GLOCAL di Ernesto Pappalardo »
Uno degli aspetti che sta vivificando il mondo, religioso o non religioso, in questi giorni, che restano, per intenderci, sintonizzati sul conclave (che inizierà mercoledì 7 maggio), si concretizza nel permanente richiamo alla Chiesa intesa, però, come una sparuta barca, a remi, povera, che viaggia sul mare con un unico obiettivo: interrogarsi sulla resurrezione della carne e sulla vita eterna. In realtà, il vero messaggio che è giunto fino a noi, disposti a interrogarci senza alcun confine, è proprio quello della domanda di Javier Cercas al Papa, e Cercas chiederà (per la madre) una risposta su questo interrogativo, quando la madre vedrà il padre (se lo vedrà) e dovrà avere qualcosa a cui pensare. Perché abbiamo scelto di ritornare su questo cruciale passaggio sul quale abbiamo già tentato di riflettere? Perchè è la domanda centrale che caratterizza questo concilio, il momento che la Chiesa, al di là di tutte le altre interrogazioni che pure dovrebbe porsi, è chiamata ad affrontare, fino alla scelta del Papa, che dovrà seguire, chiunque sarà, la lezione di Bergoglio, che ha spalancato le porte dell’aldilà, ma soprattutto del mondo che, ora, appare come un libro aperto, che si interroga sul proprio futuro.
E’ molto difficile rintracciare nella scuola del conclave le vere domande centrali, che pure si affacciano nel tempo, molte volte sempre appese alla ricerca personale del credente che, però, rimane, come si sta verificando nel corso di questo conclave non ancora iniziato, perplesso e cerca di capire, di orientarsi, di comprendere da quale parte è più giusto andare o meglio, tentare di incamminarsi, perché si rimane sempre appesi a quella che resta, è bene intenderci, la speranza, la vera e unica speranza. Perché Papa Bergoglio l’ha ripresa dalla fine del mondo e l’ha messa davanti agli occhi di noi tutti, riuscendo a portarci proprio sul posto esatto dove si capisce bene, senza difficoltà, che se non riusciamo a recuperare quello che siamo, che restiamo, forse è davvero finito il mondo. Il vero cammino intrapreso da Papa Bergoglio è stato proprio questo: il cammino della santità che abbiamo perso, sprecato, buttato via. E ora abbiamo una grande opportunità di recuperare: la vita eterna, la resurrezione della carne. No, non è un sogno, una fantasia, è il ritorno a quello che siamo.

Papa Bergoglio