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GLOCAL di Ernesto Pappalardo »

Si avvicina la partita per le europee e assistiamo a una serie di cambiamenti molto più profondi di quanto si possa pensare.
La grande e multimediale sfida degli “influencer” (politici)
Siamo nell’epoca dei personaggi di successo (popolari nei social network), molto seguiti dai media, che influiscono sui comportamenti e sulle scelte di un pubblico sempre più vasto. E non è detto che sia peggio di quanto già sperimentato fino a oggi.

Tempo di Natale, tempo di riflessioni, di scenari che hanno assunto, per la verità, una precisa forma (politica), in vista del primo e significativo test elettorale che – come è già chiaro da tempo – si appresta a segnare il primo spartiacque all’interno di un quadro sempre più significativo e importante. Ma è anche abbastanza palese che le parti in causa – a destra e a sinistra – devono affrontare questo passaggio tenendo conto di che cosa esso rappresenta, non solo nel breve periodo, ma anche nel medio e lungo termine. Insomma, FdI e Pd capiranno bene dalla scadenza per le europee (giugno 2024) quale sarà veramente il senso della passeggiata che dovranno affrontare, tanto che, molto probabilmente, le due condottiere – Elly Schlein  e Giorgia Meloni – hanno da non poco tempo avviato la battaglia che risente, è questo uno dei punti che si riveleranno sostanziali, appunto, del confronto a tutto campo tra queste due personalità che, come la politica stessa ha già deciso di fare, dovranno mettersi a confronto, anche superando la più tipica impostazione italiana che ama perimetrare e restringere il campo da gioco, che in questo momento, invece, è più largo di quanto si pensi e non va certo recintato e inglobato in schematismi che guardano più che al futuro, al passato. In altre parole, al di là della precisa e schematica ricerca (e acquisizione) di ipoteche – ma esiste ancora, anche quando il voto diventa europeo, con tutto quello che può significare o non significare questa aggettivazione così destrutturante? – siamo veramente sicuri che la manifestazione del consenso (in quale effettiva quantità?) sarà concepita e manifestata in base a un indirizzo preliminarmente politico? O sarà, invece, un voto di fiducia – di fiducia – proprio a quella leader (una delle due) che agli occhi della massa elettorale ha bisogno di una manifestazione generale di condivisione o di precisa presa di distanze dal modo di fare assunto in questo primo periodo di una fase nuova che sta prendendo forma in Italia? Il tema è già da non poco tempo sottoposto a valutazione in tutta Europa e le risposte non sono del tutto chiare, ma, nel nostro Paese, al governo c’è la leader di destra che ha ampiamente sfondato il fronte di un consenso che già tante volte ha dimostrato di attestarsi su una percentuale di vantaggio netto rispetto a tutte le forze di centrosinistra. Basta dare uno sguardo a tante tabelle settimanali che monitorano con specificità i flussi di voto, che dipendono chiaramente dall’esito del confronto lungo e sicuramente frastagliato tra le due leader. Meloni mantiene quanto ha conquistato e Schlein che valorizza il fronte che, al di là di come viene descritto e sostenuto, insegue (e al momento resta indietro).

E’ questo il quadretto che abbiamo di fronte e che dovrà specificare gli esiti di una battaglia politica che ha completamente perso di vista il fenomeno del vero e proprio partitismo, perché, nel frattempo, si è già attestato (tutto l’universo votante) sulla nuova frontiera di che cosa sta diventando questa categoria elettorale, pronta a manifestare ampio consenso, che un tempo si manifestava attraverso il confronto, il vero e proprio schieramento sulla base di valutazioni molto varie e complesse. Insomma, siamo già da un paio di anni nella prospettiva aperta e concreta del leaderismo: i candidati si giocheranno la propria partita puntando sulla capacità (leaderistica, sia ben chiaro) di aggregare consensi non tanto sul progetto, ma sulla propria persona. Solo dopo, forse, verrà la politica vera e propria. Ma siamo nell’epoca degli influencer (personaggio di successo, popolare nei social network e in generale molto seguito dai media, che è in grado di influire sui comportamenti e sulle scelte di un determinato pubblico).

Sì, ora la partita è propria questa. E non è detto che sia peggio di quanto già sperimentato fino a oggi.

Ernesto Pappalardo

direttore@salernoeconomy.it

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Elly Schlein e Giorgia Meloni
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