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I numeri dell'economia »

Perdite consistenti per la filiera del turismo (oltre 13 miliardi), in crescita l’alimentazione domestica.
Effetto coronavirus, 18 miliardi di consumi in meno nel 2020
Le prime valutazioni della Confcommercio (Ufficio Studi): “A febbraio Pil giù dello 0,5% tendenziale e Icc in calo dell’1,1% congiunturale e dell’1,7% rispetto allo stesso mese del 2019”.

Allo stato attuale dove si concentra la maggior parte delle perdite? Per “la filiera del turismo in senso lato (oltre 13 mld di euro), con uno spostamento di parte dei consumi fuori casa verso l’alimentazione domestica e con gravi difficoltà per trasporti (- 6 mld) – compresi gli acquisti di autoveicoli – e vestiario e calzature (-3,4 mld), settore che soffrirebbe della riduzione del reddito disponibile reale”. L’analisi della Confcommercio prende in considerazione l’approfondimento della crisi nei mesi di marzo e aprile – e anche “un alleggerimento delle condizioni restrittive sulla produzione e sulle attività commerciali nonché sulla mobilità di merci e persone già nel mese di maggio e una normalizzazione all’inizio di giugno” – e ipotizza nel 2020 “una perdita dei consumi complessivi delle famiglie pari ad oltre 18 miliardi di euro (quasi il -2,6), con un Pil a -1,0% rispetto al 2019”.

Ma Confcommercio specifica che il quadro congiunturale “riflette solo in minima parte gli effetti della crisi innescata dal Covid-19” e “presenta andamenti diversi dei principali indicatori”. La fiducia dei consumatori, per fare il quadro della situazione, “è risultata, nel mese di febbraio, in calo mentre è in aumento (la nota stampa è datata 13.03., ndr) quella delle imprese”. La contrazione “per il sentiment delle famiglie è stata dello 0,4% congiunturale, mentre per le imprese si è registrato un aumento dello 0,6%. Su base annua il tendenziale del clima delle imprese ha registrato un aumento del 1,8% mentre per le famiglie c’è stato un calo dello 0,9%”.

Icc (Indicatore Consumi Confcommercio).

A febbraio 2020 “l’Indicatore dei Consumi Confcommercio (Icc) ha evidenziato, al netto dei fattori stagionali, un deterioramento della domanda delle famiglie, con un calo dell’1,1% su base congiunturale e una flessione dell’1,7% su base annua. Il dato incorpora una parte degli effetti sui consumi delle famiglie derivanti dalla crisi sanitaria, in considerazione dell’emergere dei primi focolai nel nostro Paese nell’ultima settimana del mese. In termini di media mobile a tre mesi si rafforza la tendenza al ridimensionamento avviatasi nella parte finale del 2019”.

Le dinamiche congiunturali.

La diminuzione dell’1,1%% registrata in termini congiunturali dall’Icc “nel mese di febbraio è sintesi di un deciso ridimensionamento della domanda relativa ai servizi (-3,0%) e di una flessione dello 0,3% per quella per i beni”. Solo “per i beni ed i servizi per la cura della persona si rileva un andamento debolmente positivo (+0,4%). Risulta stabile la domanda per l’abbigliamento e le calzature. Per tutte le altre funzioni si rileva una riduzione che ha assunto toni particolarmente ampi per gli alberghi, i pasti e le consumazioni fuori casa (-4,7%). Per molte voci di consumo legate ai servizi per il tempo libero la mobilità, incluse in altri aggregati, si rilevano diminuzioni di entità più o meno analoga”.

Le dinamiche tendenziali.

A febbraio 2020 l’Icc “ha mostrato, nel confronto annuo, una diminuzione dell’1,7%, amplificando in modo significativo la tendenza al rallentamento già evidenziata nell’ultimo quarto del 2019. Il dato dell’ultimo mese è sintesi di un calo del 2,8% della domanda per i servizi e di una riduzione dell’1,2% per i beni”.

Nel confronto con lo stesso mese del 2019 “si confermano andamenti articolati delle diverse macro-funzioni di spesa derivanti anche dall’eredità dei mesi precedenti. Il segmento più vivace si mantiene quello relativo alla spesa effettuata dalle famiglie per i beni e i servizi per le comunicazioni (+2,9%)”.

Le spese “per gli alberghi, i pasti e le consumazioni fuori casa che avevano rappresentato uno dei pochi spunti di vivacità del 2019 hanno segnalato nel confronto annuo una riduzione del 5,0%. Anche in questo caso flessioni di analoga entità si rilevano per le altre voci quali i servizi ricreativi ed i trasporti aerei inclusi in altri aggregati”.

(Fonte: confcommercio.it/ 13.03.2020)

 

 

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