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GLOCAL di Ernesto Pappalardo »

Il vero marchio di prestigio nel mondo? Resta il made in Italy, ma, forse, qualcuno non lo ha ancora capito.
Il turismo ai nastri di partenza: tutti pronti, via
Nessuno rinuncerà a nulla. Ma senza fidarsi troppo. Sarà questa la vera sfida dei prossimi anni: se non cambiamo faccia (e anche sostanza), non riusciremo a crescere insieme, per migliorare la nostra più grande ricchezza.

Siamo arrivati, più o meno inaspettatamente, e in primo luogo per l’aumento sostanziale delle temperature, alla constatazione che ci siamo: è la vigilia dell’estate 2024. Anzi no,

è estate. Tutto sembra coincidere con una serie di indicatori che anticipano, con la forza dei numeri, la previsione di un più ampio e concreto recupero di proiezioni, sulla base di calcoli precisi: senza mezzi termini, sta per concretizzarsi una stagione molto importante, decisamente connotata da una tendenza con il segno più. L’era, precariamente in affanno, e rincorrente, in attesa di una ventata di flussi incrementali, dovrebbe essere andata in archivio, al punto da non avere più neanche l’ansia proveniente dall’estero (verranno o non verranno in Italia gli stranieri, dagli Stati Uniti d’America?), ma, sebbene da verificare con attenzione, principalmente dalle varie zone dell’Italia nostra. Insomma, corriamo più il rischio di assistere ad una ventata di ingressi dai Paesi più consistentemente attrezzati che, però, cercano il made in Italy, vogliono ritrovare (o trovare) il nostro Paese, che è pronto ad accoglierli, ad ospitarli, a ritrovarli; che dovere fare fronte agli arrivi dal Sud al Nord del Paese (pochi), oppure dal Nord al Sud delle nostre regioni (molti, moltissimi). Un teorema che, fino a questo momento, ha dato sempre ragione alle regioni più ricche d’Italia, naturalmente al di sopra di Roma.

La domanda è: funzionerà tutto bene? Il settore turistico saprà approfittare (davvero) di questa ventata positiva? Tutto, veramente tutto, risponderà nel migliore dei modi? A sentire le prime risposte degli addetti ai lavori, pare che ci siano le condizioni più adatte per riaffermare (e migliorare) i motivi di un successo che, a questo punto, non può proprio sfuggire. Qualche dubbio? Qualche considerazione troppo ostentatamente ottimistica? No, ma è chiaro che a questo punto è arrivato il momento giusto per veleggiare nella direzione più adatta a cogliere incrementi di cassa non più rinviabili.

Ma che cos’è, allora, che non va? Che non risponde a pieno titolo alle attese? Basta dare uno sguardo ai conti che conosciamo bene, quelli delle nostre famiglie e ai servizi che aspettano i viaggiatori per confermare che hanno mantenuto antichi e perseveranti difetti. Esempi semplici, non complicati. Per esempio: reti stradali che mostrano da tempo che al minimo segnale di sovraffollamento si congestionano e, quindi, si bloccano; collegamenti con le aree di montagna che restano precari e senza alcuna, pensata, alternativa (se può esserci davvero). E, poi, la gigantesca corsa al prezzo andante, che sale, in ogni ambito non perfettamente controllato: più o meno la mano libera resta la più veloce strada per consolidare aumenti improvvisi, senza controllo.

Insomma, ci attendono due/tre mesi senza possibilità di difendersi, gli aumenti già ci sono, i turisti lo sanno. Quelli che arriveranno dall’estero lo hanno messo nelle previsioni, vengono in Italia e si aspettano qualsiasi sorpresa. Tutti gli altri hanno già deciso di giocare in difesa. Nessuno rinuncerà a nulla. Ma senza fidarsi troppo. Sarà questa la vera sfida dei prossimi anni: se non cambiamo faccia (e anche sostanza), non riusciremo a crescere insieme, per migliorare la nostra più grande ricchezza. Il turismo, ovviamente.

Ernesto Pappalardo

direttore@salernoeconomy.it

 

 

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Estate "andante" . . .
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