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Il Punto di Arpocrate di Pasquale Persico/Ecco le quattro parole che possono realmente cambiare la politica.

Quattro parole chiave – ambiente, innovazione, civiltà (plurale) e lavoro – per delineare il campo di una nuova modalità del fare politica. Il Pd nacque da un’esigenza profonda: aumentare la fiducia nelle Istituzioni: quelle della giustizia, dell’economia, della governance della cosa pubblica e della la cooperazione internazionale sui diritti. Efficacia, efficienza ed  equità devono, anche oggi,  essere assolutamente riferimento costante della politica economica proposta dal Pd, ma anche da  quei movimenti che vogliono rifondarsi.

I nuovi  campi di applicazione consentono a tutti  di mostrare la credibilità del partito nuovo. Per l’ambiente, per esempio, l’abbandono dell’approccio egocentrico si rende necessario per non svuotare definitivamente il concetto di sviluppo sostenibile integrale. Non più la sostenibilità con al centro solo l’uomo. Deve emergere una visione ecologica profonda (vedi Ischia). Il nuovo concetto di rete ecologica potenziale all’interno di tutta la progettualità possibile. Le conoscenze, i saperi e le competenze nuovamente al centro dei processi decisionali per evitare che temi risolvibili – come quello dei rischi  o quello dell’energia (o della conservazione della biodiversità) – diventino pesanti   e ostacolino lo sviluppo dei bisogni delle popolazioni. Sono, ormai, da anni disponibili le mappe delle eco-regioni, mappe sul grado di resilienza dei sistemi ecologici regionali e locali: sarà un grande passo in avanti per disporre di uno strumento decisionale aperto alle nuove esigenze dei territori?

Guai, poi, a non pensare alle città montane (reti di comuni organizzati in termini di governance) come a possibili aree di sviluppo dove anche nuove attività vengono ideate e pensate.

Ecco che, allora, l’altra parola chiave, innovazione, introduce la necessità di non rinunciare al sogno, alla visione strategica da prospettare come possibilità dell’impegno. I partiti devono  offrire nuove speranze sull’importanza di arrivare tardi, cioè, all’idea che attraverso l’innovazione e la ricerca, il ritardo diventi opportunità di creare nuove attività potenziali a traiettorie non adattive, cioè creative di nuove modalità di creare valore economico e sociale a sostenibilità complessa.

Il governatore della Banca D’Italia ha detto a chiare lettere che senza il potenziale del Mezzogiorno il tasso di crescita dell’Italia sarà sempre potenzialmente basso.

Ecco, quindi, che se il Pd e  la Lega, in discesa, saranno in grado di ispirare una nuova governance delle risorse, il salto di scala in termini di efficacia e di efficienza delle istituzioni sarà possibile e l’innovazione del modo di produrre i beni pubblici di merito darà certezza alle aspettative delle imprese in tutti i settori, (vedi la revisione del Pnrr e la nuova politica europea di bilancio).

L’innovazione deve riguardare tutti i settori  – agricoltura , industria, servizi e PA – ma soprattutto ispirarsi a valori etici riconoscibili ed interpretabili, fino a diventare il motore effettivo della trasformazione sociale capace di fare esplodere il potenziale del Mezzogiorno a vantaggio del Nord  e dell’Europa. Il potenziale del Mezzogiorno finalmente in campo potrà dare un grande contributo al tema del lavoro. Non esistono scorciatoie. Più risorse vengono utilizzate in settori di rendita e più è ritardato il tema del lavoro, (vedi il caso energia). Un vero spiazzamento dei fini istituzionali e delle risorse vive, oggi, la sua stagione: bisogna fermare questa prospettiva.

Devono nascere nuovi partiti capaci di rileggere le Costituzioni, quella italiana e quella della Unione Europea.

 


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