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I numeri dell'economia »

Istat/L’annuario statistico. I dati relativi al 2012 ricostruiscono lo scenario generale
E’ aumentato il divario Nord/Sud
La grave e lunga crisi ha accentuato le differenze e le diseconomie tra le aree del PaeseCritica nel Mezzogiorno la dinamica occupazionale, in particolare per giovani e donne

E’ stato pubblicato dall’Istat l’”Annuario statistico italiano 2013”, una fotografia del Paese, in gran parte fornita sulla base di dati relativi al 2012, che offre una analisi statistica completa riferita ai vari settori che compongono il panorama sociale, economico, ambientale e demografico nazionale. Nonostante crisi e recessione abbiano raggiunto, probabilmente, i massimi picchi negativi registratisi in questi ultimi sei anni, dai dati presentati dall’Istat emerge un Paese che, sia pur tra mille difficoltà, dimostra una sua vitalità e dinamicità che, in qualche modo, fa ben sperare in un prossimo periodo di rilancio economico e sociale. Lo testimoniano la crescita della popolazione residente (anche se grazie agli stranieri) e della mobilità interna, il rallentamento del calo degli iscritti alle scuole superiori, l’incremento del numero dei nuovi laureati e dei depositi bancari. Di contro sono anche ben evidenti le conseguenze della recessione, con l’aumento della disoccupazione giovanile (in particolare nel Meridione), il calo dei consumi e delle nuove immatricolazioni universitarie.
Popolazione in crescita grazie all’immigrazione.
Nel 2012 i residenti in Italia sono stati 59.685.227, ben 291.020 in più rispetto all’anno precedente. L’incremento è dovuto principalmente al saldo attivo del movimento migratorio (+369.717 unità) che compensa ampiamente il calo del saldo naturale (-78.697) determinato dal decremento delle nascita (da 546.585 del 2011 a 534.186) e dall’incremento dei decessi (a 612.883 da 593.402).
Stranieri residenti soprattutto al Nord.
Gli stranieri residenti in Italia, pari a 4.387.721 unità nel 2012, il 7,4% della popolazione residente complessiva, si concentra soprattutto al Nord, dove risiede il 61,8% della popolazione straniera; seguono il Centro con il 24,2% e il Mezzogiorno con il 14,0%.
Più mobilità interna e meno iscrizioni estere.
Nel 2011 si registra una crescita delle migrazioni interne per cambio di residenza (1.358.037, 12.571 in più rispetto al 2010), mentre calano le iscrizioni dall’estero (385.793, circa 62.000 in meno rispetto al 2010). E’ il Nord del Paese a costituire l’area più attrattiva con circa il 55% del totale degli iscritti dall’estero. In netto aumento i cancellati per l’estero, passati da 67.501 del 2010 a 82.461.
In aumento la spesa per protezione sociale.
E’ stata di circa 475 miliardi di euro la spesa per la protezione sociale sostenuta in Italia nel 2012, il 30,3% del Prodotto interno lordo. Oltre 442 miliardi, il 93,1% della spesa totale, sono stati spesi dalle amministrazioni pubbliche, destinati per circa 422 miliardi alle prestazioni per i cittadini (l’1,3% in più dell’anno precedente), con un’incidenza del 27% sul Pil e del 56% sulla spesa pubblica corrente. All’interno dell’ammontare della spesa sostenuta dalle amministrazioni pubbliche il 68% ha interessato la previdenza (pari al 18,4% del Pil), il 24,4% la sanità (il 6,6% del Pil) ed il 7,6% l’assistenza (il 2% del Pil).
Contributi sociali in calo, ma aumentano quelli a carico dei lavoratori indipendenti.
Nel 2012 i contributi sociali hanno rappresentato il 52,5% del totale delle fonti di finanziamento dell’intero sistema di protezione sociale (erano il 54,6% nel 2009). Fra il 2009 e il 2012 i contributi sociali effettivi a carico dei datori di lavoro hanno avuto un aumento medio, nei quattro anni, dello 0,6%, determinato dalla crescita media dell’1,7% dei contributi a carico dei lavoratori indipendenti e dalla riduzione dello 0,4% di quelli a carico dei lavoratori dipendenti. La seconda voce rilevante (46,6%) è quella delle contribuzioni diverse, che si assestano a circa 223 miliardi, costituite in gran parte da trasferimenti statali (75,4% nel 2012, contro il 72% nel 2009).
Pranzo e colazione: non cambiano le abitudini.
Nel 2013 è ancora il pranzo ad essere considerato il pasto principale e in oltre sei casi su dieci viene consumato a casa. Molto diffusa e stabile nel tempo anche la consuetudine a fare una colazione “adeguata” al mattino: circa otto persone su 10 abbinano al caffè o al tè alimenti nutrienti come latte, biscotti, pane.
Scuola: frena il calo di iscrizioni alle superiori.
Nell’anno scolastico 2011/2012, gli iscritti sono circa 4.600 in meno rispetto a quello precedente (in totale risultano 8.961.159 studenti) e, per il quarto anno consecutivo, il decremento riguarda
soprattutto gli iscritti alle scuole secondarie di secondo grado (-7.800 unità circa). Il tasso di scolarità da qualche anno si è attestato intorno al cento per cento per la scuola primaria e per la secondaria di primo grado, mentre presenta una ripresa (dal 90% del 2010/2011 al 93%) quello della scuola secondaria di secondo grado.
