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L’analisi presentata all’apertura del Villaggio Coldiretti di Palermo. 1200 ettari fra Puglia, Sicilia e Calabria.
Frutta tropicale, triplica il Made in Italy
I giovani agricoltori “hanno scelto questo tipo di coltivazione, spesso recuperando e rivitalizzando terreni abbandonati a causa dei mutamenti climatici e in precedenza destinati alla produzione di arance e limoni”.

“I cambiamenti climatici spingono la frutta tropicale Made in Italy con le coltivazioni di banane, avocado, mango & c. che nel giro di cinque anni sono praticamente triplicate arrivando a sfiorare i 1200 ettari fra Puglia, Sicilia e Calabria”. E’ questo il quadro descritto dall’analisi della Coldiretti presentata all’apertura del Villaggio Coldiretti di Palermo. “A fare la parte del leone – spiega Coldiretti – è la Trinacria con coltivazioni ad avocado e mango di diverse varietà nelle campagne tra Messina, l’Etna e Acireale, ma anche a frutto della passione, zapote nero (simile al cachi, di origine messicana), sapodilla (dal quale si ottiene anche lattice), litchi, il piccolo frutto cinese che ricorda l’uva moscato”. Il tutto “grazie all’impegno di giovani agricoltori che hanno scelto questo tipo di coltivazione, spesso recuperando e rivitalizzando terreni abbandonati proprio a causa dei mutamenti climatici”. Coldiretti segnala che “anche in Puglia i tropicali sono ormai una realtà consolidata, spinta dagli effetti della siccità con una impennata delle coltivazioni di avocado, mango e bacche di Goji (Made in Puglia) insieme a tante altre produzioni esotiche come le bacche di aronia, le banane e il lime”. A Castellaneta “sono state piantumate – specifica sempre Coldiretti –  altre 32mila piante di avocado, mentre in Salento si stimano 100mila piante di avocado e 8mila piante di mango e altrettante piante di lime, mentre fanno capolino timidamente le coltivazioni di banane 100% made in Puglia”.  Come pure “tropicali italiani anche in Calabria dove alle coltivazioni di mango, avocado e frutto della passione si aggiungono melanzana thay (variante thailandese della nostra melanzana), macadamia (frutta secca a metà tra mandorla e nocciola) e canna da zucchero, mentre l’annona, altro frutto tipico dei paesi del Sudamerica, è ormai diffuso lungo le coste tanto da essere usato anche per produrre marmellata”.

L’impegno dei giovani agricoltori.

Sono i giovani agricoltori che “hanno scelto questo tipo di coltivazione, spesso recuperando e rivitalizzando terreni abbandonati proprio a causa dei mutamenti climatici e in precedenza destinati alla produzione di arance e limoni. Da curiosità confinata a pochi ettari coltivati, la produzione di tropicali italiani è dunque diventata un vero e proprio fenomeno di mercato, tanto che ben sette italiani su dieci (70%) cercano sugli scaffali mango, avocado, banane, ecc. coltivati in Italia”, (indagine 2022 Coldiretti/Ixe’). Una tendenza motivata dal maggiore grado freschezza ma anche dalle preoccupazioni sulle garanzie di sicurezza del prodotto importato”.

“Il fenomeno degli alberi esotici Made in Italy, spinto dall’impegno di tanti giovani agricoltori – specifica il presidente della Coldiretti Ettore Prandini – è un esempio della capacità di innovazione delle imprese agricole italiane nell’affrontare in maniera costruttiva i cambiamenti climatici nonostante le difficoltà e i danni causati da eventi meteo sempre più estremi che negli ultimi dieci anni hanno provocato oltre 14miliardi di euro di danni al nostro sistema agroalimentare”.

(Fonte: coldiretti.it/03.12.2022)

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