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I numeri dell'economia »

La seconda edizione dello studio condotto da Nomisma in collaborazione con Crif.
Controvento, la struttura è più importante dell’impresa
Questa tipologia di aziende risulta maggiormente concentrata nelle classi di medie dimensioni. Tra i settori vincenti il packaging, la farmaceutica, autoveicoli, metallo e abbigliamento.

di Diletta Turco

In gergo marinaro, di certo non rappresenta la scelta più facile per via della difficoltà della gestione. Ma se la “corrente” – o, meglio, il mainstream come descriverebbero gli anglofoni – è rappresentato da crisi strutturali e riduzione dei mercati, ecco che per circa 4.600 aziende manifatturiere italiane aver conquistato la definizione di “controcorrente” è più che lusinghiero. Cosa, vuol dire, quindi essere “controvento”? Vuol dire aver aumentato i propri ricavi, il proprio valore aggiunto, il margine di ricchezza complessivo. Insomma, vuol dire avere aziende in crescita e sempre più competitive. A fare l’identikit delle aziende “controvento” italiane in tempi di Covid è la seconda edizione dello studio condotto da Nomisma in collaborazione con Crif, i cui risultati sono stati presentati ad inizio febbraio durante il webinar “Controvento. La struttura è più importante dell’impresa”.

Come sono fatte, dunque, le imprese “controvento”? Innanzitutto, la struttura, con il solito vecchio adagio “small is better”: Le imprese “controvento”, infatti – si legge nella presentazione del rapporto – risultano maggiormente concentrate nelle classi intermedie (aziende di medie dimensioni con 50-249 addetti, o piccole imprese con 10-49 addetti), dato che viene confermato anche analizzando la diversa distribuzione dei ricavi all’interno delle classi (crescita dell’89,3% nel periodo di osservazione per le imprese medie).

E, poi, ancora i settori di produzione. Tra i settori vincenti lo studio identifica: il Packaging, La Farmaceutica, Autoveicoli, Metallo e Abbigliamento. Il settore che vede maggiormente aumentare la propria quota in Controvento per numero di imprese è la Farmaceutica, mentre considerando i ricavi è il Packaging a posizionarsi al primo posto.

E, infine, la localizzazione. Che, come spesso accade, non sorride al Mezzogiorno. Secondo lo studio Nomisma-Crif a predominare è l’Italia centro settentrionale, con un totale di 8 regioni (Trentino-Alto Adige, Veneto, Puglia, Friuli-Venezia Giulia, Umbria, Liguria, Piemonte e Emilia-Romagna) che aumentano di rilevanza. Le regioni più competitive nella logica comparativa di Controvento sono localizzate nel Nord-Est: Trentino-Alto Adige (+45% nel numero di imprese e +51% nei ricavi), Veneto (+17% per imprese +13% nei ricavi) ed Emilia-Romagna (+3% per imprese +115% nei ricavi).

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Farmaceutica, settore vincente
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