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Coldiretti. La superficie nel giro degli ultimi dieci anni è praticamente raddoppiata (+99%).
Energia, il bio abbatte i consumi: è boom
L’agricoltura verde punta su "tecniche meno intensive, filiere corte e rinuncia ai concimi chimici di sintesi prodotti con l’uso di gas". I terreni coltivati in Italia hanno raggiunto quasi 2,2 milioni di ettari, "il massimo di sempre”.

“Con la crisi energetica è boom per l’agricoltura biologica che consente di tagliare di un terzo i consumi attraverso l’utilizzo di tecniche meno intensive, le filiere corte e la rinuncia ai concimi chimici di sintesi prodotti con l’uso di gas, tanto che i terreni coltivati a bio in Italia hanno raggiunto quasi 2,2 milioni di ettari, il massimo di sempre”. E’ il quadro descritto dall’analisi Coldiretti – diffusa in occasione dell’inaugurazione del Sana alla Fiera di Bologna – “con le esperienze innovative dei giovani agricoltori bio allo stand di Coldiretti Bio per sostenere il piano di riduzione del fabbisogno energetico”.

Numerosi i riferimenti, “dall’uso di sostanze naturali e 100% Made in Italy – specifica Coldiretti – per concimare i terreni e sostituire i fertilizzanti dall’estero, rincarati anche del 170% con un effetto valanga sulla spesa delle famiglie, al riutilizzo degli scarti di produzione (foglie, gusci, paglia, ecc.) per garantire energia pulita, fino al potenziamento delle filiere corte con la vendita diretta che abbatte i trasporti. In questo modo si riesce a ridurre i consumi di energia in media del 30% rispetto all’agricoltura tradizionale ma in alcuni casi, come ad esempio per le mele, si arriva addirittura al – 45%”.

I concimi di sintesi.

Va evidenziato che “i concimi di sintesi (azotati, fosfatici o potassici) sono, infatti, ottenuti con procedimenti fortemente energivori e l’Italia – ricorda Coldiretti – è dipendente dall’estero per la produzione di questi prodotti. L’aumento dei costi dei fertilizzanti chimici (+170% degli azotati) è dovuta proprio a tali dinamiche e l’agricoltura bio, puntando esclusivamente su concimi organici e minerali, evita il ricorso a queste sostanze, valorizzando la zootecnia, che rappresenta una risorsa nazionale anche in termini di sostanza organica che gli allevamenti mettono a disposizione per rendere più fertili i nostri suoli”. Concimare la terra “attraverso l’uso del letame, il compostaggio dei residui organici e anche i residui degli impianti di biogas, favorisce così la resilienza delle aziende agricole biologiche e rappresenta un modello produttivo in grado di contrastare la dipendenza da mezzi di produzione esterni alle aziende. Ma, puntando sulla filiera corta, il biologico riduce anche i tempi di trasporto dei prodotti e, con essi, le emissioni in atmosfera, tagliando le intermediazioni con un rapporto diretto che avvantaggia dal punto di vista economico agricoltori e consumatori”.

Aumentano gli ettari coltivati.

“Il risultato è che mai così tanti ettari sono stati coltivati a biologico in Italia con la superficie che nel giro degli ultimi dieci anni è praticamente raddoppiata (+99%), (analisi Coldiretti su dati Ismea). I terreni bio rappresentano così 17,4% delle campagne del Paese quasi il doppio della media europea (circa 9%) e molto vicino agli obiettivi previsti dalla strategia Ue per il cibo “Farm to Fork”, che prevede di portare le superfici bio europee al 25% entro il 2030. Ed è boom anche di imprese agroalimentari biologiche che salgono a oltre 86mila, il 79% in più in un decennio, dando all’Italia il primato europeo per numero di aziende. Un successo trainato dalla fiducia dei consumatori con 1 italiano su 5 che (Coldiretti/Ixè) consuma regolarmente prodotti bio. Una spinta sostenuta soprattutto da motivi salutistici, ma molto importanti nella scelta di acquisto, il territorio di origine e le garanzie della certificazione.

Le filiere biologiche.

“Per Coldiretti è chiara la necessità di costruire filiere biologiche interamente italiane e di riuscire a comunicare, anche nelle etichette del prodotto biologico, l’origine Made in Italy della materia prima agricola, come peraltro previsto nella Legge 23 sull’agricoltura biologica, approvata quest’anno in Parlamento e della quale si è in attesa della piena applicazione. Il biologico si inserisce a pieno titolo nel modello dell’agroalimentare Made in Italy sostenuto da Coldiretti, già fortemente caratterizzato per l’attenzione alla qualità, alla salute dei consumatori e alla tutela dell’ambiente. Temi e obiettivi che, proprio nel biologico, trovano la loro piena definizione”.

Coldiretti BIO.

“Il biologico – evidenzia Maria Letizia Gardoni, presidente di Coldiretti BIO, l’associazione che riunisce le imprese biologiche e biodinamiche di Coldiretti – sta già dimostrando di essere una risposta alle sfide attuali per una maggiore sostenibilità economica, ambientale e sociale. È necessario, però, ricentrarlo nella sua dimensione agricola, legarlo saldamente al territorio di produzione ed affrontare un processo di evoluzione nel sistema di certificazione che possa essere sempre di più garante di un modello produttivo attento all’ambiente e alle persone di cui le aziende agricole italiane sono da tempo protagoniste”.

(Fonte: coldiretti.it/08.09.2022)

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