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Il Distretto Turistico localizzato nel Sud-Est della Sicilia ha presentato la “Carta di Valorizzazione del Territorio” a Vinitaly.
Iblei, “food valley” stellata
Censis. Rapportando il numero di ristoranti premiati alla popolazione residente, la provincia ragusana è prima nel Mezzogiorno e dodicesima a livello nazionale.

La “ricetta” – è il caso di dire – per valorizzare e promuovere il territorio sui mercati turistici interni ed internazionali? Non è “universale” e non è di facile “elaborazione”. SalernoEconomy da tempo segue con attenzione il percorso intrapreso nel Sud-Est della Sicilia, in provincia di Ragusa perché appare – come spiega il Censis – particolarmente incentrato su specifici “elementi” che si ritrovano abbastanza diffusi anche nel Salernitano. A cominciare dalla necessaria integrazione tra patrimonio agro-alimentare ed offerta turistica. “Il territorio ibleo – evidenzia, appunto, in una nota il Censis – si riconferma oggi una tra le food valley italiane più celebri, grazie all’altissima concentrazione di prodotti agroalimentari di qualità e di ristoranti di eccellenza, pur rappresentando solo l’8% della popolazione siciliana e appena lo 0,7% di quella dell’intero Paese. Un dato su tutti: la città di Ragusa, in rapporto alla dimensione demografica, con ben tre ristoranti nella guida Michelin 2017 è il capoluogo di provincia più stellato d’Italia. Considerando l’intera provincia si arriva a quattro: due ristoranti con 2 stelle Michelin (entrambi a Ragusa), e due con 1 stella (Modica e Ragusa). Pertanto, in una classifica provinciale di eccellenza gastronomica, rapportando il numero di ristoranti stellati alla popolazione residente, la provincia ragusana risulta essere la prima di tutto il Mezzogiorno e la dodicesima a livello nazionale”.
Le “frecce” all’arco.
“Sono molte le frecce – continua il Censis – che il territorio ibleo può vantare al proprio arco: dall’olio Dop Monti Iblei, che per antonomasia rappresenta il territorio, al Cerasuolo di Vittoria (unico vino Docg della Sicilia), dal cioccolato di Modica, al formaggio ragusano, passando per il pomodoro di Pachino Igp, il Nero d’Avola e molte altre sfumature della produzione agroalimentare d’eccellenza, a cui si aggiunge l’immagine incantevole che la serie tv de Il Commissario Montalbano ha reso nota a tutto il mondo. La zona rappresenta storicamente la capitale dell’agricoltura siciliana, concorrendo con un valore aggiunto provinciale del 9,4% (dati 2014), più che doppio del valore regionale. Ragusa si colloca al terzo posto nel ranking nazionale relativo alla rilevanza dell’agricoltura rispetto al valore aggiunto provinciale: al 2011 la provincia di Ragusa aveva il 57,5% delle superfici a serra per la coltivazione di ortaggi di tutta la Sicilia. Con 5 prodotti Igp (la Carota novella di Ispica, il Pomodoro di Pachino, l’Olio Extravergine di Oliva Sicilia, l’uva da tavola di Mazzarrone e l’Arancia Rossa di Sicilia, a cui si aggiunge il Cioccolato di Modica in fase di valutazione da parte del Ministero), 3 prodotti Dop (l’Olio Extravergine dei Monti Iblei, il Pecorino siciliano e il formaggio Ragusano), e 8 presidi Slow Food (l’Asino ragusano, il Cavolo vecchio di Rosolini, la Cipolla di Giarratana, il Fagiolo Cosaruciaro di Scicli, la Fava cottoia di Modica, la Mandorla di Noto, la razza bovina modicana e il Sesamo di Ispica), la concentrazione di prodotti agroalimentari d’eccellenza è tra le più alte d’Italia”.
La cucina di territorio.
“Lo sviluppo di una ristorazione di respiro internazionale – aggiunge il Censis – che rimane legata alle tradizioni del territorio pur con una tensione verso la ricerca, si sposa con la grande varietà di proposte turistiche di scoperta del territorio: dal benessere alla visita di città d’arte, patrimonio Unesco, dal turismo stagionale legato alle aree marine a quello di taglio naturalistico”. Ma non manca un cartellone di proposte in grado di aggregare un pubblico ampio. “A dare risalto a questo territorio – specifica sempre il Censis – i grandi eventi culturali, legati al mondo dell’enogastronomia, ma anche della letteratura, del cinema, dell’eco-sostenibilità, che negli anni sono cresciuti fino a diventare appuntamenti fissi per i viaggiatori. La crescita del territorio è visibile anche in termini di dati rispetto all’aumento delle strutture ricettive, la maggior parte delle quali sono legate a un mood ecosostenibile e di accoglienza”.
La “Carta di Valorizzazione del Territorio”.
“La tessitura dell’identità di questa porzione del Sud-Est siciliano, che stiamo conducendo nella fase di stesura della Carta di Valorizzazione del Territorio – sottolinea Roberto Bruno, sindaco di Pachino e Presidente del Comitato strategico e di Rappresentanza del Distretto Turistico degli Iblei – è un processo articolato, ma che emerge con coerenza ed omogeneità grazie al grande patrimonio storico e di tradizioni in comune. Il food&wine rappresenta una delle tematiche identitarie più affascinanti per i viaggiatori che giungono sul territorio. La capacità di parlare a un pubblico variegato, che però condivide alcuni valori fondamentali sulla visione di viaggio e scoperta legate alle esperienze, ci consentirà di proporre con forza una visione unitaria di accoglienza delle attività del nostro Distretto. In un mondo sempre più frammentato, la vera carta vincente per una destination turistica è un’identità coerente e chiara: noi stiamo lavorando per renderla concreta”.
(Fonte: censis.it/10.04.2017)

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Cresce il turismo nel Sud-Est della Sicilia
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