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I numeri dell'economia »

Rapporto Unioncamere / I dati 2013 relativi alla filiera estesa del comparto marittimo
In Campania la “blue economy” vale 9,2 miliardi
E in provincia di Salerno il valore aggiunto diretto ha superato il tetto dei 650 milioni di eurocon circa 15.000 occupati e oltre 4.900 imprese (pari al 4,1% dello stock territoriale)

diMario Gallo

Un valore aggiunto complessivo pari a 9,2 miliardi di euro, oltre 21.500 imprese e circa 76mila occupati: questi i numeri principali relativi alla “blue economy” in Campania nel 2013 emersi dal 3° Rapporto Unioncamere sull’economia del mare, presentato nei giorni scorsi a Gaeta, nell’ambito della terza edizione degli “Stati generali delle Camere di Commercio” dedicati all’intera filiera del mare, uno degli appuntamenti della settima edizione dello “Yacht Med Festival” organizzato dalla Camera di Commercio di Latina. Anche per la Campania, quindi, si confermano gli importanti segnali di tenuta di un settore che, considerando anche l’esteso indotto, ha dato un apporto all’intera economia del Paese per una cifra pari a quasi 120 miliardi di euro.
I dati delle province campane: a Salerno le economie del mare “valgono” 655 milioni di euro.
Il dettaglio dei dati dell’economia del mare relativo alle province della Campania nel 2013 evidenzia, ovviamente, le notevoli differenze espresse dai territori delle province di Napoli e Salerno rispetto alle altre province delle aree interne. Importanti i numeri espressi dal territorio napoletano, con 2.542,6 milioni di euro di valore aggiunto (il 6,1% del dato complessivo nazionale di settore ed il 5,7% dell’intera economia provinciale), 57.200 occupati nel settore (il 7,1% all’interno del dato nazionale ed il 7% del complessivo provinciale) e 15.341 imprese (l’8,5% di tutte le imprese del mare nazionali ed il 5,6% del totale delle imprese provinciali).
Di assoluta rilevanza i dati provenienti dalla provincia di Salerno: 655,6 milioni di euro di valore aggiunto (l’1,6% dell’intero valore nazionale del settore ed il 3,8% dell’economia provinciale), 14.900 occupati (l’1,8% degli occupati di settore a livello nazionale ed il 4,9% dell’intera occupazione provinciale) e 4.930 imprese (il 2,7% delle imprese nazionali ed il 4,1% di tutte le imprese provinciali). Residuali i dati riferiti alle province di Caserta (112 milioni di euro di valore aggiunto; 2.700 addetti; 1.000 imprese), Benevento (31,1 milioni di euro; 600 addetti; 123 imprese) ed Avellino (25,8 milioni di euro; 600 addetti; 185 imprese).
In Campania dal mare un indotto di 5,8 mld.
A livello regionale il valore aggiunto espresso dall’economia del mare campana nel 2013 è stato pari a 3.367,3 milioni di euro (l’8,1% del complessivo di settore nazionale ed il 4% del totale dell’economia regionale) ma, considerando il valore aggiunto attivato considerando l’indotto, pari a 5,8 miliardi di euro, il contributo economico complessivo proveniente da tutto il comparto è di circa 9,2 miliardi di euro, il 10,9% sul totale dell’intera economia regionale. Il dato campano si inserisce nella forte connotazione marina delle regioni meridionali che fa sì che l’economia del mare italiana si concentri prevalentemente proprio nel Centro-Sud (60% del valore aggiunto e 64% in termini di occupati), grazie soprattutto alla centralità che assume, oltre che in Campania, in alcune regioni come il Lazio, la Sicilia, e la Puglia (insieme, queste quattro regioni coprono circa il 40% del valore aggiunto dell’economia marina nazionale e il 43% degli occupati generati dal comparto). A livello nazionale, in valori assoluti, ai 41,5 miliardi di valore aggiunto prodotti (in termini nominali) dalle attività direttamente legate al mare nel 2013, hanno fatto riscontro altri 77,4 miliardi di euro attivati nel resto dell’economia: l’intera filiera ha generato 118,9 miliardi di euro di valore aggiunto, pari all’8,5% dell’economia complessiva.
Sono circa 76mila i lavoratori impegnati nelle oltre 21.500 imprese della “blue economy” campane.
La Campania figura tra le prime quattro regioni per numerosità di occupati nell’economia del mare con 75,9 migliaia di addetti (il 9,4% del totale nazionale riferito al settore ed il 5% del numero degli occupati regionale), preceduta solo da Lazio (115mila occupati nel 2013, pari al 14,2% del totale nazionale), Sicilia (97mila; 12%), e Liguria (83mila; 10,3%). In Italia il comparto si è mosso in controtendenza rispetto al resto dell’economia, facendo segnare un incremento stimato di 24.300 unità (+3,1%), con un notevole impulso derivante dalle attività di ricerca e tutela ambientale assieme alla componente turistica, per un totale complessivo, al 2013, di oltre 808mila addetti, il 3,3% dell’occupazione complessiva del Paese.
Sul fronte imprenditoriale, sono 21.579 le imprese legate all’economia del mare che insistono sul territorio campano, il 12% delle imprese della “blue economy” italiana ed il 3,8% del totale delle imprese regionali. A livello nazionale solo nel Lazio sono presenti un numero maggiore di imprese del settore (31.112 imprese, il 17,3% del totale). Complessivamente in Italia, nel triennio 2011-2013, il tessuto imprenditoriale (costituito da circa 180mila imprese) è aumentato di 3.500 unità, corrispondenti al +2%, in controtendenza rispetto al -0,9% del resto dell’economia. “In termini assoluti – ha spiegato il rapporto di Unioncamere – il numero maggiore di imprese che ruotano intorno all’economia del mare si concentra nel comparto del turismo marino, (100.033 attività, il 55,7% del totale) come somma dei servizi di alloggio e ristorazione (71.845) e delle attività sportive e ricreative (28.188) che sono svolte lungo i territori costieri. Al secondo posto segue la filiera ittica (33.952 aziende, il 18,9% del comparto), seguita da quella della cantieristica (28.139, pari al 15,7% dell’economia ‘blu’)”.
L’economia del mare in Campania è “pesante”.
Confrontando i numeri espressi dalla “blue economy” campana alla media nazionale, appare subito evidente il “peso” del settore sull’intera economia regionale. Il valore aggiunto del settore, che in Campania esprime il 4% dell’intera economia regionale, è superiore dell’1% a quanto espresso, in media, in sede nazionale (3%). Ancora più elevato il differenziale relativo al numero degli occupati, che in Campania rappresentano il 5% dell’occupazione regionale contro il 3,3% della media nazionale. Anche per quanto riguarda il numero di imprese legate all’economia del mare, la Campania si colloca al di sopra della media nazionale: 3,8% contro il 3%.
(Fonte: Terza edizione Rapporto sull’economia del mare Unioncamere/30.04.14)

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