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Il Consiglio Collaterale (organo giurisdizionale del vicereame di Napoli) in merito al conferimento delle lauree senza la fede della matricola, il 30 giugno 1661 emise un Decreto favorevole.
Il Collegio Medico di Salerno, il rituale votivo
In seguito a delle liti - con il Gran Cancelliere del Regno e con l’Università di Catania - in segno di riconoscenza a San Matteo, furono destinate (tra il 1663 ed il 1784) numerose donazioni alla Cripta del Duomo, contribuendo a farne un gioiello di arte barocca (1).

di Giuseppe Ferrantino

La Cripta, completata nel 1081 (2), è situata sotto il transetto triabsidato (3) della Basilica superiore ed è collegata alle navate di destra e di sinistra mediante due accessi, modificati rispettivamente uno nel 1718 e l’altro nel 1721, come riportato dalle iscrizioni sulle lapidi poste al di sopra dei cancelli situati agli ingressi di essi. Questi lavori furono voluti dall’Arcivescovo Bonaventura Poerio. Inoltre, vi è un accesso dall’esterno, da via Roberto il Guiscardo, che è stato realizzato solo alla fine dell’Ottocento (4). La Cripta presenta una pianta rettangolare a tre navate, con tre absidi semicircolari (5), la Cappella delle Reliquie, di forma rettangolare che si apre nella parete settentrionale fatta realizzare nel 1957 dall’Arcivescovo Demetrio Moscato, in cui sono state poste le reliquie dei Santi ritrovate nella Cripta stessa (6) ed una Sagrestia. Al suo centro vi è la tomba di San Matteo che è sormontata da un altare bifronte con un ampio baldacchino in marmo che accoglie due statue gemelle in bronzo del Santo realizzate nel 1606 da Michelangelo Naccherino. La tomba e gli altari sono delimitati da una balaustra in marmo. Nel 1969 è stato aperto il pavimento sul lato settentrionale e l’altare è stato portato al livello della tomba del Santo (7). L’aspetto attuale della Cripta è dovuto a Domenico Fontana (1543 – 1607), al quale fu affidato il progetto architettonico e decorativo, e a suo figlio Giulio Cesare (1573 – 1627), che fra il 1600 ed il 1616 apportarono all’originario ambiente in stile romanico sostanziali trasformazioni (8). Il Fontana si avvalse della collaborazione oltre che dello scultore Michelangelo Naccherino anche del pittore Belisario Corenzio e della sua bottega che realizzarono gli affreschi nel primo decennio del XVII secolo, ultimando il ciclo nel 1611 (9). Nei primi anni della seconda metà del Settecento il marmista Francesco Ragozzino ricoprì la Cripta di marmi policromi integrando e rispettando lo stile decorativo del Fontana (10).

