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Tra i migliori fuoriclasse italiani di tutti i tempi, “Rombo di tuono” ha segnato per anni l’epoca d’oro del Cagliari e della serie A.
Gigi Riva, la stella del nostro calcio
L’identificazione di un’appartenenza che si trasforma nel racconto di una vita intera, conquistando milioni di appassionati, fino a diventare l’espressione del legame che si instaura con il cuore dei tifosi.

(Er.Pa.) – Luigi (Gigi) Riva, nato a Leggiuno il 7 novembre 1944), è da sempre nel cuore degli appassionati e dei tifosi di calcio, non solo italiani. Dopo gli esordi nel Legnano, arrivato a Cagliari, iniziò una delle più straordinarie storie sportive di tutti i tempi. Dal 1963 al 1977 (quattordici stagioni) vestì sempre la stessa maglia e mise in rete qualcosa come 207 gol. Nella stagione 1969-70 fu il protagonista della vittoria dello scudetto (il primo e fino a questo momento unico) della squadra sarda e riuscì a vincere nella stessa stagione il titolo di capocannoniere.

Fu soprannominato da Gianni Brera “Rombo di tuono” perché aveva un tiro di sinistro fulminante e potente: è da considerare tra i più forti attaccanti del mondo agli inizi degli anni ’70. Aveva nella naturalezza del tiro (di sinistro) l’arma migliore che utilizzava dopo avere iniziato l’azione partendo proprio da sinistra. Fisico forte e asciutto, scatto propulsivo e veloce, sapeva destreggiarsi in acrobazia: colpi di testa, rovesciate e molto altro, si accompagnavano a un dribbling stretto e molto veloce che gli permettevano di saltare l’avversario, utilizzando spazi aperti, dove occorreva una buona dote di velocità. Non c’erano (e non ci sono) discussioni: è stato uno dei più grandi attaccanti di tutti i tempi, entrando di diritto in ogni storia del calcio europeo e mondiale.

Grande percorso anche con la Nazionale italiana: è ancora oggi il più forte marcatore di tutti i tempi: 35 i gol segnati in 42 presenze totali; campione d’Europa nel 1968; vicecampione del mondo nel 1970. Per, poi, diventare – dal 1990 al 2013 – il team manager azzurro, uno dei più stimati ed ammirati di tutti i tempi.

Segnò la prima rete ufficiale con la maglia del Cagliari nel corso della prima giornata di campionato, il 15 settembre del 1963: il secondo gol della partita vinta in trasferta (1-2) a Prato; successivamente mise dentro altri sette palloni che rafforzarono la prima promozione in serie A della compagine sarda. Contro la Roma – il 13 settembre del 1964 – (sconfitta del Cagliari per 2 a 1) l’esordio in serie A e primo gol nella massima serie nello scontro casalingo con la Sampdoria (27 settembre), un gol che consegnò il pareggio alla sua squadra. Nel 1966-67 diventò capocannoniere del campionato, anche se incorse in un  grave infortunio in Nazionale. Diciotto le reti messe a segno quell’anno. Due gol alla Juventus (15 marzo 1970) a Torino: passaggio fondamentale per arrivare alla conquista del titolo che avvenne proprio quell’anno. Vittorie anche nella classifica marcatori nel 1968-69 e 1969-70. E proprio nel 1970 – anno dello scudetto del Cagliari – Riva giocò uno dei suo migliori campionati di serie A: memorabile la partita la partita contro il Bari (12 aprile 1970) quando mise a segno la prima delle due reti. Lo scudetto, che giunse a pochi mesi dal mondiale che si concluse con la sconfitta in finale dell’Italia contro il Brasile di Pelé a Città del Messico,  consacrò Riva al vertice della sua evoluzione tecnica. Era entrato a pieno titolo tra  i miti non solo del calcio, ma dell’intera Sardegna. Non si sarebbe più mosso di lì. Il trionfo di un uomo di calcio che si riconosceva come il simbolo di una vittoria prima sociale e poi sportiva. E così è ancora oggi e sempre sarà per il grandissimo Gigi Riva.

Ernesto Pappalardo

direttore@salernoeconomy.it

 

gigiriva (Figc)
Gigi Riva
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