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Unioncamere. Segnali positivi nei comparti del turismo e del commercio, in affanno costruzioni, agricoltura e manifatturiero.
Imprese, Salerno al 5° posto in Italia
Il territorio provinciale si segnala tra quelli più dinamici per tasso di nati/mortalità nel 2015 con un saldo positivo pari a 1.370 iscrizioni nei registri camerali. L’area di Napoli è terza dietro Roma e Milano.

La provincia di Salerno si segnala al quinto posto della graduatoria elaborata da Unioncamere-InfoCamere in base ai principali indicatori inerenti la nati/mortalità delle imprese iscritte nei registri camerali. Il saldo nel Salernitano è positivo con +1.370 aziende derivanti da 7.871 iscrizioni e 6.501 cessazioni (tasso di crescita: +1,15%, media-Italia: +0,75%). Precede Salerno la provincia di Napoli che si colloca al terzo posto dietro le aree di Roma e Milano con 20.157 iscrizioni e 13.818 cessazioni, con un saldo di +6.339 imprese (tasso di crescita: 2,29%). Bene anche la provincia di Caserta con un saldo attivo di 976 imprese (+1,08%). Più distanziati i territori di Benevento (con un saldo pari a +76 iscrizioni, tasso di crescita: +0,22%) e di Avellino (con un saldo positivo di +69 iscrizioni, tasso di crescita: +0,16%). I settori trainanti (quadro nazionale).
Dal punto di vista dei settori, due terzi della crescita del 2015 si concentra in tre soli comparti: commercio (+11.990 unità), turismo (+11.263) e servizi alle imprese (+9.409). Ancora in campo negativo (seppure in miglioramento rispetto al 2014), le costruzioni (-6.055 imprese), l’agricoltura (-5.460) e le attività manifatturiere (-2.416).
Se si scende nel dettaglio dei saldi settoriali, le attività cresciute maggiormente nel 2015 sono state quelle dei servizi di ristorazione (+9.235 imprese), il commercio al dettaglio (+7.313) e le attività di supporto alle imprese (+5.837). Queste ultime, in particolare, fanno segnare la crescita settoriale più sostenuta dello scorso anno. Tra tutti i settori, infatti, le attività di supporto alle imprese hanno messo a segno un incremento dell’8,7% rispetto al 2014, con punte del 10,4% al Nord-Ovest e del 10,3% al Centro. Da segnalare anche le buone performance delle attività di servizi per edifici e paesaggio e dei servizi di alloggio (entrambi cresciute del 4,1% a livello nazionale). Nel primo caso (edifici e paesaggio), la spinta più forte si registra nelle regioni del Mezzogiorno (+4,6%); nel secondo (alloggio), l’area più dinamica è stata il Centro-Italia (+5,8%).
A livello territoriale, con l’eccezione della sola Basilicata, tutte le regioni fanno meglio del 2014, incluse quelle che anche nel 2015 continuano a registrare saldi formalmente negativi (ma statisticamente insignificanti): oltre alla stessa Basilicata si tratta di Marche, Piemonte, Valle d’Aosta e Friuli Venezia Giulia. Allargando il perimetro dell’analisi, in tutte e quattro le grandi macro-aree del Paese il tasso di crescita del 2015 presenta risultati positivi e migliori rispetto al 2014, con il Nord-Est che (dopo quattro anni) esce dal campo negativo e torna a segnare un allargamento della base imprenditoriale. Tra le regioni, il Lazio si conferma quella più dinamica, con un tasso di crescita pari all’1,7% in lieve rallentamento rispetto al 2014 (quando era cresciuta dell’1,8%).
La forma giuridica.
Dal punto di vista della forma giuridica delle imprese, “l’intero saldo positivo del 2015 – evidenzia Unioncamere – è totalmente spiegato dalla forte crescita delle società di capitale: 55.904 in più in termini assoluti, pari ad una crescita del 3,8% rispetto al 2014 (quando fu comunque del 3,3%)”. “Il dato conferma – aggiunge Uniocamere – un orientamento ormai consolidato tra i neo-imprenditori italiani che, per affrontare il mercato, si affidano sempre più spesso a formule organizzative più robuste e strutturate. Non solo perché più capaci di intercettare gli incentivi pubblici opportunamente messi a loro disposizione (in particolare a valle delle normative di favore introdotte per sostenere la nascita di Startup e Pmi innovative), ma soprattutto perché la società di capitali si presta ad essere più attrattiva rispetto a nuovi investitori e, dunque, a consentire un percorso di crescita più sicuro per l’idea di business”.
Lo scenario generale.
Negli scorsi dodici mesi le imprese italiane hanno raggiunto quota 6 milioni 57mila unità in base a 372mila nuove iscrizioni “che hanno più che compensato le 327mila cancellazioni con un saldo, quindi, di 45mila imprese in più. Dopo sette anni di crisi (interrotti dalla breve fiammata del 2010-2011), lo scorso anno il tessuto imprenditoriale ha visto un ritorno del ritmo di crescita delle imprese ai livelli pre-crisi del 2007 (+0,75%)”.
Il ruolo determinante di giovani, donne e stranieri.
“Se il bilancio del 2015 è stato positivo – spiega Unioncamere – lo si deve in particolar modo alle imprese di giovani, stranieri e donne: il saldo delle aziende create da under 35 (+66.202 unità) supera nettamente l’intero saldo annuale (+45.181). Va inoltre segnalato il contributo determinante delle imprese di stranieri (+32.000 unità) e di quelle create da donne (+14.300). In crescita società di capitali e cooperative mentre diminuiscono imprese individuali e società di persone”.
@LucaIovine6 Company Trainer
(Fonte: Com. Stampa unioncamere.it/01.02.2016)

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Nel Salernitano imprese in crescita dell'1,15%
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