centrodestra in attesa di sapere se quanto anticipato dai sondaggi di queste settimane si concretizzerà, delineando un nuovo quadro politico – non possiamo che “leggere” con attenzione i tentativi di quello che ci ostiniamo a chiamare centrosinistra (Pd e Cinque Stelle in primo piano) di recuperare e ricostruire il rapporto con l’elettorato di riferimento. Tentativi che sono assolutamente indispensabili per provare a ristabilire una relazione costruttiva e, soprattutto, finalizzata a riaccendere ogni luce possibile sul futuro che si delinea nei prossimi, fondamentali, passaggi che attendono tutte le varie aree del Paese.
E’ evidente che il governo Draghi ha compiuto e sta compiendo il percorso che era indispensabile portare avanti, raggiungendo obiettivi di fondamentale importanza. Come pure va aggiunto che lo stesso Draghi ha delineato con precisione e esattezza l’ambito dentro il quale a livello internazionale si colloca l’Italia, evitando “confusioni” non in linea con il percorso storico ed istituzionale portato avanti sempre con estrema chiarezza fino a qualche tempo fa.
Se questo è il quadro che si apre di fronte a noi, appare, però, veramente difficile immaginare che le forze politiche in campo – che si confrontano quotidianamente e che si preparano alla battaglia elettorale dei prossimi mesi – possano dare quelle risposte indispensabili in termini di chiarezza e di indicazione dei percorsi che dovremo intraprendere per forza di cose. In altre parole, mentre in questo momento procediamo su una strada strutturata in maniera ben delineata, preoccupa – e non poco – immaginare qualsiasi piccolo o meno piccolo deragliamento.
Come, in realtà, era abbastanza prevedibile – alla luce di tutta la confusione improduttiva degli ultimi tre anni – siamo in questo momento più che mai agganciati, nonostante il momento pre-elettorale che ci apprestiamo a vivere, al governo Draghi e alla sua piena operatività.
Non ci sono altre constatazioni da fare: nonostante il fibrillare della politica e dei partiti, il percorso che il Governo porta avanti è il riferimento centrale non solo sul versante nazionale – sempre alle prese con il dilemma della piena funzionalità di enti e amministrazioni – ma, in maniera maggiore, anche su quello internazionale.
Viene da dire: speriamo si continui così ancora per molto, perché è davvero difficile immaginare, in questo momento, la piena operatività dei partiti rispetto alle problematiche che abbiamo di fronte.
Ma ottobre è dietro l’angolo, e la politica partitica non vede l’ora di ritornare pienamente in campo. Non si può che sperare che il grande mutamento che sembra avvolgere l’Europa intera, prenda forma e sostanza anche qui da noi. Difficile? Quasi impossibile, viene da dire.
Ernesto Pappalardo
Cambiamenti?