Il Consiglio Collaterale (organo giurisdizionale del vicereame di Napoli) relativamente alla lite con il Gran Cancelliere del Regno, sul conferimento delle lauree senza la fede della matricola, il 30 giugno 1661 emise un Decreto favorevole al Collegio Medico. Quest’ultimo in segno di riconoscenza a San Matteo per l’esito positivo di tale vertenza, l’8 aprile 1663 decise di donare “in perpetuum” (in perpetuo) (11) il deposito del primo studente che si fosse laureato dopo il 30 giugno di ogni anno (12), iniziando così un rituale votivo che si protrarrà fino al 1784. Le promesse votive rimasero inosservate per quattro anni probabilmente per le ristrettezze economiche in cui versava il Collegio, infatti, al 29 luglio 1666, esso doveva cinque annualità, più 50 ducati promessi subito dopo il Decreto favorevole del Consiglio Collaterale, in totale 280 ducati. Con tale somma l’8 gennaio 1667 il Collegio Medico commissionò al maestro Francesco Rossi di Napoli due candelabri in ottone per un importo di 281 ducati e 3 tarì, più 10 ducati per spese d’imballaggio e di trasporto (13, 14) ed il 1° marzo 1672 il Vicario generale ordinò la restituzione al Collegio Medico di 103, 4 ducati destinati all’acquisto di altri due candelabri per l’altare di San Matteo, dei quali era depositario il defunto dottor can. Giuseppe Volpe (15). Due di essi sono posti accanto alla mensa del superstite altare del Fontana e gli altri due accanto mensa dell’altare posto al livello della tomba del Santo. Antonio Mazza, in qualità di rappresentante del Collegio Medico, il 24 maggio 1679 commissionò a Giovan Domenico Vinaccia, uno dei principali scultori barocchi napoletani, tre busti di bronzo dei Santi Martiri salernitani Fortunato, Ante e Gaio, che furono consegnati nel 1680 e costarono 750 ducati (16, 17). Essi sono posizionati sull’altare in commesso marmoreo (tecnica artistica che utilizza marmi tagliati per realizzare decorazioni a intarsio) dell’abside centrale della Cripta. Le tre statue presentano un vessillo ed un libro, quelle di Fortunato e di Ante presentano a lato anche un’aquila. Infatti, gli Angeli sotto le sembianze di aquile protessero dalle belve affamate i corpi decapitati dei martiri prima che fossero seppelliti. Inoltre sulla base di ogni statua vi è il nome del Santo e due svolazzi con la scritta “CIVITAS HIPPOCRATICA”.

Dei tre Santi Martiri salernitani non sono giunti fino a noi documenti attendibili che consentano di ritenerli realmente esistiti (18). La storia del loro martirio probabilmente è stata redatta in ambiente monastico nel X secolo (19) ed è contenuta in un manoscritto, conservato presso la Biblioteca del Capitolo della Cattedrale di Benevento, costituito da 283 carte dei secoli XI-XII e 7 carte ascrivibili al XIV secolo (20) che rappresenta la fonte più antica arrivata fino a noi (21).

A seguito di sollecitazioni dell’Università di Catania il 16 dicembre 1684 il viceré della Sicilia firmò un’ordinanza con cui si vietava ai laureati presso altre Università di esercitare la professione di medico in Sicilia. Il Collegio Medico di Salerno protestò ed il 3 agosto del 1688 ottenne la revoca delle precedenti ordinanze (22) ed il 24 giugno 1689, per adempiere al voto fatto in occasione della lite con l’Università di Catania, destinò una somma per l’abbellimento dell’altare di San Matteo nella Cripta del Duomo e a tale scopo devolverà ogni anno l’intero deposito versato da uno studente siciliano, che aveva conseguito la laurea in arte o in medicina dopo il 21 settembre (23).

Da una lettera del 1698 di un collegiale inviata all’Arcivescovo di Salerno Bonaventura Poerio si rileva che dopo le sentenze del 1697, relative alla lite con il Gran Cancelliere, il Collegio decise d’integrare con altri 4 scudi i due depositi annuali per il Santo patrono, in modo da arrivare alla somma complessiva di 100 ducati “in perpetuum”. Qualche anno prima, erano stati spesi 500 scudi per rifare le portelle d’argento ai due altari del Santo.

Il 3 novembre 1706 il Collegio Medico commissionò all’argentiere romano Tommaso Rinaldi un paliotto d’argento (rivestimento che copre la parte anteriore dell’altare) incentrato sulla “historia della chiamata del santo e del suo martirio”. L’opera costò circa 800 ducati. Il 29 settembre 1727 il Collegio ne commissiona uno nuovo, all’argentiere napoletano Giacinto Bonacquisto, sostenendo una spesa di 900 ducati. Entrambi i paliotti furono destinati all’altare maggiore della Cripta, purtroppo, non sono più esistenti (24, 25).