Università: meno iscritti e più laureati.
Calano di 9.400 unità (-3,3%), nell’anno accademico 2011/12, i giovani iscritti per la prima volta all’università (complessivamente circa 279.000), confermando il trend negativo delle immatricolazioni iniziato nel 2004/2005.. Il calo interessa sia i corsi di laurea di durata triennale (-2,7%), che i corsi di laurea specialistica/magistrale a ciclo unico (-1,5%). Risulta, quindi, n flessione la popolazione universitaria, pari a 1.751.192 studenti (-1,7% sull’anno precedente). Nel 2011 circa 299.000 persone hanno conseguito una laurea (o diploma universitario), quasi 10.000 in più rispetto all’anno precedente (+3,4%), interrompendo così un trend decrescente iniziato nel 2006.
Prosegue la diffusione di pc ed Internet.
Anche nel 2013 è proseguito l’aumento del numero degli utilizzatori del personal computer, che hanno raggiunto il 54,3% della popolazione di tre anni e oltre (era il 52,3 nel 2012). Il maggior picco di utilizzatori riguarda la fascia d’età compresa tra i 15 e i 19 anni (quasi nove ragazzi su dieci), ma sono in crescita anche gli utilizzatori fra i 65-74enni (19,5% contro il 17,2% di un anno prima). In crescita anche l’uso di Internet che, nel 2013, coinvolge il 54,8% della popolazione di sei anni e più (52,5% nel 2012). A livello territoriale, permane uno squilibrio sia nell’uso del pc (Nord 58,3%, Centro 57,1%, Mezzogiorno 47,4%), che in quello di Internet (Nord 58,9%, Centro 57,6%, Mezzogiorno 47,7%).
Lavoro: riforma pensioni accresce numero occupati over 50.
Nel 2012 sono 22 milioni 899 mila gli occupati, 69 mila in meno su base annua. Il risultato complessivo è la sintesi di una riduzione della componente italiana (-151.000 unità), controbilanciata dall’aumento di quella straniera (+83.000). La quota di lavoratori stranieri sul totale degli occupati raggiunge il 10,2% (9,8% nel 2011). Continua a crescere il numero degli occupati ultracinquantenni (+287.000 unità) mentre scende quello degli occupati più giovani (-297 mila fra i 15-34enni). La diminuzione degli occupati riguarda sia i lavoratori dipendenti (-27.000 unità) sia, soprattutto, gli indipendenti (-42.000). Il tasso di occupazione è al 56,8%, valore che si mantiene ampiamente al di sotto della media Ue (64,2%).
Record storico del numero dei disoccupati, Costruzioni e Industria i settori che perdono più lavoratori. Altissimo il divario Nord-Sud.
Nel 2012 è aumentato in misura sostenuta il numero di persone in cerca di occupazione (+30,2%, 636.000 persone in più), con i disoccupati che hanno raggiunto quota 2.744.000, il livello più elevato dal 1977, ed un tasso di disoccupazione del 10,7% (36,3% il tasso di inattività).
A livello di settore di attività economica, l’agricoltura ha registrato una lieve flessione (-0,2%) mentre è stata più sostenuta la contrazione nell’industria in senso stretto (-1,8%, pari a -83.000 unità) e nelle costruzioni (-5% pari a -93.000 unità). Nei servizi è proseguito l’incremento dell’occupazione (+0,7%, pari a 109.000 unità in più), sostenuto esclusivamente dalla componente femminile (+135.000, a fronte di -27.000 tra i maschi), dal lavoro a termine (+65.000) e soprattutto dal lavoro a tempo parziale (+314.000).
Restano altissimi i divari territoriali, con il tasso di occupazione che al Nord è oltre venti punti più elevato di quello dell’area meridionale.
Case: nel 2012 il 72,4% delle famiglie italiane è proprietario della abitazione in cui vive.
Nel 2012 il 72,4% delle famiglie è proprietario dell’abitazione in cui vive (73,6% nel 2010) e fra queste il 16,7% sta pagando un mutuo. Le famiglie in affitto sono invece il 16,9%, di cui il 74,8% vive in abitazioni di proprietà di un privato, il 19% in case di proprietà di enti pubblici (20,8% del 2011). Fra le principali utenze domestiche, a incidere di più sul budget familiare sono, nell’ordine, la bolletta del gas (2,4% della spesa totale), quella dell’energia elettrica (2,0%) e la bolletta telefonica (1,4%).
Depositi bancari in crescita, circa due terzi in mano a famiglie e istituzioni private.
Al termine del 2012 l’ammontare complessivo dei depositi bancari è stato pari a oltre 1.222 miliardi di euro registrando una crescita del 7% rispetto al 2011. Circa i due terzi di tali depositi appartengono a famiglie ed istituzioni sociali private, il 15,2% a società non finanziarie, il 2,7% ad amministrazioni pubbliche e l’8,7% a società finanziarie.
Assicurazioni: in crescita ramo danni, forte calo per ramo vita.
La raccolta complessiva dei premi nel comparto assicurativo nel 2011 è stata pari a 110 miliardi 227 milioni di euro. Di questi 73 miliardi 869 milioni sono destinati al ramo vita (-18%) e 36 miliardi 358 milioni al ramo danni (+2,1%).
(Fonte: istat.itdel19.12.13)

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