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I numeri dell'economia »

Il bilancio consuntivo delle dinamiche della filiera agroalimentare nel 2018.
Imprese agricole under 35 in crescita (+4,1%)
L’analisi Ismea. In aumento valore aggiunto e occupazione. La spesa delle famiglie “ha segnato un timido +0,3%, dopo il +3,2% del 2017”.

I dati complessivi relativi al 2018 propongono un profilo della filiera agroalimentare Made in Italy con una serie di segni “più” significativi, anche se non mancano rallentamenti dal punto di vista della redditività delle aziende del primario e sul versante dell’export a causa della contrazione della domanda. E’ questo il quadro generale che emerge dall’analisi realizzata da Ismea (Agrosserva IV trimestre 2018). “Dopo un 2017 penalizzato dall’andamento meteorologico – si legge in una nota di sintesi – nel 2018 l’agricoltura è tornata a dare un contributo positivo all’economia nazionale (+0,9% il valore aggiunto in termini reali). Anche l’occupazione del settore è cresciuta dello 0,6% rispetto al 2017, sintesi di un aumento dell’1,6% degli addetti dipendenti e di un lieve decremento degli indipendenti”. Dal punto di vista del  numero di imprese agricole iscritte nel Registro delle Imprese – circa 750 mila a fine 2018 – affiora “una lieve flessione, riconducibile al processo di medio-lungo termine di razionalizzazione del settore”. Importante la dinamica delle imprese agricole giovanili – guidate, cioè, da un under 35 – che “sono cresciute del 4,1%”.

L’industria alimentare.

“Più dinamico – spiega sempre Ismea – il settore dell’industria alimentare con un aumento del valore aggiunto del 2,7%, seppure in rallentamento rispetto al 2017 quando aveva tracciato un +3,8%; in crescita anche gli occupati del settore (+3,1% nel 2018, dopo il +1,9% nel 2017), a fronte di un numero di imprese rimasto per lo più allineato al livello del 2017, poco al di sotto delle 71 mila unità”.

La redditività.

Per quanto concerne la redditività in agricoltura, Ismea stima “un lieve peggioramento dei conti delle aziende, dovuto all’aumento dei prezzi medi degli input di produzione (+3,2%), con rincari soprattutto nel capitolo dei prodotti energetici, mangimistica e salari, a fronte di una stabilità dei prezzi corrisposti agli agricoltori”.

L’export.

Gli scambi agroalimentari con l’estero “hanno fortemente risentito dell’incertezza globale e del rallentamento dell’economia mondiale. Le esportazioni italiane di prodotti agroalimentari, quasi 41,8 miliardi di euro, dopo il +7,4% del 2017, sono aumentate solo dell’1,2% nel 2018, subendo particolarmente la decelerazione della domanda internazionale dei principali partner commerciali”.

La spesa delle famiglie.

Segno più davanti alla spesa delle famiglie “per prodotti agroalimentari” con “un timido +0,3%, dopo il +3,2% del 2017”. Nel corso di tutto il 2018 “sono stati i prodotti a largo consumo confezionati a trainare la spesa (+1,9%) mentre per i prodotti sfusi (pari al 32,1% del valore del carrello) la spesa si è contratta del 3,1%. Nel complesso, il lieve incremento della spesa è riconducibile all’aumento dei prezzi medi delle referenze; si evidenzia inoltre una maggior disponibilità all’acquisto di bevande (+1,9%), più che di generi alimentari (+0,1%)”.

(Fonte: ismea.it/ 07.05.2019)

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