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La notizia del giorno »

Il punto di Arpocrate di Pasquale Persico/ La malinconia civile, nuova preoccupazione istituzionale.

Ho incontrato, per caso, qualche anno fa l’On. Laura Castelli, quando ricopriva l’incarico di viceministro del Prof. Giovanni Tria. Invitato a pranzo da un suo giovane collaboratore – che mi aveva notato mentre uscivo dal palazzo del ministero delle Finanze – ho potuto ascoltare le riflessioni della giovane economista sulle aspettative di  governance del processo di politica economica sul quale si stava impegnando. Registrai nella mia mente che la sua esperienza, nonostante la giovane età, poteva già raccontare dei successi e delle difficoltà incontrate per realizzare i progetti del movimento Cinque Stelle. Mostrava una semplicità di approccio – con un atteggiamento pieno  di  fiducia nella disponibilità delle competenze tecniche del ministero – che la conduceva ad analizzare con chiarezza pensieri e percezioni del passato. Traspariva dal suo racconto sulle cose da fare che spettava alla politica produrre, con moralità (sguardo verso gli altri),  gli obiettivi della governance desiderata. La sua esperienza, poi, è continuata con il governo giallorosso ed oggi è un riferimento del ministro Franco. Qualche giorno fa – partecipando alla presentazione del bel libro di Luigi Paganetto, vicepresidente della Cassa Depositi e Prestiti, sul futuro dell’Europa, “Rivitalizzare un’Europa (e un’Italia) anemica” – ho ascoltato nuovamente Castelli; ho percepito, questa volta,  che nella sua mente è sopraggiunta una preoccupazione istituzionale associabile ad una malinconia civile.

L’inglese Robert Burton, tenendo sottocchio lo stato della società elisabettiana in decadenza, richiedeva urgenti riforme per non rischiare una malattia grave, la malinconia civile. Per lo studioso inglese, l’uomo può sopravvivere alla malinconia privata e curarsi, ma resta fragile se deve affrontare il tema della malinconia civile, un’anemia della mente poco curabile con i vaccini Rna disponibili oggi. Il riferimento esplicito all’anemia dell’Europa ed all’economia italiana si arricchiva di una considerazione importante. Il  sintetico intervento di Castelli non lasciava dubbi: l’uscita dall’anemia sociale richiederebbe uno slancio di democrazia economica. Il rapporto tra un approccio tecnico alla politica economica e il valore aggiunto della politica è ancora in crisi anche per un ritardo della stessa politica interpretata dai partiti e dai movimenti.

La fragilità ed il coraggio – di cui parla il Papa, ma che rappresentano il vissuto di molti giovani come Castelli – sono da ricercare nel camminare veloci, attraversando la società europea in metamorfosi, per riscoprire la gentilezza come variabile chiave dell’incontro, come  nuova virtù nascosta dalla malinconia civile, diffusa ed  in forte ascesa.


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