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Lettera al presidente del Consiglio e al ministro Patuanelli.
Il mondo del biologico scrive a Draghi
Aiab, Assobio, Associazione per l’Agricoltura Biodinamica e FederBio chiedono che lo sviluppo del settore diventi un punto di riferimento della transizione ecologica in relazione al comparto agricolo e alla rete dell’alimentare.

Il mondo del biologico ha scritto, nei giorni scorsi, al presidente del Consiglio Mario Draghi e al ministro delle politiche agricole Stefano Patuanelli. Aiab, Assobio, Associazione per l’Agricoltura Biodinamica e FederBio hanno sottolineato le principali questioni che le realtà del “bio” ritengono determinanti nel breve e nel medio periodo. I numeri del comparto in Italia rappresentano una realtà molto significativa. Più di 80.000 imprese certificate e più di due milioni di ettari di superficie agricola coltivata o in conversione al biologico – il 16% del totale dell’area green – costituiscono un solido punto di partenza in un ambito produttivo che si aggira sui 7 miliardi di euro di fatturato. Delineate, inoltre, le prospettive del biologico, che cresce da tutti i punti di vista. Viene, poi, manifestata, la  delusione da parte delle associazioni che rappresentano il biologico per il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

Le dichiarazioni delle quattro Associazioni del biologico.

“Siamo in un momento decisivo per la transizione agroecologica dell’agricoltura. Abbiamo scritto al Presidente Draghi e al Ministro Patuanelli per chiedere di considerare le nostre proposte nella stesura definitiva del Pnrr nella convinzione che investire per la conversione al biologico e per la promozione dei distretti bio rappresenti non solo un approccio efficace nel contrasto al cambiamento climatico e nella tutela della biodiversità, ma anche un’opportunità concreta per l’occupazione delle donne, dei giovani e per il rilancio economico di tanti territori rurali, a partire dal Mezzogiorno, in piena coerenza con le tre priorità trasversali indicate nel Piano”.

Alcuni riferimenti, poi, al contesto specifico nel quale si trova ad operare il Governo Draghi. “Vorremmo poter dare un contributo fattivo al lavoro del Governo per definire un nuovo modello agricolo, alimentare e territoriale che, anche a partire dal G20 a Presidenza italiana, possa caratterizzarsi per un approccio ecologico al contempo europeo e fortemente identitario per l’Italia su cui costruire il futuro dell’economia agricola, alimentare e territoriale. Riteniamo davvero incredibile che, mentre la Commissione Ue ha appena presentato il Piano d’azione 2021-2027 finalizzato allo sviluppo del bio sia per quanto riguarda la produzione che i consumi, con una significativa dotazione di risorse dedicate e messe a disposizione degli Stati membri, in Italia non si punti sul biologico rischiando così di perdere la leadership di un settore in grande espansione, che può diventare il motore per il rilancio dell’intero sistema agroalimentare e contribuire alla ripresa economica del nostro Paese”.

(Fonte: aiab.it/ 30.03.2021)

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