contatore visite free skip to Main Content
info@salernoeconomy.it

Lo speciale »

L’indagine congiunturale realizzata da Centro Studi di Unioncamere e Istituto Tagliacarne.
Industria, Sud più “sprint” del Nord
“E’ il Mezzogiorno che dà slancio alla ripartenza del manifatturiero, chiudendo il secondo trimestre con un ampio +26% in termini di produzione che diventa addirittura +29% sul fronte fatturato. E’ comunque ancora una volta la domanda estera a esercitare i maggiori effetti espansivi sulle traiettorie di crescita nel corso degli ultimi mesi.”.

(Er.Pa.) – Sorpresa, il manifatturiero potrebbe essere davvero sul punto della ripartenza. E – sorpresa nella sorpresa – questo tipo di dinamica è evidente soprattutto al Sud. Basta dare un’occhiata agli indicatori individuati dalla consueta indagine congiunturale sulle imprese del settore realizzata dal Centro Studi di Unioncamere e dall’Area Studi e Ricerche dell’Istituto Guglielmo Tagliacarne. “Dal punto di vista geografico – è scritto in una nota di sintesi – è il Mezzogiorno che dà slancio alla ripartenza del manifatturiero, chiudendo il secondo trimestre con un ampio +26 (punti percentuali, ndr) in termini di produzione che diventa addirittura +29 sul fronte fatturato”. Ma, scendendo nel dettaglio delle regioni meridionali, ci si rende conto che gli imprenditori segnalano incrementi superiori a quelli del Centro e del Nord. Per quanto concerne il pre-consuntivo riferito al secondo trimestre del 2015, la produzione è indicata in crescita del 39% (saldo: +26,1%), mentre nel Nord Ovest aumenta del 31%; nel Nord Est del 33% e al Centro del 37%. In merito al fatturato la percentuale riferita all’area meridionale è pari al +40% (saldo: +28,6%), mentre nel Nord Ovest emerge un +34%; nel Nord Est un +37% e al Centro un +38%. Sud in evidenza anche nell’ambito degli ordinativi con un +40% per quelli nazionali (saldo: +33,7%) ed un +49% per quelli esteri (saldo: +42,9%). Numeri nettamente più positivi rispetto agli altri dipartimenti territoriali. Per gli ordinativi nazionali nel Nord Ovest +21% e +39% per quelli esteri; nel Nord Est +28% sul mercato interno e +40% per quello estero; al Centro +31% in Italia e +41% all’estero. Lo scenario generale.
“Al netto dei rischi provenienti dalla crisi greca – spiegano Unioncamere e Tagliacarne – migliora nettamente il clima economico, soprattutto per l’industria pesante italiana. Meccanica e industria elettrica ed elettronica, nei preconsuntivi relativi al II trimestre dell’anno, mostrano una robusta dose di ottimismo, che rafforza i buoni risultati già conseguiti nel primo trimestre 2015. Il vento di ripresa, però, comincia a soffiare con maggior intensità anche tra gli imprenditori della manifattura più tipica del made in Italy – sistema moda, alimentare e legno e arredo – dopo un inizio d’anno ancora decisamente incerto”.
Il preconsuntivo del II trimestre.
Ammontano rispettivamente a +20 e +22 punti percentuali i saldi tra preconsuntivi di aumento e di diminuzione della produzione e del fatturato delle imprese manifatturiere per il II trimestre 2015. “I miglioramenti più netti – si legge nella sempre nella nota – sono previsti dalle imprese con almeno 50 addetti che presentano un saldo positivo di +28 per quanto riguarda la produzione e di +34 per il fatturato a fronte dei +12 punti percentuali fatti segnare dalle piccole imprese”.
Tra i settori “appare evidente una netta dicotomia fra i comparti dell’industria “leggera” e quelli della manifattura “pesante” con la prima che presenta risultati decisamente inferiori alla seconda. L’industria “pesante” viene trainata in particolare dalle industrie elettriche ed elettroniche (+27 la produzione e +36 il fatturato) a cui si affianca il comparto delle industrie meccaniche e dei mezzi di trasporto che, probabilmente trascinato dalla ripresa delle immatricolazioni automobilistiche, vanta un’analoga performance in termini di produzione collocandosi appena dietro per quanto concerne il fatturato (+33). Leggermente più defilate le industrie chimiche, petrolifere e delle materie plastiche che fanno segnare un +26 di produzione e un +30 di fatturato. Il sistema moda è invece quello che evidenzia segnali di maggiore prudenza assestandosi a +12 per entrambi gli indicatori”.
Su livelli complessivamente più contenuti rispetto al complesso dell’imprenditoria, “anche l’artigianato appare in grado di accodarsi a questi primi segnali di recupero, chiudendo il secondo trimestre con un saldo di +9 in termini di produzione e +8 come fatturato”.
Il consuntivo del I trimestre.
Più complessa l’analisi dei trend riferiti, invece, al primo trimestre dell’anno. “(…) La produzione ha chiuso all’insegna di una sostanziale stabilità (-0,3%) rispetto all’analogo periodo dello scorso anno e il fatturato ha invece mostrato segnali di recupero (+0,7%). Protagoniste le imprese con almeno 50 addetti, che per entrambi gli indicatori hanno messo a segno performance positive con una produzione chiusa a +0,4% e un fatturato che si è attestato a quota +1,8%. Di diverso tono invece l’andamento delle piccole imprese che hanno chiuso il trimestre con una riduzione del fatturato contenuta (-0,3%) ma un risultato più negativo della produzione (-0,8%). E ancora peggio sono andate le cose per l’artigianato ampiamente sotto quota -1%, con una produzione a -1,5% e un fatturato che si colloca appena due decimi di punto più su”.
Già nel primo trimestre “rilevante è stata la crescita del fatturato dell’industria meccanica e dei mezzi di trasporto (+2,9%) decisamente superiore a quella fatta segnare dalla produzione (+0,7%), mentre industrie elettriche ed elettroniche hanno fatto chiuso il trimestre con variazioni del 2% in entrambe le voci. Il trend è stato invece decisamente negativo per il sistema moda che ha lasciato sul terreno oltre il 3% di produzione (-3,3%)”.
Nei primi tre mesi del 2015 “il consuntivo è stato ancora decisamente pesante per il manifatturiero del Mezzogiorno, con il fatturato in calo del 2,1%”. In termini di fatturato è andato molto meglio il Centro (+1,7%) ed il Nord-Est “che si è attestato due decimi di punto al di sotto, mentre il Nord-Ovest ha registrato un +0,7%. In termini di produzione, invece, se il Mezzogiorno appare sempre come il territorio meno performante, il Centro evidenzia un arretramento piuttosto consistente e nel Nord solamente la parte orientale del paese mostra un avanzamento significativo”.
(Fonte: unioncamere.it/03.07.2015)

59952277201515322-1
Manifatturiero: fermenti positivi al Sud
Back To Top
Cerca