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I numeri dell'economia »

Anche la grande distribuzione organizzata mostra “segnali di sofferenza”.
La grande frenata del commercio
La Confesercenti: “Tra gennaio e settembre di quest’anno i negozi hanno registrato quasi 900 milioni di euro di vendite in meno rispetto al 2017, la flessione peggiore da cinque anni a questa parte”.

Il grido d’allarme della Confesercenti rimette al centro dell’attenzione la crisi del commercio ed in particolare delle attività al di fuori del perimetro della grande distribuzione. “Tra gennaio e settembre di quest’anno i negozi italiani hanno registrato quasi 900 milioni di euro di vendite in meno rispetto al 2017, la flessione peggiore da cinque anni a questa parte. Un crollo che ha accelerato la mortalità delle imprese: nei primi nove mesi del 2018 stimiamo che abbiano abbassato la saracinesca circa 20mila negozi indipendenti”. È questo lo scenario che emerge da un’analisi condotta dall’associazione sulla base di dati Istat. “La flessione – si legge in una nota di sintesi – registrata dai negozi nei primi tre trimestri dell’anno (-2% dei prodotti non alimentari) è infatti la più forte dal -2,9% del 2013, all’apice della recessione dei consumi che ha colpito il nostro Paese nel triennio 2012-2014. Una crisi da cui la maggior parte dei negozi ancora non è uscita, registrando risultati lievemente sopra lo zero per le vendite nel 2015 e nel 2016, tornando già in territorio negativo nel 2017”.  Ma – secondo la Confesercenti – “la frenata non riguarda solo i negozi indipendenti. Anche la grande distribuzione organizzata, infatti, mostra segnali di sofferenza: tra gennaio e settembre le vendite sono cresciute appena dello 0,2%, in forte arretramento rispetto al +2% segnato lo scorso anno”.

La frenata.

“Il calo delle vendite – spiega sempre la Confesercenti – ha colpito praticamente tutti i comparti merceologici, come è evidente dal confronto tra gli andamenti registrati nei primi 9 mesi del 2018 e quelli dello stesso periodo dello scorso anno. A segnare la flessione più rilevante è il commercio di calzature, articoli in pelle e da viaggio, che passa dal +2,3% del 2017 al -2,4% di quest’anno, seguito dall’abbigliamento, che passa da +0,8% a -1,8%. Ma rallentano, pur restando in campo positivo, anche telefonia e informatica, che scendono da una crescita di +3,4% ad un decisamente più modesto +1,4%. Dal calo di vendite non si salvano nemmeno Farmaci e Giocattoli, con l’unica eccezione degli elettrodomestici, le cui vendite aumentano dal +1,8% segnato nei primi 9 mesi del 2017 al +2,7% di quest’anno”.

L’analisi della Confesercenti.

“Le vendite – evidenzia la presidente di Confesercenti Patrizia De Luise – stanno rallentando in maniera preoccupante in tutta Europa, ma l’Italia è quella che ha subito la frenata peggiore. La speranza dei commercianti è che le prossime festività Natalizie possano fornire una boccata d’ossigeno. È chiaro, però, che serve di più: l’auspicio è che le misure annunciate per il rilancio del mercato interno e dei consumi vengano introdotte velocemente, ma anche che la manovra venga mirata maggiormente alla crescita: serve più spesa produttiva, sul lavoro e sulle infrastrutture, e meno spesa improduttiva. Con l’obiettivo finale di ridurre anche la zavorra fiscale: abbassare le tasse rimane la via maestra per ridare fiducia e forza a famiglie e imprese”.

(Fonte: confesercenti.it/ 12.11.2018)

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