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I numeri dell'economia »

Il quadro dei sondaggi offre segnali interessanti sugli equilibri del sistema politico.
Governisti e più europei, ma la Meloni batte Letta
Nel centrodestra si radicalizza la competizione per la leadership, Salvini è in affanno. Vago il “campo largo” ipotizzato dal segretario dem. L’effetto guerra non scalfisce il partito dell’astensione.

Gli italiani nello specchio dei sondaggi. Premiati Draghi e la Von der Leyen. Italiani filoucraini: boom di consensi per Zelensky, precipita Putin. Nel centrodestra si radicalizza la competizione per la leadership ma Salvini è in affanno. Vago il “campo largo” ipotizzato dal segretario dem. Stabile Forza Italia mentre Renzi registra un altro passo indietro.

di Mariano Ragusa

Gli elettori italiani manifestano, in politica interna, un orientamento “governista” e, con lo sguardo rivolto al quadro internazionale, una rinnovata fiducia, sbocciata con la gestione della pandemia, nei confronti dell’Unione europea. Il consenso “sondato” premia Fratelli d’Italia conferendo a Giorgia Meloni il primato nel gradimento tra i leader di partito. Sono questi i tratti salienti dell’identikit dell’elettore italiano disegnato nelle ultime settimane dai sondaggi curati da Nando Pagnoncelli (Corriere della Sera) e Ilvo Diamanti (per Repubblica). Il fattore guerra Russia-Ucraina orienta le preferenze degli italiani. La cui mutevolezza si ferma davanti all’astensionismo ancora stabile oltre il 40%.

Per quanto riguarda la configurazione dello scenario nazionale i dati segnalano scostamenti su percentuali minime. Interessante è rilevare come, pur con movimenti interni, non cambia il rapporto tra centrodestra e centrosinistra che vede il primo in posizione di vantaggio. Il che spinge a riflessioni sulle strategie dei due schieramenti. Anche nella prospettiva – di qui ad un anno – delle elezioni politiche. Stabile l’astensionismo. Tanti i numeri, opportuno per comodità di lettura procedere per rapide sintesi.

Von der Leyen promossa, bocciato Biden.

Il sondaggio sui leader stranieri curato per “Repubblica” da Ilvo Diamanti attribuisce il primato di gradimento (54%) alla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen che supera il presidente ucraino Zelensky (53%) e lascia in coda (8% dal 40 dell’anno precedente la guerra) Vladimir Putin. La Ue consolida la fiducia (maturata nella gestione della pandemia) da parte degli italiani che la individuano come riferimento certo in questo tempo di guerra. Aspetto che si carica di un ulteriore significato con il crollo di consensi (dal 58% al 36%) del presidente Usa Biden.

Governisti in politica interna.

Il governo ed il premier incassano un corposo consenso (con un incremento dell’1%) nel sondaggio di Nando Pagnoncelli. L’esecutivo si attesta al 57% mentre Draghi va al 60%. Il mix di misure economiche indotte dalla guerra e gestione anti-Covid (allentamento delle restrizioni) spiegano secondo l’analisi la performance di Palazzo Chigi e del suo inquilino. Fiducia tuttavia a termine. I costi della “economia di guerra” per famiglie ed imprese attendono misurazioni più ponderate.

Il primato della Meloni ma regge l’astensionismo.

Cresce (1,8%) Fratelli d’Italia che diventa primo partito con il 21,5% dei consensi superando il Pd (fermo al 20,7%). In calo la Lega (-0,5%) con un totale di 17,5% e il Movimento 5 stelle (in flessione di 0,9%) attestato al 14,5.

Dai partiti ai leader la novità costante è ancora a destra con Giorgia Meloni che balza in testa con un gradimento del 37%, scavalca Giuseppe Conte (stabile al 36%), Matteo Salvini (24%) ed Enrico Letta in flessione con stime poco al di sotto di quelle del partito che dirige.

Il “partito” che non subisce scossoni, anzi consolida il proprio peso è quello degli astensionisti inchiodato ad oltre il 40%. Stessa stima dei rilevamenti di un mese fa.

I nodi emergenti.

Il quadro dei sondaggi offre segnali interessanti sugli equilibri del sistema politico.

La prima indicazione tiene insieme Draghi (il suo governo) e la Meloni. Fratelli d’Italia, unico partito di opposizione è anche l’unico partito che fa registrare una crescita di consensi al pari di quanto accade per premier ed esecutivo.

La polarizzazione delle dinamiche politiche spiegano il dato. E aprono una questione politica di leadership nella coalizione del centrodestra dove le ambizioni della Meloni trovano lievito nella staticità di Forza Italia e soprattutto nelle flessioni della Lega alle prese con l’ennesima giravolta di posizioni, stavolta focalizzata su quel Putin passato senza chiara argomentazione da grande amico ad altrettanto grande nemico. Altro discorso è, alla prova dei fatti, la omogeneità dei temi del programma che soli permettono di distinguere un soggetto politico organico da un cartello elettorale.

Se al cartello elettorale guardiamo il sondaggio è incoraggiante per il centrodestra (47,1%) che supera il centrosinistra posizionato al 31,2%, l’alleanza giallo-rossa (38% e in flessione di 1,4%) e lo stesso per ora solo evocato “campo largo” (45,7%).

Come per il centro-destra ma ancor di più per il centrosinistra è decisiva la individuazione della idea di Paese che si ha in mente e si vuole proporre agli elettori nella veste di un programma. Quel “campo largo” indicato da Letta stenta a dare segni di vita. Prevale la frammentazione in uno scenario che vede il Partito democratico, non senza divergenze interne, ancora e fortemente Draghi-dipendente.

 

 

 

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