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GLOCAL di Ernesto Pappalardo »

Aumentano la confusione e la capacità di disegnare percorsi inesistenti.
Elezioni, cresce il “cicaleccio” della politica
Si afferma in maniera autorevole la mancanza di affidabilità dei partiti che manifestano un livello di “assecondamento” delle aspettative dei propri simpatizzanti troppo alto per potere essere “metabolizzato” senza reali rischi per il contesto economico e finanziario con il quale siamo chiamati a confrontarci.

Giornate abbastanza confuse e, in ogni caso, subordinate all’andamento del quadro politico/economico “glocale”. E’ in questo contesto che si susseguono analisi e decisioni che, pure, invece, dovrebbero avere punti di riferimento più stabili in considerazione della loro estrema valenza per il prossimo periodo. Le “difficoltà” derivanti da un contesto politico debole – estremamente ripiegato sul versante interno, anche quando sembra “pensare” alle dinamiche internazionali – si riversano in maniera estesa e articolata su tutti gli scenari che si delineano, caratterizzandosi prioritariamente per una forte componente di instabilità e di incertezza. Evidente, quindi, il contrarsi di decisioni significative da parte di tutti gli attori degli apparati economici e produttivi, mentre procedono con attenzione (e buoni risultati, nonostante tutto) i “protagonisti” lanciati e consolidati in dimensioni più importanti e fortemente competitivi sul versante estero. Siamo, in un certo senso, alle solite: mentre chi è “grande” prova a gestire al meglio le difficoltà, tutto il resto (la stragrande maggioranza soprattutto da un punto di vista dimensionale) rimane “appeso” a quanto accade nel “cortile” di casa ed è costretto a fare i conti con situazioni a dir poco complicate o, comunque, intrise di elementi non sempre facilmente catalogabili.

Evidente, quindi, il “naufragio” delle “progettualità” della politica – che pure declama una propria capacità di interlocuzione con tutti i contesti disponibili –  e, soprattutto, la mancanza di affidabilità dei partiti che manifestano un livello di “assecondamento” delle aspettative dei propri simpatizzanti troppo alto per potere essere “metabolizzato” senza reali rischi per il contesto economico e finanziario con il quale, in fin dei conti, il Paese deve rapportarsi.

Se questo è il realistico “quadretto” con il quale ci si confronta, assistiamo, però, da un po’ di tempo, al prendere forma di scenari alquanto volubili, che sembrano preannunciare novità significative, aprire fasi prioritarie, mentre, invece, si profilano in maniera credibile per lo spazio di un mattino, provocando aspettative scarsamente realistiche e generando – questo è il problema – sempre evitabili problematiche a cascata su un tessuto produttivo alquanto stanco e provato.

Resta, in ogni caso, la vera prova di affrontare il percorso di affermazione di un “nuovo” quadro politico senza generare ulteriori conseguenze a dir poco catastrofiche su imprese e famiglie.

Non è affatto secondario in questo momento sollecitare un’attenta e responsabile valutazione delle dinamiche economiche e finanziarie in atto nel contesto europeo e in un ambito ancora più ampio. Insomma, l’attenzione alla “politica”, alla conquista dei palcoscenici interni, alla ricerca – sempre presente e dimostrabile – del consenso esteso non può (auto) determinarsi come elemento dirompente e dominante a tutela di una ragnatela di relazioni (e di carriere) che fino ad oggi non si presenta con le migliori caratteristiche per un Paese che, invece, ha tutte le caratteristiche di modernità necessarie a inseguire sentieri meno difficili da percorrere.

Ma, per la verità, non si intravedono minimamente soluzioni adeguate alle necessità che si sono ormai palesate con estrema chiarezza. Tutto si confonde tra promesse, itinerari di successo declamati in modo mediaticamente avvolgente.

E, intanto, aumentano la confusione e la capacità di disegnare percorsi inesistenti.

Ernesto Pappalardo

direttore@salernoeconomy.it

@PappalardoE

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