Il 22 luglio 1748 il Collegio Medico affidò a Francesco Ragozzino l’incarico di rivestire le pareti della Cripta con una decorazione in commesso marmoreo e nel 1765 furono pagati al maestro 2867 ducati a saldo dei lavori effettuati. In questo periodo si colloca la realizzazione da parte del Ragozzino anche di nove mezzi busti in marmo raffiguranti Santi vescovi e arcivescovi salernitani collocati in nicchie ovali, anch’essi pagati dal Collegio Medico. Sul lato orientale, sulla parete a destra dell’abside centrale vi è il mezzo busto di San Bonosio, ritenuto dalla tradizione il primo vescovo di Salerno. Sulla parete settentrionale vi sono i mezzi busti di San Grammazio, vescovo nel V secolo, che la tradizione indica come successore di Bonosio e di Sant’Eusterio. Lungo la parete occidentale sono stati posizionati i mezzi busti di San Vero; di San Valentiniano, tradizionalmente ritenuto santo; di Gaudioso vescovo nel VII secolo il quale è commemorato come santo dal martirologio romano, ma, verosimilmente, per confusione con San Gaudioso vescovo di Bitinia; di Gaudenzio, vescovo nel V secolo, il quale è appellato santo, ma non risulta essere stato canonizzato; di Sant’Asterio e di Alfano I, Arcivescovo di Salerno dal 1058 al 1085 anno della sua morte. Il De Simone relativamente a quest’ultimo definisce curiosa la scritta sul cartiglio posto alla base del mezzo busto “S. Alphanus Archiepiscopus Salernitanus” in quanto l’arcivescovo Alfano non risulta essere stato canonizzato, inoltre, ritiene difficile stabilire se i mezzi busti di Sant’Eusterio e di Sant’Asterio rappresentino un solo presule, citato in due modi diversi, o siano due distinti vescovi che si sono succeduti fra il VI e VII secolo. Infine, vi è il mezzo busto di San Giovanni Battista, opera della metà del XVI secolo, posta sulla parete a sinistra dell’abside centrale (26, 27).

Il 24 ottobre 1752 fu commissionato al marmista napoletano Antonio Palmieri un nuovo altare in commesso marmoreo, che nel luglio del 1754 verrà collocato nell’abside centrale, e sul quale sono poggiate le tre statue dei Santi Martiri Fortunato, Ante e Gaio. Gli angeli con cornucopie, posti ai lati dell’altare, sono stati scolpiti a parte. L’altare, opera del maestro Antonio Pagano con la collaborazione di Giuseppe Venuti, entrambi napoletani, costò 425 ducati (28, 29).

Nel gennaio del 1764 fu commissionato un tabernacolo per l’altare maggiore della Cripta, all’argentiere napoletano Antonio Florio, il cui costo fu di 514 ducati e 17 grana. Il Collegio il 19 febbraio 1765 prese in prestito dal canonico Andrea Alfano 379 ducati e 17 grana, per estinguere il debito con l’argentiere. Opera, anche questa, non arrivata fino a noi (30, 31).

L’ultima commissione fu nell’ottobre del 1784 all’argentiere napoletano Francesco Canonico di due puttini (figure di bambini con le ali) con cornucopie (corno dell’abbondanza, simbolo della fertilità, raffigurato colmo di frutti) e con lampade d’argento da collocarsi ai lati dell’urna cineraria di San Matteo. Il lavoro costò 898 ducati e 12 grana più 5 ducati per le spese di imballaggio e trasporto. La consegna fu effettuata il 5 gennaio 1785. Neanche questa opera è più esistente (32, 33).

Le opere in argento sono andate perdute, probabilmente furono fuse alla fine del Settecento, quando per esigenze economiche furono requisiti gli argenti del Regno (34).

La Cripta del Duomo di Salerno ospita pregevoli opere d’arte alcune realizzate con le offerte votive del Collegio Medico salernitano che ha contribuito a realizzare uno spazio, che ancora oggi ci racconta dell’intreccio di storia religiosa e di storia civile.

