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L'incontro con il presidente dell'Autorità di Sistema Portuale "Tirreno Centrale"
Gallozzi (Assotutela). Investimenti privati per 30 milioni di euro in due anni nel porto di Salerno.
Ma resta il nodo delle opere infrastrutturali: dragaggio dei fondali; allargamento dell'imboccatura e completamento delle gallerie di collegamento con gli svincoli autostradali.

“La sfida aperta è alla mala/burocrazia, a quel pantano amministrativo che si trasforma in opposizione burocratica alle economie dei territori. I dragaggi vanno fatti immediatamente: non possiamo attendere i tempi descritti nei crono-programmi tecnici; l’imboccatura è indispensabile per facilitare le manovre delle navi di ultima generazione; le gallerie di Porta Ovest sono lì che aspettano di essere ultimate per accelerare i collegamenti con le arterie autostradali. Tre opere che disegneranno il futuro del porto accorciando le distanze tra grandi e piccole reti infrastrutturali, rafforzando la capacità competitiva dell’intera piastra logistica intermodale salernitana”. Agostino Gallozzi, presidente di Assotutela, ha così sintetizzato al presidente dell’Autorità di Sistema Portuale “Tirreno Centrale” – in visita a Salerno – le priorità dello scalo commerciale. “A queste accelerazioni degli interventi già da anni programmati – ha continuato Gallozzi – è legata la redditività degli investimenti che i privati sono pronti a fare nel porto di Salerno: circa 30 milioni di euro nel prossimo biennio che si aggiungono agli altri 50 milioni di euro realizzati nello scorso decennio. Soldi privati che meritano l’attenzione della parte pubblica chiamata semplicemente a svolgere il proprio ruolo, non altro”. “E’ in questo contesto che dovranno inserirsi gli interventi relativi alla retro-portualità – peraltro parzialmente già realizzati dalle nostre imprese in aree funzionali al loro modello di business – e tutta la progettualità derivante dall’istituzione della Zona Economia Speciale: una grande opportunità – ha concluso Gallozzi – che dovrà essere colta mettendo in condizione le imprese di usufruire in tempi utili della fiscalità di vantaggio insita in questi strumenti che altrove hanno fatto la fortuna di aree particolarmente depresse come l’Europa dell’Est”.


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