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GLOCAL di Ernesto Pappalardo »

Appare evidente che in questa fase sia predominante la delimitazione precisa dello stato di crisi.
Economia in difficoltà, è l’ora delle risposte
La “sospensione” di una proiezione nel medio e nel lungo periodo si conferma di gravità primaria, ma ci sono tante valutazioni che, sebbene la politica (a tutti i livelli) non ispiri troppa fiducia, restano aperte e si basano sulla volontà (e sulla capacità) del mondo imprenditoriale di realizzare con sacrificio l’irrinunciabile percorso di salvataggio.

Situazione complicata, economia alle prese con le conseguenze di un’epidemia che  impone una serie di accorgimenti e di risposte non semplici da mettere in campo e da mantenere in uno spazio di tempo per molti versi imprevedibile. Diverse le difficoltà che si sovrappongono in un contesto politico/istituzionale che si è trovato ad affrontare una vera e propria emergenza di gravità imprevista. Opinione pubblica in stragrande maggioranza sconcertata e disorientata, immersa in una situazione per molti versi ancora più difficile di quanto potesse sembrare all’inizio. I numeri dell’economia – come dimostrano giorno per giorno non poche analisi approfondite e dettagliate – confermano che non sarà affatto semplice riprendere (quando sarà effettivamente possibile) il filo di un discorso che già prima delle difficoltà sanitarie aveva evidenziato una netta regressione dei fattori di crescita e di consolidamento di un percorso espansivo in non poche aree europee. Ed era di fatto arrivata la conferma delle tante criticità che soprattutto le regioni dell’Italia meridionale erano e sono chiamate ad affrontare.

Naturalmente, la frustata subita in questo periodo di avvio del nuovo anno apre uno scenario per tanti aspetti molto più difficile da affrontare, se non attraverso continui passaggi che lasciano aperto il dialogo – operativo – con l’Unione Europea. Sebbene sia abbastanza semplice, purtroppo, prevedere, anche in un contesto così complicato come quello attuale, non pochi punti di attrito – forse non proprio nell’immediato – che verranno fuori con una più ampia ed approfondita analisi delle situazioni ritenute critiche.

Appare abbastanza evidente che in questa fase sia predominante l’aspetto legato alla “delimitazione” precisa di un quadro economico che segnala difficoltà da diversi e svariati punti di vista. “Delimitarlo” significa trovare l’inizio di una strada che non conduca ad altri e più gravi contesti ancora più difficili da governare (e comunicare).

Ma non si può evitare di evidenziare che è proprio in questi momenti che emerge quello che non poteva rimanere in secondo piano. E cioè la difficoltà strutturale di tanta parte del Mezzogiorno (e, quindi, anche della Campania) di affrontare passaggi  che delineano concatenazioni molto complesse. E’ proprio in questi momenti, cioè, che, alla fine, diventano prevalenti i contesti economici di riferimento e le naturali condizioni dei diversi apparati industriali e, più in generale, produttivi (che non navigano, purtroppo, in condizioni favorevoli).

E’ proprio alla luce dell’analisi di questa situazione che la relazione tra realtà socio/produttiva e  mondo del credito assume una valenza sostanziale che può cadenzare percorsi assolutamente indispensabili in questo momento.

La “sospensione” di una valutazione effettiva delle conseguenze al momento ipotizzabili si confermerebbe di gravità primaria, ma ci sono anche tante “constatazioni” che, sebbene la politica (a tutti i livelli) non ispiri troppa fiducia, restano sul tavolo e – sulla base della capacità del mondo imprenditoriale di tenere conto (e di realizzare) tutto quanto va fatto in questo momento – inducono  a guardare al futuro con meno pessimismo.

Ernesto Pappalardo

direttore@salernoeconomy.it

@PappalardoE

 

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