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Ora non so come va avanti, ma chi riceveva la paghetta, mensile o settimanale (addirittura), se passava il fine settimana (cadenza classica) senza riceverla, avanzava le sue pretese e si faceva anche sentire dai genitori … Non ho avuto questa fortuna da ragazzo, i regali li ricevevo a Natale ed al compleanno.
Sì, parlo dei regali perché se prendevo 10 in pagella quelli erano soldi meritati! Mio nonno “retribuiva” i nipoti con un salario in crescendo per ogni anno scolastico superato. A me, in particolare, che trascorrevo l’estate con lui, erano assegnati compiti “regolarmente” retribuiti.
Lavori in giardino, chiusura quotidiana degli infissi di una casa enorme, oltre ad infiniti viaggi per portare la legna destinata al camino. Questo tipo di approccio mi ha dato il giusto insegnamento al valore dei soldi.
Per dire: la spesa sanitaria del nostro Paese cresce costantemente, nonostante ciò, però, non riusciamo a garantire servizi adeguati, che risulta quasi sempre lontano dalla sufficienza nelle nostre zone. Forse non si riescono a gestire bene le risorse? E quindi? Cosa si fa? Si chiedono altri soldi, la “paghetta” . . . Possibile che non si pensa mai a razionalizzare la spesa? Non si ricomincia mai dal basso, non si va mai a capire di che cosa si ha, realmente, bisogno negli ospedali, nei pronto soccorso?
E, allora, si alza la voce perché non arrivano più soldi.
Bisognerebbe veramente andare in giro a capire i bisogni reali della gente, invece di vivere vite scandite da conferenze stampa e post sui social. Scegliere i medici più bravi, imparare da chi ha raggiunto risultati. Siamo stanchi di leggere di file d’attesa, di viaggi infiniti per un diritto di tutti noi: curarsi per stare meglio, per vivere meglio.
Ritorniamo a dare il giusto valore ai soldi e a capire che non è tutto dovuto, a cominciare dai nostri figli.