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La stretta creditizia ha “gelato” meno le aziende del Centro-Sud

Unioncamere-Tagliacarne. Trend ancora negativo soprattutto al Nord In Campania per le imprese contrazione del 2,1% (dati giugno 2011-2012) e per le famiglie gli impieghi hanno registrato un tasso del +1,1 per cento La stretta creditizia si è rivelata particolarmente pungente per le imprese nel periodo giugno 2011-giugno 2012. Addirittura in Molise ed in Sardegna il “rubinetto” delle banche è diventato due volte più stretto che nel resto d’Italia: “nelle due regioni – si legge in una nota di Unioncamere – supera il 5% la contrazione dei finanziamenti erogati dal sistema creditizio alle imprese tra giugno 2011 e giugno 2012, a fronte di un calo medio nazionale del 2,5%”. In termini più complessivi le imprese italiane hanno ottenuto 978 miliardi di euro invece dei 1.003 concessi nello stesso periodo dell’anno precedente. “Tendenza contraria – spiegano gli analisti dell’Istituto Tagliacarne, che hanno elaborato dati della Banca d’Italia – per il credito alle famiglie, aumentato in termini medi dell’1,2% tra giugno 2011 e giugno 2012, con punte del +1,7% in Lombardia” con solo “due regioni (Basilicata, -1,4% e Valle d’Aosta -0,5%) che presentano flessioni”.In Campania gli impieghi per le famiglie si sono attestati – a giugno 2012- a quota 30.554 milioni di euro, mentre quelli per le imprese a 39.528 milioni. Rispetto a giugno 2011 nel primo caso c’è, quindi, stata una variazione del +1,1%, mentre per le aziende si è trattato di una riduzione del 2,1%. Le contrazioni più marcate per le imprese “si sono verificate nel Nord Ovest (-3,4%) e nel Nord Est (-3,1%)”. Più disponibile alle esigenze del tessuto economico, invece, “sembra essersi mostrato il sistema bancario nel Mezzogiorno (-1,4%) e soprattutto nel Centro (-1%)”. Oltre al Molise (-5,4%) e alla Sardegna (-5,2%), diverse regioni segnano una riduzione superiore alla media: Friuli Venezia Giulia (-4%), Veneto e Calabria (-3,9%), Lombardia (-3,5%). Sul fronte opposto, “a registrare un aumento dei crediti concessi le imprese di Valle d’Aosta (+1,1%), Sicilia (+0,4%), Abruzzo (+0,3%) e Lazio (+0,1%)”. Per quanto riguarda i prestiti alle famiglie, “gli incrementi più sostenuti si sono verificati, oltre che nel Lazio e in Lombardia (+1,7%), in Molise (+1,4%) e in Piemonte (+1,3%), mentre in diminuzione sono soltanto la Valle d’Aosta (-0,5%) e la Basilicata (- 1,4%)”. Il peso degli impieghi delle imprese sul totale risulta, in Italia, “appena sopra il 50%, ma supera ampiamente i 60 punti percentuali in diverse regioni del Centro-Nord”. Al primo posto “per incidenza dei finanziamenti alle imprese si incontrano il Trentino Alto Adige (69,6%), seguito dalla Valle d’Aosta (63,7%), dall’Umbria (63,3%) e dall’Emilia Romagna (63,1%)”. Da segnalare il dato dell’Abruzzo (61,4%), unica regione del Mezzogiorno “in cui gli impieghi delle imprese raggiungono una incidenza sul totale superiore al 60%”. Molto modesto risulta, infine, il dato del Lazio (30%), influenzato dal peso predominante degli impieghi della Pubblica Amministrazione nella Capitale. Gli impieghi delle famiglie pesano invece mediamente “per poco più di un quarto sul totale degli impieghi (26,1%), ma superano il 33% in tutte le regioni del Mezzogiorno, fatta eccezione per l’Abruzzo, dove si registra una netta prevalenza degli impieghi delle imprese”. (Fonte: com. st. unioncamere.it del 01.04.2013)

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