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Bibliografia Sitografia Note

1) B. Olivieri, Per una storia del Collegio Medico: Doctores salernitani, offerte votive e “Questiones” napoletane, Bollettino storico di Salerno e Principato Citra, anno VII, nn. 1-2, 1989, pp. 80 e 86.

2) https://www.cattedraledisalerno.it URL consultato il 11/10/2022.

3) “Il transetto designa quella specie di nave trasversale, che s’inserisce tra le navi longitudinali e l’abside.” Fonte: https://www.treccani.it/enciclopedia/transetto_%28Enciclopedia-Italiana%29/ URL consultato il 11/10/2022.

4) A. Carucci, Il duomo di Salerno ed il suo Museo, 1978, p. 69 nota (1).

5) https://catalogo.beniculturali.it/detail/ArchitecturalOrLandscapeHeritage/1500047498 URL consultato il 11/10/2022.

6) https://www.diocesisalerno.it/arcidiocesi-cenni-storici/cattedrale-di-salerno/la-cripta/ URL consultato il 11/10/2022.

7) A. Carucci, op. cit., p. 74.

8) Ibidem, p. 70.

9) https://cultura.gov.it/evento/cattedrale-di-san-matteo-la-cripta-laculturanonsiferma URL consultato il 11/10/2022.

10) https://digilander.libero.it/salernostoria/cattedrale.htm URL consultato il 11/10/2022.

11) in perpètuum (in perpetuo): “Espressione usata nel linguaggio giuridico per indicare la validità perpetua di alcuni atti.” Fonte: https://www.treccani.it/vocabolario/in-perpetuum/ URL consultato il 11/10/2022.

12) B. Olivieri, op. cit., pp. 80-82.

13) Ibidem, p. 83 e nota (55).

14) A. Sinno, Diplomi di Laurea dell’Almo Collegio, Estratto dal Fasc. 2° dell’Archivio Storico della Provincia di Salerno, 1921 p. 11.

15) Diplomi di Laurea del Collegio Medico Salernitano Luoghi e Documenti Mostra Documentaria e Fotografica Catalogo Salerno, Archivio di Stato 17 aprile-1 giugno 2002, p. 40.

16) https://cultura.gov.it/evento/cattedrale-di-san-matteo-la-cripta-laculturanonsiferma URL consultato il 11/10/2022.

17) Mostra Documentaria e Fotografica, op. cit., p. 40

18) A. Galdi, Un’altra questione di agiografia salernitana: i Santi Martiri Fortunato, Gaio e Ante, in Rassegna Storica Salernitana Nuova Serie XI 1 1994 (21) p. 19.

19) Ibidem, pp. 30-31.

20) Ibidem, p. 20.

21) Ibidem, p. 31.

22) B. Olivieri, op. cit., p. 82;

23) Mostra Documentaria e Fotografica, op. cit., pp. 27-28.

24) B. Olivieri, op. cit., pp. 83-84.

25) Mostra Documentaria e Fotografica, op. cit., pp. 40-41.

26) Ibidem pp. 41-42.

27) https://digilander.libero.it/salernostoria/vescovi&arcivescovi.htm URL consultato il 11/10/2022.

28) Mostra Documentaria e Fotografica, op. cit., p. 41.

29) B. Olivieri, op. cit., pp. 84-86.

30) Ibidem, p. 86.

31) Mostra Documentaria e Fotografica, op. cit., p. 41.

32) B. Olivieri, op. cit., pp. 86-87.

33) Mostra Documentaria e Fotografica, op. cit., p. 42.

34) Ibidem, p. 37.

 

 

 

 

 

Foto Scuola Medica Salernitana-IMG-20221017-WA0040
Abside centrale della Cripta con l’altare e le tre statue in bronzo dei Santi Martiri Fortunato, Ante e Gaio, opere donate dal Collegio Medico. (Foto G. Ferrantino)
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