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Le opportunità di marketing e di comunicazione si intrecciano con quelle più strettamente legate al business vero e proprio.
Expo 2015 parla anche salernitano
Presenti all’evento internazionale numerose aziende della nostra provincia che confermano livelli elevati di innovazione tecnologica e di know how operativo nel segmento della sostenibilità ambientale.

Riceviamo e volentieri pubblichiamo la corrispondenza di Luca Iovine, marketing manager del Gruppo Iovine di Salerno in visita tra i padiglioni dell’Esposizione Universale in corso di svolgimento a Milano.
di Luca Iovine
“Che cosa è l’Expo?”. E’ la domanda tormentone di questi giorni, quella che ti pongono parenti, amici e conoscenti, non appena sanno che sei andato a visitarlo. Non c’è un’unica risposta che possa mettere tutti d’accordo. “Dipende da come lo guardi”, è la risposta, forse, più opportuna. Di sicuro è un evento culturale e multinazionale che va vissuto, con il quale Milano ha vinto la sfida sotto il profilo dell’organizzazione, degli spazi e dello spettacolo che offre. Non l’hanno vinta invece tutti i Paesi presenti nei diversi padiglioni: alcuni di essi, talvolta, risultano scarni ed incompleti. Eppure già così com’è vale la pena di dedicargli qualche giornata.
Al visitatore poco attento che si aggira per questa mega-città che è l’Esposizione Universale, appare uno scenario “cinematografico” in cui la purezza dei contenuti rischia talvolta di cedere il passo alla “holliwoodiana” appariscenza delle forme.
L’Esposizione Universale non è una fiera: molto spesso, infatti, girando all’interno dei padiglioni non trovi neppure un interlocutore con cui interfacciarti per parlare dibusiness. Si tratta piuttosto di una grande vetrina per le diverse tipologie di marketing territoriale nell’ambito delle varie regioni dei Paesi presenti. L’Italia si è aggiudicata l’Expo per il suoknow how in campofoodeded i risultati ottenuti sino ad oggi sono addirittura superiori a quelli previsti dallo studio commissionato alla Bocconi che prevedeva poco più di 100 Paesi espositori.
Il parere dei protagonisti.
“I Paesi coinvolti sono infatti 141 e se tanto mi dà tanto, i visitatori – dichiara Rudy Collini, presidente di Promovarese (azienda speciale della Camera di Commercio di Varese) – saranno molti di più dei 20 milioni indicati nella ricerca. L’indotto sul territorio di Varese è già significativo: ospitiamo tre delegazioni internazionali che da sole comprendono 300 lavoratori, i quali alloggeranno nella nostra città per 6 mesi. La Lombardia si è preparata molto bene all’evento e va senz’altro segnalata l’iniziativa Expo friends della Confcommercio di Milano”. “Si tratta – continua Collini – di un sistema di ospitalità organizzata e condivisa per i negozi della provincia: il commerciante aderente rispetta un decalogo che prevede cortesia, conoscenza dell’inglese, informazioni sull’Expo ed altro ancora. E’ un progetto partito da Milano e progressivamente esteso dalla Confcommercio al resto del Paese”.
Altro asset prioritario è, naturalmente, la tecnologia, che, non a caso, è uno dei focus dell’Expo. “Questo è il primo Expo 2.0 nell’ambito del quale è stato richiesto – aggiunge Collini – di interpretare il prodotto in termini di impatto complessivo ed in chiave multimediale per semplificare i contenuti e renderli anche più divertenti per le fasce di giovani e giovanissimi”. In diversi stand, come quello estremamente curato del Giappone, scaricando le app è possibile interagire con lo show.
“Ma è da visitare assolutamente il padiglione Italia che è molto migliorato – evidenzia Biagio Crescenzo di CtI Food Teck – rispetto a quello realizzato a Shangai”. “In Italia – spiega ancora Crescenzo – il food ha un vantaggio competitivo che è legato alla materia prima, ma anche alla tecnologia utilizzata per la lavorazione. Ad Expo manca la presenza del Machinery. Fare emergere questo aspetto farebbe bene all’economia del Paese. L’Ue in generale garantisce alcuni tra gli standard più elevati al mondo in termini di sicurezza alimentare”.
Nello stand dell’Ue si percepisce che l’accento è stato posto fortemente su una di quelle che dovrebbe essere tra le principali direttrici per l’economia nazionale ed europea, l’incontro tra tradizione, ricerca ed innovazione raccontato con la storia a fumetti di Sylvia e Alex. “Non partecipiamo mai alle fiere. Questo non è un evento business ma un evento consumers. La nostra – dice a salernoeconomy.it Carmine Alfano, imprenditore della salernitana Coppola SpA, presente al Expo 2015 – è un’azienda biologica impegnata molto nella ricerca e siamo fortemente motivati a promuovere questo aspetto. I visitatori che entrano nel nostro stand possono entrare in contatto con la nostra impresa attraverso un Qr Code. All’Expo la tecnologia 2.0 è l’unico nodo per stabilire una relazione con i visitatori. Siamo molto ottimisti sulla capacità di captazione di contatti”. “Suggerisco – conclude Alfano – una visita al padiglione del Kazakistan, induce ad andare in quel Paese: lì si svolgerà Expo Energia nel 2017”.
