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La notizia del giorno »

Il Punto di Arpocrate di Pasquale Persico/Ugo Marano e David Chipperfield, Utopia realizzabile a Salerno.

Nel libro “Identità e Sviluppo” introduco il concetto di serendipity, che è legato alla terminologia inglese e che descrive il caso come ultimo evento di una scoperta. Il termine richiama l’Isola di Serinda, un’isola dello Sri Lanka dove la leggenda racconta che una principessa realizzava i sogni dell’inconscio. Il caso di cui parlo nel libro è l’incontro tra me, Ugo Marano e David Chipperfield.  L’architetto è stato premiato qualche giorno fa – con  il Premio Pritzker – e serendipity torna nuovamente al centro del progetto della cittadella dell’Argilla e del Cotto  che abbraccia l’area larga della frazione di Ogliara (Salerno) fino al monte Stella.

Alcune settimane  fa,  Ermanno Guerra, già assessore alla Cultura del Comune di Salerno e segretario generale della Fondazione Ravello, consiglia al sindaco di chiedere a me di cucire, rammendare e rilanciare il progetto di Salerno Città della Ceramica, sapendo della mia sensibilità a riprendere i temi dell’Utopia  realizzabile di Ugo Marano. Ho accettato la proposta, anche in qualità di Advisor del Cugri, rinunciando a qualsiasi compenso professionale, inquadrando l’idea come terza missione dell’Università di Salerno e del Cugri in particolare. La vera notizia riguarda la disponibilità di Chipperfield a collaborare con la Fornace De Martino, affinché una fabbrica creativa, capace di mettersi in girotondo d’apprendimento con la storia delle fornaci di Ogliara – e  progettata dalla sua mente – possa rilanciare la sfida del Museo Città Creativa, fino a stare in tandem con il sogno in controtendenza con il processo di periferizzare le aree urbane in connessione con la globalizzazione non percepita come estensione della dipendenza culturale.

Alcuni giorni fa il documento sull’ipotesi di Cittadella è stato inviato all’amico Guerra e la notizia del premio a Chipperfield ha potuto illuminare ancor di più la fattibilità del progetto.

La comunicazione dell’iniziativa provocherà molti viaggi di andata e ritorno da Rufoli e tutti vorranno sapere del Museo Città Creativa proposto dalla mente dell’artista e della Fabbrica Creativa, divulgata dall’architetto noto in tutto il Mondo. Tantissimi desiderano capire come gli allievi di Napoli e di  Colonia di Chipperfield hanno scoperto Rufoli ed il pensiero utopico di un economista e di un artista, fino a condividere con Chipperfield l’idea di ricoprire tutto il Palazzo di Giustizia di un cotto con un colore particolare. Il pensiero poetico di Ugo Marano fu abbandonato per le regole al ribasso dell’appalto miope. Ma il continuo di quella  storia è una storia di design sui colori del cotto che ha costretto Tommaso De Martino a trasformarsi nel Raffaello nascosto della ricerca da fare, la ricerca dei colori del cotto, spesso indesiderati ma riconosciuti dal mercato. Oggi  un cotto bianco conquista il mercato orientale grazie a Bottega Veneta: Giappone, Corea e Cina scoprono la storia millenaria del luogo a spingono perché la cittadella del Cotto e dell’Argilla risorga come nei sogni della principessa di Serinda.

Io non posso fare altro che farmi aiutare da amici scienziati ma bravi in scienze applicate e approfondire la fattibilità di un sogno, adottare i nuovi principi di anticipatory governance, che la letteratura chiama approccio poetico alla governance, e far vivere il Macroscopio della mente dell’artista e dell’architetto, sogno già riconosciuto nella menzione speciale ricevuta dal libro al premio Valitutti 1998: Identità e Sviluppo è il racconto – o, forse, i racconti – di una visione inedita e lungimirante dello sviluppo delle città del Mezzogiorno, di una classe politica in parte nuova e di una classe politica ancora presente troppo vecchia, (1998).

 


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