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In aumento i protesti nel Mezzogiorno. Cerved: netta frattura del fenomeno tra Nord e Centro-Sud

Ufficializzati dall’Istat i dati relativi sulla rilevazione sui protesti per l’anno 2011. Nel corso dello scorso anno i protesti sono stati pari a 1.385.416, registrando una diminuzione del 4,5% rispetto all’anno precedente. Per quanto riguarda il valore dei titoli protestati, pari a 3.683.416 migliaia di euro, il calo è stato dell’8,2% rispetto al 2010, per un importo medio pari a 2.658,71 euro. Sono, però, allarmanti i dati sui protesti e ritardi dei pagamenti relativamente ai primi tre mesi del 2012, così come analizzati dall’Osservatorio trimestrale di Cerved Group. Particolarmente difficile la situazione riscontrata nel Sud e tra le imprese che operano nel settore delle costruzioni. Nel primo trimestre 2012 sono state oltre 21mila le società a cui è stato protestato almeno un assegno o una cambiale (+8,1%), con il comparto edilizia che ha registrato un incremento delle società protestate del 12,5%, ma il fenomeno è cresciuto anche per il terziario (+8,3 per un totale di 11.500 aziende) e l’industria (+5,4%). Territorialmente, notevoli le differenze tra Nord e Centro –Sud: nei primi tre mesi del 2012 i protesti sono infatti aumentati con tassi a due cifre sia nel Mezzogiorno, +13,5%, sia nel Centro, +10,6%, rispetto al +0,9% del Nord Ovest ed al -1,9% del Nord Est. All’aumento dei protesti, nel Meridione, si accompagna anche la crescita dell’attesa per i pagamenti, passati da 90,4 giorni dell’ultimo trimestre 2011 a 92,9 dei primi tre mesi 2012.


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