Il rapporto con l’ambiente e la sostenibilità sono altri due temi forti, rispetto per la natura e per gli altri vuol dire niente sprechi. Uno dei mali della contemporaneità è lo spreco alimentare. Il paradosso della società moderna è la simultanea scarsità ed abbondanza di cibo che testimonia un profondo squilibrio tra le economie del mondo e l’accesso alle risorse. Il 30% della produzione mondiale di cibo va perduta o sprecata ogni anno, sia nei Paesi in via di sviluppo, che in quelli industrializzati, per un totale di 1,3 miliardi di tonnellate. Questa quantità è pari a quattro volte quella necessaria per nutrire i quasi 800 milioni di persone che ogni giorno nel mondo soffrono di fame cronica. Un’opportunità per la tecnologia della conservazione. In molti Paesi in via di sviluppo, infatti, si verifica una perdita di cibo dovuta alla mancanza di adeguate strutture di conservazione. Oltre il 25 % degli alimenti viene attaccato da insetti nocivi, muffe, alte temperature prima che possa giungere sulle tavole.
Usando il cibo come “mediatore” all’Esposizione Universale si intende connettere i visitatori con il futuro. Addirittura si coltiva l’ambizione di utilizzare il cibo come veicolo privilegiato per raggiungere la dimensione della felicità ricorrendo alla produzione di ossiticina, l’ormone che, appunto, induce a sentirsi più felici. E’ questo il messaggio che arriva in particolare dal Giappone: solo chi è aperto, rispettoso e onesto di fronte agli altri ed alla natura può scoprirne la bellezza. Cucinare in giapponese vuol dire “maneggiare con criterio” senza esagerazioni e forzature, in modo razionale e ragionevole. Una buona cena inizia con una buona conversazione ed in Giappone prima di iniziare il pasto si dice: “itadakimasu” che sintetizza il ringraziamento e l’umile riconoscenza per il pasto che si sta consumando.
All’Expo, ogni Paese mettendo in mostra se stesso mette in mostra le proprie tradizioni che non lasciano il passo alla modernità. E’ il concetto del genius loci: la conoscenza profonda di ogni territorio è ciò da cui dipende la sua stessa esistenza. Ci sono luoghi in cui l’uomo, grazie a questi saperi, è riuscito a stabilire un equilibrio perfetto tra mondo naturale e produzione, ecologia ed economia, disegnando meravigliosi paesaggi di armonia, con un impatto minimo sull’ambiente.Antiche abilità artigianali e contadine, adeguando le coltivazioni alla conformazione del terreno, hanno creato vere e proprie architetture, divenute peculiarità paesaggistiche, come in Trentino Alto Adige (non c’è bisogno di andare molto lontano). Sono questi, esempi perfetti di equilibrio tra tradizione e innovazione, rispetto dell’ambiente e sviluppo industriale, uomo e natura.
Molti degli stand sono costruiti con criteri ambientalistici e con tecnologie green come il rooftop, una speciale pavimentazione in grado di ridurre la temperatura della strada. E’ in questo contesto che all’Expo si inserisce la presenza dell’azienda Sabox del Gruppo Sada, leader della filiera del packaging sostenibile. Chi si aggira per le vie del Decamerone, spina dorsale della viabilità all’interno dell’Expo, prima o poi si imbatte nel Green BoxX, un contenitore utilizzato per la raccolta differenziata realizzato con l’attento riciclo del macero prodotto in Campania. Il Green Boxx viene realizzato attuando il cosiddetto riciclo di prossimità, il macero viene riutilizzato nella stessa area nella quale viene raccolto: il che vuol dire che riducendosi lo sforzo logistico si riducono anche le emissioni (prodotto pulito); una sorta di Km zero del packaging. “Si tratta di una vera e propria filiera del packaging sostenibile – sottolinea Massimiliano Lombardi della Sabox – perfettamente controllata. Sabox è partner di Slow Food (presente all’Expo) e della Università delle Scienze Gastronomiche perché l’alimentazione sostenibile richiede un packaging sostenibile”. Dal 2012 con questo sistema oltre al packaging sono realizzati anche altri tipi di prodotti nel settore arredi grazie ad una new company “Forma aperta” che ha assunto molti giovani, in particolare designers.
Ad Expo 2015 sono presenti aziende salernitane che hanno sperimentato le potenzialità dell’evento anche in termini di business diretto, come, ad esempio, l’Antica Gelateria Matteo, premiata – tra oltre 4.500 aziende – per la Feijoa ripiena di gelato alla Tuttofood Award Cerimony. I Fruttini Gelato, sorbetti alla frutta nei loro gusci naturali, sono già diventati prodotto di punta dell’azienda, la cui originalità e artigianalità sta facendo impazzire i buyers di tutto il mondo. “Siamo molto soddisfatti – – afferma Paolo Santoprete – sono stati premiati i nostri sforzi. Dopo il riconoscimento ottenuto, gli ordinativi sono schizzati in alto e se il trend continua così, dovremo accelerare i nostri programmi di sviluppo”. Notizie come questa, naturalmente, confermano le potenzialità del territorio salernitano e fanno davvero piacere.

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Un padiglione di Expo 2015
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