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L'altra notizia »

Molto spesso si sottovaluta l’enorme potenziale in termini di risorse umane ed intellettuali che scelgono, tra enormi difficoltà, di continuare ad operare nel nostro Paese.
I cervelli globali Made in Italy
Colloquio con Carmelo De Maria, ricercatore del Centro di Robotica e Bioingegneria del centro “E. Piaggio” dell'Università di Pisa all’avanguardia nel campo della stampa 3D per applicazioni biomedicali.

di Luca Iovine*
Il mese di settembre ha già visto e vedrà svolgersi numerosi appuntamenti di fondamentale importanza per l’economia non solo italiana ma mondiale. Da Cernobbio a Hangzhou (in Cina) passando per Bratislava, i grandi della terra discutono delle sorti del mondo mettendo al centro i problemi dell’Europa, le questioni ambientali e soprattutto quelle legate alla necessità di utilizzare nuove risorse per lo sviluppo. E se invece di cercare nuove risorse cominciassimo ad utilizzare meglio quelle che abbiamo a disposizione? La domanda sorge spontanea a chiunque di noi si imbatta nella Pubblica Amministrazione, nei trasporti e in tante piccole situazioni che riguardano il quotidiano; a volte si ha l’impressione che non si tratti di una questione economica ma dell’opportunità, che diventa sempre più una necessità, di fare le cose con un po’ più di buon senso. Questa – a voler guardare con occhio critico la vita di tutti i giorni – è una riflessione abbastanza condivisa ma alla stessa conclusione si può arrivare osservando quello che spesso giovani, professionisti, imprenditori fanno tutti i giorni nonostante le difficoltà. Il virtuosismo però appartiene anche al “pubblico”, alla “ricerca” perché tra i tanti cervelli che scappano – secondo l’Eures sono oltre 50 mila i professionisti italiani che cercano lavoro all’estero – ce ne sono anche alcuni che rimangono e producono enormi risultati rimanendo in Italia, nel loro Paese. E così succede che uno spin-off del Politecnico di Torino realizzi un algoritmo per la navigazione stellare, o che nostri laboratori di ricerca (come il LENS di Firenze) lavorino a progetti di avanguardia in direzione dei futuri computer quantistici. Ma volendo rimanere sulla terra senza scendere nei meandri delle strutture che compongono l’atomo, esistono realtà come l’Università di Pisa che attivano, attraverso le loro attività di ricerca, collaborazioni continue e produttive con gli artigiani tessili locali per aumentarne la produttività sui mercati. Ne abbiamo parlato con Carmelo De Maria, ricercatore del centro di Robotica e Bioingegneria (centro E. Piaggio dell’Università di Pisa), le cui ricerche spaziano dall’IoT all’interazione Uomo-Macchina, a tecniche alternative alla sperimentazione animale (http://www.centropiaggio.unipi.it/). Il centro è all’avanguardia in particolare nel campo della stampa 3D per applicazioni biomedicali, che vanno dalla stampa di materiale vivente (cellule umane o animali) – per costruire “mini”-organi per il testing farmacologico ed in un futuro (lontano per ora!) anche trapianti – alla realizzazione di dispositivi biomedici sempre tramite stampanti. In quest’ultimo ambito, il centro E. Piaggio ha una collaborazione attiva con le Nazioni Unite per trasferire tecnologia nei Paesi africani e consentire ai giovani ingegneri di quelle aree di far avanzare la qualità delle loro strutture sanitarie. Anche in questo caso, il principio “aiutiamoli a casa loro” proprio del “Migration Compact”, prende corpo lontano dai riflettori in una direzione che tende a gestire in maniera diversa la questione immigrazione.
* Company Trainer @LucaIovine6 *Per ulteriori informazioni: carmelo.demaria@centropiaggio.unipi.it; skype: carmelo.demaria; tel: +39-050-2217056 fax: +39-050-2217051 Se ti interessa approfondire un tema economico o se hai una esperienza di “impresa positiva” da raccontare, segnalacelo scrivendo a smile@kisskiss.it, Max Giannini e Luca Iovine proveranno a darti voce!

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Luca Iovine
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